lunedì 31 luglio 2017

Miraggi

Inoltre mi sto sempre più allontanando dal commento politico in senso stretto perché ho capito esattamente i termini della questione: se tu mi dici "vota Juve" io ti risponderò "voto Inter", e non c'è argomento che possa convincermi del contrario, nemmeno mettendomi davanti ai dati oggettivi, quali, ad esempio, il rendimento stagionale, le statistiche storiche, la qualità del gioco, non c'è verso, io voterò comunque Inter pur sapendo che contro la Juve non c'è storia, perché non è il dato oggettivo che ci interessa quanto il nostro personale miraggio che ci restituisce la nostra personale prospettiva del mondo.

Un esempio

Come funziona? Funziona che siamo tutti sulla stessa barca e abbiamo il mal di mare, a un certo punto si diffonde la notizia che il malessere è causato dagli infrasuoni prodotti dai motori e allora gruppi organizzati di antimotoristi (antimot) si scagliano contro i direttori di macchina e prendono a martellate i propulsori fino a ridurli a pezzi, sfortunatamente in coperta imperversa la tempesta, la nave senza motori rimane in balia dei marosi, colano a picco ma in compenso l'ultimo superstite, prima di scomparire per sempre inghiottito dagli abissi, esclama trionfante: "Hey, mi è passato il mal di mare!".

Pandemia

La fortuna delle teorie della cospirazione sta nel loro offrire un alibi comodo comodo a chi proprio non ci arriva nemmeno volendo, il minus habens si sente così rassicurato, addirittura più intelligente della massa di pecoroni che a suo dire si sottomettono passivamente al pensiero dominante: dai al cretino l'opportunità di sentirsi al vertice della catena intellettiva e avrai guadagnato per sempre la sua stima.

Il suicidio della ragione

E’ vero, il debunking, lo smascheramento delle bufale, non funziona perché il complottista è una monade completamente autosufficiente e chiusa in sé che tutto fagocita e nulla restituisce all’esterno che non sia a sua volta una teoria del complotto. Non se ne esce, una volta che un argomento è ricaduto entro il suo orizzonte degli eventi, ogni smentita, anche la più convincente, viene a sua volta rimodellata in forma di complotto, è un po’ come il credente che misura la verità delle cose sulla base del suo desiderio di credere: la verità è là fuori ma la fede è dentro di te, per cui tutto prende la forma di ciò in cui vuoi credere, che la ragione illumina solo chi è disposto a farsi illuminare. Io poi, in generale, non nutro nemmeno più fiducia nel discorso razionale, solo che qualcuno mi ha fatto notare che avevo cominciato con la litania del fallimento dell’idea di progresso e allora ho smesso per non fare il pesante e il disfattista. 

Detto questo io direi di continuare in ogni caso a ribattere colpo su colpo ai complottisti anche se dovesse risultare tutto inutile, se non altro per opporre alla tesi un’antitesi che tenga vivo il lumicino, non vorrei mai si spegnesse per indolenza e l’avessero vinta loro, allora sì che sarebbero dolori.

domenica 30 luglio 2017

Buone vacanze

A noi opinionisti da tastiera ci pare che l'imbruttimento generale del mondo stia raggiungendo livelli di allarme e l'approssimarsi delle vacanze, con la sua tendenza alle infradito e alla rilassatezza dei costumi, non aiuterà di certo a riportarlo entro i canoni dell'eleganza. Vado a trovare i parenti, io. D'Alema, che sarà pure più di sinistra di me, è quello che va a Gallipoli, io, che sono un riformista libertario, vado a Napoli 2 in mezzo ai proletari, hai capito come funziona? Per non parlare del Peppe nazionale e il suo esercito di francescani della Costa Smeralda. E allora non è meglio il Briatore che fa il suo business senza ipocrisie? (Briatore che organizza i lettini anche per quei vip della politica che per lavoro devono fare i moralizzatori dei costumi e in privato pagano il supplemento per il massaggino ai piedi, bella la vita). State bene e ci aggiorniamo al ritorno.

P.S. Ai lettori affezionati comunico che pur mantenendo in vita il blog con post saltuari scriverò sempre più assiduamente sul tumblr (fmentis.tumblr.com) che mi lascia più libertà di espressione e di movimento. Quest'estate, a grande richiesta, il reportage da Scalea, stay tuned.

sabato 22 luglio 2017

Vite di pianeti immaginari

Il pianeta Rankor girava attorno a una stella molto più grande del Sole e anche la sua circonferenza era molto più grande di quella della Terra, motivo per cui anche la sua gravità al suolo era percepita dai rankoriani come di molto superiore rispetto a quella terrestre. Così i rankoriani erano per natura fra i più malmostosi abitatori dell’universo che si fossero mai conosciuti per via della loro intrinseca difficoltà di alzarsi alla mattina senza soffrire di un formidabile cerchio alla testa. Il pianeta Rankor aveva un unico grande continente, chiamato Cilicio, che correva orizzontalmente lungo tutta la linea dell’equatore e che divideva l’Oceano Nord dall’Oceano Sud, motivo per cui su Rankor il clima era sempre tropicale e questo di certo non favoriva la giovialità dei suoi abitanti, i quali vivevano eternamente attaccati ai loro ventilatori fotonici, che invece di spostare l’aria spostavano direttamente i fotoni. Le rankoriane erano bellissime, di pelle scurissima come la notte e occhi profondi come la tenebra, di corporatura massiccia per via della struttura ossea adattata alla superiore forza di gravità, un uomo terrestre non sarebbe sopravvissuto alla morsa delle loro cosce, motivo per cui si era deciso di vietare i matrimoni misti. Anche gli uomini erano dei marcantoni, e per le stesse ragioni anche a loro erano vietati i matrimoni con le fragilissime terrestri, le quali non avrebbero avuto proprio alcuna possibilità di uscire vive da un ipotetico rapporto carnale con un possente rankoriano, eventualità a cui non vogliamo nemmeno pensare. I rankoriani, pur malmostosi, erano molto pacifici per via del caldo che toglieva loro tutte le energie, la loro principale occupazione era la produzione su vasta scala di ghiaccioli, i ghiaccioli rankoriani erano conosciuti in tutto l’universo per la loro resistenza alle alte temperature, tanto che per consumarli sugli altri pianeti occorreva prima dargli una scaldantina nel forno. Una volta, in spregio alle leggi intergalattiche, tentai di sedurre una rankoriana ma ne uscii con le ossa rotte, frattura dell’osso pubico, sessanta giorni di prognosi. Io proprio non sarei riuscito a vivere su Rankor.

La necessità di un padrone

“Lo Stato è la sintesi di quei vari modelli, Dio, Re e qualsiasi altro rappresentante dell’autorità, che l’uomo ha tirato fuori dalla sua propria fantasia e ai quali ha conferito un’origine propria e autonomia, dimenticando che costoro egli stesso li aveva creati, e anzi supponendosi egli stesso derivato da coloro e a essi sottomesso. Che gioco strampalato! Sembra strano che tanti uomini accettino l’autorità di un padrone non solo senza ribellarsi, ma per di più con una specie di non equivoco soddisfacimento. La questione però non va posta così. L’uomo non accetta un padrone impostogli dalla volontà altrui, ma si sottomette al padrone che egli stesso si è creato. Il che dimostra che l’uomo sente la necessità fisica nonché metafisica di un padrone”. (Alberto Savinio, Lo Stato in Sorte dell’Europa)

Non c'è altro da aggiungere. E aggiungerei che questo è il reale significato della stessa libertà, e cioè libertà come ennesimo padrone che noi stessi ci siamo creati, non si può sfuggire alla legge.

Nelle più alte cotture della passione

Enunciano una verità precisa gli amanti quando dicono: «siamo una persona sola». Ora la noia che minaccia l'amore è appunto questa condizione di «persona sola» cui talvolta arrivano due amanti. Dov'è la compagnia ormai, dove il gusto del gioco a due? Le donne che hanno il senso della «politica dell'amore» e conoscono i pericoli di una eccessiva fusione, cercano pur nelle più alte cotture della passione di serbare una certa quale autonomia, così da costituire pur sempre di fronte all'uomo amato un che di singolare, di sorprendente.” (Alberto Savinio, Lo Stato in Sorte dell'Europa)

Nelle più alte cotture della passione. In Savinio ritrovo il piacere del continuo guizzare dell’intelligenza, cosa rara e preziosa. Dedicato a tutti gli amanti annoiati e ai mariti scontenti. Non è il mio caso.

domenica 9 luglio 2017

La rivoluzione è dentro di te

Allora siamo d'accordo, coltiviamo tutti il sentimento di umanità dentro di noi, che la rivoluzione sia prima di tutto individuale, parta come sommovimento interiore per poi contagiare il mondo intero, imagine all the peoples living life in peace. C'è una regola che governa il nostro sentimento di umanità, la regola della distanza: più sei distante e meno te ne importa. Siccome risulterebbe impraticabile da un punto di vista logistico trasferirci tutti a Lampedusa, dobbiamo fare uno sforzo supplementare, avvicinarci idealmente, immedesimarci, conoscere le storie personali di questa gente in modo da suscitare in noi l'empatia e il coinvolgimento. Io mi ricordo quando maltrattavano Veronica Castro in Anche i ricchi piangono (Los ricos también lloran), perché di lei mi importava più dei bambini del Biafra? Ci siamo capiti. I grandi ideali finiranno sempre per infrangersi contro il muro della realtà se non partiamo da noi stessi. Siete pronti per fare il grande passo? Bene, andate avanti prima voi che io devo pagare affitto e sistemare tapparella, se poi mi avanza tempo ci vediamo là, ma non aspettatemi per cena.

A casa loro

Sono io il primo a dire "bene, aiutiamoli davvero a casa loro, che possano vivere felicemente nel loro paese come noi viviamo più o meno felicemente nel nostro", mi pare un proposito sensato e animato dalle migliori intenzioni. Senonché basta un secondo all'uomo accorto per realizzare che la questione non è così semplice. Dovremmo forse esportare la democrazia? No, questo no, a questo non credono più nemmeno i teocon. Dovremmo occuparci direttamente dello sviluppo delle nazioni africane? Neocolonialismo, non spetta a noi il compito. Che possiamo fare dunque per loro "a casa loro"? Finanziamenti a pioggia che si perdono nei soliti mille rivoli, piccoli accordi commerciali, guarnizioni per radiatori in cambio di solenni promesse, commesse dell'ENI. Già sento l'obiezione: il capitalismo sporco è cattivo che sfrutta l'Africa per i suoi sporchi interessi. La gigantesca macchina del mondo, una volta messa in moto, non si può arrestare così facilmente, ha una sua enorme forza di inerzia che va molto al di là degli slogan sovranisti e degli stessi ideali di fratellanza universale, è tutto molto più enorme di noi e delle nostre velleità di dattilografi rivoluzionari.

sabato 8 luglio 2017

I valori morali non esistono

Se la morale in realtà non esiste allora non esiste nemmeno per i migranti. Esiste una convenienza che è il sentimento di umanità, conviene a mantenersi umani e a non voltare la testa dall'altra parte, ma non ha carattere universale ed è di natura prevalentemente estemporanea. Vi sembrerò cinico, ma Renzi che insegue le destre si è tenuto fin troppo prudente: non si tratta di dovere morale, ne di accoglierli ne di salvarli, si tratta di apertura umana verso l'altro e non tutti ne sono capaci, perché è un tratto che riguarda la costruzione di sé, non fantomatici precetti morali scolpiti nel granito e trasmessi per autocombustione di sterpaglie sul Monte Sinai. I valori morali non esistono, o meglio, esistono solo in quanto camouflage di sentimenti molto meno nobili, di più, più il valore morale è sbandierato più è falso. Per quello la vedo male per il fratello nero, non siamo strutturati per gli slanci autentici e disinteressati, e i pochi che ne sono muniti non fanno massa critica.

martedì 4 luglio 2017

Parare aude

Sono affascinato dal problema della mancanza della morale, prendiamo ad esempio il caso Donnarumma, il quale pare abbia rinunciato alla maturità per volare ad Ibiza. Non ci interessa se la notizia è vera o falsa, a noi interessa il caso in sé: che dovrebbe farsene Donnarumma della maturità? Ha appena firmato un contratto da 6 milioni all'anno, problema risolto. Sì, ma che dico io a mio figlio che gioca a calcio? Gli dici che deve impegnarsi di più col pallone, altrimenti gli tocca la trafila dei comuni mortali. E' immorale il comportamento di Donnarumma? La genealogia della morale ci insegna che le recriminazioni moraliste non sono che il riverbero del ressentiment: tutta invidia, altro che Sapere aude. Pure la storiella dell'istruzione come fattore primo di emancipazione è vera e non è vera, dipende dalle circostanze. E poi, scusa, è forse laureato Di Maio? In un certo senso pure lui è un miracolato, pure lui ha trovato il suo Mino Raiola (per quel che riguarda Donnarumma avrà tutto il tempo di fare le scuole serali a carriera finita).

lunedì 3 luglio 2017

Hardcore pawn

Renzi a suo tempo ha avuto la forza e l'autorità per sciogliere il PD e trasformarlo in una convention di cosplayers, così da sfidare i cinque stelle da pari a pari, ma non l'ha fatto, non fino in fondo, l'ora è fuggita e adesso il partito tocca trascinarselo dietro come una palla al piede. Che ci fai adesso col PD, che ci vendi? Neanche il folletto. E intanto Macron non sbaglia mai una giacca. Renditi conto che cos'è Bob, una robetta che manco il mio gatto, che pur è laureato in informatica, avrebbe avuto il coraggio di rilasciare, quattro notiziuole raffazzonate costruite attorno a un font, prendete esempio dai grillini, per la Madonna, che almeno la loro aria fritta la sanno vendere con una dedizione e una petulanza da cartomanti professionali. Il PD andava chiuso nel febbraio del 2014, adesso è tardi, ora puoi tentare di portarlo al banco dei pegni, ma al punto in cui è dubito che Les ti molli più di 30 dollari, bisognava pensarci prima.

domenica 2 luglio 2017

Barra dritta

Trovandomi ormai alla destra di Renzi io non comprendo bene quel che si agita alla sua sinistra. Passata la fase giovanile - durata per la verità fino ai quaranta - dell'ostalgia socialista in salsa pidiessina, mi resi improvvisamente conto che sotto quel sentimentalismo niente, che non c'era nulla di così riprovevole nell'economia di mercato, che l'unica vera vocazione dei compagni era quella di passare il tempo a teorizzare utopie in cui tutti avrebbero goduto della redistribuzione di una fantomatica ricchezza generata da non so bene quale economia solidale. Almeno fosse stato ordoliberismo tedesco, macché, era qualcosa di più nebuloso e italiota, vale a dire campato in aria, praticamente fuffa, com'è fuffa tutto questo convulso tramestio di cose rosse che si agita alla sinistra di Renzi, fra bersaniani, prodiani, pisapiani e posapiani vari, specialisti in supercazzole. Allo stato attuale sarei disposto a votare pure il centrodestra se non fosse uno stuolo di borghesucci bigotti, ancora un partito serio che faccia i conti con le fesserie degli uni e degli altri non c'è e forse mai ci sarà, io resto seguace del mio personale partito libertario molto eccentrico e dotato di scarsissimo appeal aspettando tempi migliori che tuttavia non mi aspetto di vedere.

Jenseits

Il problema vero per noi iperborei è l'estrema povertà della proposta politica attuale, non è dunque per snobismo che facciamo mostra di disprezzare ciascuna delle marionette che si agitano come galline nel teatrino, non è per posa o per qualunquismo, è proprio per una ragione profonda e sostanziale che va ad urtare contro la nostra smaliziata sensibilità. Come fai d'altronde a prenderli sul serio? Solo uno sprovveduto potrebbe, e per di più pensare che possano conservare un loro peso specifico al di là del loro risibile cicaleccio propagandistico. Per cui, se non si vuole passare armi e bagagli ad ingrossare le fila degli astinenti, occorre mostrarsi molto indulgenti verso le forme esteriori della battaglia politica e guardare oltre, verso un punto lontano e più metafisico, considerare i nostri eroi come semplici strumenti in mano a un destino più grande di loro, cercando di cogliere l'eterogenesi complessiva più che le implicazioni immediate, ma mi rendo conto che questo è compito congeniale a un tipo d'uomo poco diffuso fra i latini, notoriamente inclini alle soluzioni impulsive quali sintomo e segno inequivocabile di risolutezza e virilità (vuoi mai privare il latino della sua cara giustizia sommaria, sia pure espressa nelle modestissime forme di un commento astioso su facebook?).

sabato 1 luglio 2017

Sublime

Mi è nata un'altra cuginetta, che per pochi minuti non nasceva il 29, come me (ci tenevo ad allargare il club del 29, ma tant'è). La guardavo in foto e pensavo alla meraviglia di venire al mondo senza alcuna cognizione di luogo, di spazio e di tempo, per quanto ne sa lei potrebbe trovarsi nell'antico Egitto come sul pianeta Tatooine, è quel momento sublime in cui vivi libero dalla conoscenza del mondo e in balia delle sole leggi della natura, non ti ricapita più un momento così e nemmeno te ne rendi conto, così dev'essere.

Repubblica e la fabbrica del mito

Ve ne sarete accorti, è in corso su Repubblica un martellamento a tappeto per "il concerto dei record" di Vasco Rossi, tanto che ho dovuto silenziare l'hashtag, che fra un po' mi sbucava pure dal water. E non solo Vasco, c'è pure Saviano con "i giovani attirati dai soldi facili" (e davvero facili anche i soldi di Saviano in rapporto alla qualità del pensiero), c'è Rischiatutto di Fazio alla tv, webnotte con Assante e Castaldo sul ritorno del geghegè, Alex Britti che elogia la fantasia; Jasmine Trinca che racconta Fortunata, "la mia eroina semplice"; Servillo intanto omaggia la tradizione (possono mai mancare i Servillo? Sono i dioscuri, le madonnine segnatempo). Il passato ci sembra così ricco di doni con la sua cronologia condensata in poche righe che il presente al confronto è una spugna vecchia e stantia e la ricerca contemporanea del mito una selezione dal Reader's Digest.

Diritti civili e capitale

Ma sarà vero che i diritti civili sono solo il trucco che il Capitale usa per distrarci dal supremo compito della rivoluzione proletaria? Un'arma di distrazione di massa che ci vuole tutti macchine desideranti alla mercé della forma-merce. Sorrido. La società prende comunque la sua strada indipendentemente dalla volontà del pensiero ribelle che per ribellione s'è fatto reazionario, niente può trattenere una cultura se un'altra è già pronta a prendere il suo posto, e questo, si badi, non perché sia stato deciso a tavolino, ma proprio in ragione di quel continuo sviluppo dialettico delle forze in campo che un hegeliano dovrebbe almeno far intendere di conoscere a menadito. Così il mio amico finocchio dovrebbe sentirsi in colpa per ciò che è, sentirsi un utile idiota del capitale, come se la sua tendenza sessuale gli fosse stata inculcata culturalmente attraverso un abile bombardamento di messaggi subliminali. E allora gli antichi greci? Chi gliel'ha inculcata, a loro, l'omosessualità, la Compagnia della Coca-Cola, la televisione a manovella? Ma fatemi il piacere.