domenica 31 marzo 2019

Diciamocelo: impossibile emendare il mondo coi bei discorsi di virtute e canoscenza, la stragrande maggioranza semplicemente non li intende, e se anche possiede una sua intelligenza è di quel tipo particolare che inerisce più all'astuzia e alla malizia, una sorta di cospirazione degli insulsi, seppur eccellenti nel sopravanzarti sul posto di lavoro e nella vita, dove sono espertissimi nel maneggiare le regole non scritte della quotidiana lotta per la sopravvivenza, e a noi non resta che la disfatta. Prosit.

sabato 30 marzo 2019

La donna utero

Ma guarda il casino che stanno facendo a Verona, mettere in discussione la 194. Io non voglio che gli embrioni muoiano però ho sempre pensato che sulle cose che accadono nel corpo della donna la donna debba avere l’ultima parola. Se fossero stati gli uomini a farsi crescere i figli dentro la pancia la questione non si sarebbe posta, sai le tragedie? L’uomo non ha pazienza. Per la donna è diverso, è nella sua natura, è un archetipo dell’inconscio collettivo che si debba sobbarcare l’onere di far crescere il seme sacralmente deposto nel suo utero dall’uomo sovrano del cielo e della terra, per cui il tema torna e ritorna, l’eterno ritorno, e finché ci sarà un utero ci sarà sempre chi pretende di reclamare su quell’utero dei diritti, perché sennò l’occidente muore (donna, sei proprio cattiva se l’occidente muore, mollala al maschio dominatore, è l’ordine naturale che lo vuole). 

La ragione mortifera

Perché non funziona più come una volta l'affabulazione del razionalismo illuminista, perché la ragione non illumina più le menti ma è il risentimento che le rabbuia? Per paura, è vero, ma bisogna capire da dove viene questa paura: la ragione, quella salvifica, è arrivata a un punto morto. Ha trovato il suo bel campo di applicazione nella tecnica ma è chiaro che da sola non costituisce un'occasione di riscatto per l'umanità. Tecnica o non tecnica l'umanità è quella di sempre, restano le sue magagne. Nessuna particolare felicità nel pensarsi individui mortali in balia delle leggi della natura, nessuna consolazione, nessuna mistica positivista e sol dell'avvenire. L'avvenire è che si scompare, comunque e per sempre. La ragione ti salva finché sei vivo. Sii felice, ti dicono, hai l'orologio, prodigio della tecnica, che ti avverte se avrai un infarto: sei salvo, per il momento. E allora la ragione conduce comunque al nichilismo, la nevrosi fondamentale dell'uomo moderno che si crede un niente e che reagisce ora tentando di protrarre la vita finché può, ora cercando tenacemente di dimenticare il suo destino mortale, ma l'ombra del nichilismo che ha evocato gli scava la fossa, non sa più che pesci pigliare, una sola cosa sa, che ha paura della morte, la sua è una ragione mortifera.

Babylon

Siccome poi il tipo occidentale non cresce più demograficamente per stanchezza, perché ha mangiato la foglia, perché i figli sono un bell'impegno e ci sarebbero cose anche più divertenti da fare, allora monta una sorta di sindrome da accerchiamento: miliardi di selvaggi che premono ai confini dell'eden occidentale con la sola forza bruta del numero, come nelle apocalissi zombie del cinema, dove un corpo caduto a terra viene scavalcato da una moltitudine acefala di altri corpi che lo sovrastano come una marea inarrestabile. Ci invadono. Subdolamente si sostituiscono a noi, come nell'invasione degli ultracorpi. Scatta il serrate le file, il richiamo ai sacri valori della famiglia in un tentativo disperato di salvare il salvabile, ma questa volta dio c'entra meno, c'entra di più la fifa, la paura di essere spazzati via dal negro e dal feroce saladino: Ṣalāḥ al-Dīn, la rettitudine della fede, perché loro ancora ci credono, arretrati come sono. E la cosa buffa è che stavolta potrebbero anche spuntarla dando ragione ai piagnoni e così sia: Babylon, possente città, in un'ora sola è giunta la tua condanna!

venerdì 29 marzo 2019

Duemila battute, anzi, millesessanta

Scrivere duemila battute al giorno, non battute di spirito, duemila parole battute "a macchina", come fa Stephen King. Non dovrebbe essere difficile, sembra tanto ma in realtà... contano anche i puntini di sospensione (e con questo siamo già a duecentosettanta circa). Tanto per tenere allenato il muscolo. Salvini, ecco, Salvini fa riempire bene le pagine perché il benintenzionato pensa davvero di vincerlo con la ragione. Cazzate. Tuttavia siamo già arrivati a cinquecento, cazzate comprese. E' una buona legge la legittima difesa, sul serio, la legittima difesa della proprietà privata, solo ad avercela la proprietà privata di questo passo... il segreto del consenso nelle democrazie moderne sta tutto nel riuscire a incanalare l'idrofobia del popolo in una forma che sia costituzionalmente accettabile, per cui... E abbiamo superato le ottocentosettanta. Tuttavia penso che per la forma blog duemila battute siano fin troppe, nell'epoca di internet ne bastano la metà, per cui mi sa che mi fermerò qua (millesessanta circa, che faccio, lascio?).

mercoledì 27 marzo 2019

Diceva Bukowski che la gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga il biglietto. Per onestà intellettuale ci si includeva pure lui. Anarcoide votato al cupio dissolvi, antisociale, antipolitico, bullizzato da piccolo. Per via dell'acne. Ubriacone molesto, da prendere a calci nel culo. Mi piace Bukowski ma non lo frequenterei. Era immediato perché troppo pigro per arrovellarsi su quel che doveva scrivere, certe connessioni l'alcol gliele doveva avere proprio incenerite... Certo un po' pizzoso quando attaccava con le sue birre e le sue scopate, ma c'est la vie, la sua. Ascoltava Mahler per fare il tedesco in America negli anni in cui la Germania era occupata dagli americani. Bukowski è uno sturacessi, serve anche quello.
Il papà ivoriano di Moise Kean, il Balotelli buono, è leghista, "aiutiamoli a casa loro", dice, un perfetto esempio di integrazione riuscita. Ma allora solo una domanda: perché lui è venuto a casa nostra?

martedì 26 marzo 2019

E bravo Rami che ha vinto il primo premio alla lotteria, gli altri per ottenerlo come minimo dovranno compiere atti di eroismo che nemmeno Leonida alle Termopili.

Non ci si lava la coscienza con lo Ius Soli

In realtà lo Ius Soli non è nulla di miracoloso, è noto che solo i paesi del continente americano ne prevedono uno automatico, eppure in termini di diffusione del razzismo non hanno nulla da invidiare alla Svezia che pur non lo prevede. Insomma, nessuna virtù civile scaturisce automaticamente dalla cittadinanza automatica, non ci si lava la coscienza con lo Ius Soli, serve di più.

lunedì 25 marzo 2019

Deflazione

Approfitto della disoccupazione per elevarmi, per nutrire lo spirito e mi guardo il Don Giovanni di Mozart, per me una prima, e capisco subito che l'incontro con una tale opera d'ingegno risulterà nocivo per il mio ritorno alla realtà. La forbice fra la bellezza evocata da Mozart e la meschinità degli ambienti di lavoro si è ormai talmente accentuata che forse è meglio abituarsi a vivere male, nutrendosi di talent e tg4 e di interviste a Toninelli per non rischiare di diventare troppo choosy, troppo esigenti in fatto di accrescimento personale. Ecco, Verdi, Monteverdi e Mozart sono troppo choosy, diventare contemporanei, abituarsi a vivere ignorante.

domenica 24 marzo 2019

Foreigner's got talent

E se pensassimo lo Ius Soli a punti? Tot atti di eroismo, tot punti. Oppure per meriti speciali: il bracciante che tiene quaranta pomodori in bilico sulla punta del naso, l'antitaccheggio che sventa più furti di zafferano, la badante che cambia più pappagalli in un minuto, Foreigner's got talent, presenta Claudio Bisio.
Non lo trovate anche voi terribilmente snob questo atteggiamento dei trentenni puzzoni che preferiscono i Radiohead a Toto Cutugno? In Russia Toto Cutugno girava in samizdat quando da noi Thom Yorke si succhiava ancora il pollice.

Ius Soliloquium

Ma cosa cercano davvero i nostri giovani, cosa cerchiamo noi tutti? E' la felicità che cerchiamo oppure solo dei modelli di comportamento ai quali adeguarci in vista di un'approvazione sociale che ci confermi di rappresentare qualcosa, per gli altri e per noi stessi? O non sarebbe forse meglio fare come il gatto che si gode beato il sole sul davanzale, ignaro di qualsiasi dinamica sociale e che al suono della tapparella alzata socchiude un attimo gli occhi per poi ritornare immantinente nel suo stato di beatitudine totale? "Tapparèlla", dal verbo "tappare", di irradiazione milanese, detta di persiana avvolgibile, come del resto "avvolgibile" ne costituisce il principale e più elegante fra i sinonimi... "Tappare" qui nel senso di scendere e chiudere a ghigliottina, o a saracinesca, sostantivo femminile dell'aggettivo "saracinesco", dei saraceni, perché "messe alle porte dei paesi costieri per proteggersi dalle scorrerie dei saraceni" come ci informa la Treccani. Saraceno che a sua volta deriva dal latino Saracenus, dal gr. biz. Sarakēnós e infine, a concludere il cerchio, dall'arabo šarqī ‘orientale’, sec. XIII... ma che stavamo dicendo? Ah, sì: vogliono la cittadinanza italiana? Fondino un partito, si facciano eleggere e vediamo quanti voti prendono!

Nuove opportunità

Nella crisi generale in cui versa il paese fra corse all'oro del reddito di cittadinanza e attese infinite di assegni di disoccupazione qualcosa eppur si muove: è di oggi la notizia del bando per l'assunzione urgente di centomila nuovi cardinali annunciato dal Vaticano, bando che si è reso necessario a seguito dell'ultima ondata di epurazioni e richieste di autorizzazione a procedere legate ai noti fatti che hanno investito la chiesa. Mio nonno mi diceva sempre: "fai l'odontotecnico che troverai sempre lavoro!" e invece forse avrei dovuto davvero entrare in seminario... sempre fuori fase io, mai una gioia. 

(nota per i cacciatori di fake news: non esiste nessun bando, era un espediente comico).

giovedì 21 marzo 2019

Oṃ

Possiedo una mia peculiare tecnica di resilienza tarata sul mio particolare  carattere: la resa incondizionata. Già so che molte cose che ai più vengono naturali per me sono come scalare l'Everest per cui ho imparato col tempo a non sfidarlo ma a lasciarmelo sfilare di lato aggirando la catena dell'Himalaya, attualmente mi troverete alle pendici del Bhutan diretto verso il Myanmar e quindi a ridiscendere in ritirata verso il Laos per poi risalire nelle mie intenzioni verso il fruscio della sabbia e il mormorio delle cascate di quella terra così cara al mio cuore che è la Mongolia Interna.

Seneca: la provvidenza

Per l'uomo solo e sconfitto dagli eventi nonché in cerca di lavoro Seneca è proprio quello che fa al caso suo. Nel De Providentia attacca subito con l'antica questione: perché, se la provvidenza si prende cura del mondo, accadono ai buoni tante disgrazie? La risposta pratica è quella che verrà poi ripresa dal cristianesimo: ammesso che esista (e parrebbe esistere per il fatto che tutto al mondo è sorretto dalle provvidenziali leggi della natura), "Dio non tiene l'uomo buono in mezzo ai piaceri ma lo mette alla prova, lo irrobustisce, e in questo modo lo fa degno di sé". Segue l'argomento stoico: "l'assalto delle avversità non intacca l'animo dell'uomo forte: questi rimane saldo nel suo stato e nelle sue convinzioni, piegando gli eventi a sé, non sé agli eventi, perché ha un potere superiore a tutto ciò che lo circonda". Piegare gli eventi a sé, non sé agli eventi. Per l'uomo stoico "le avversità non hanno altra funzione ed altro scopo che di esercitare la sua virtù", parimenti all'atleta che vuole mettersi in gioco. "Solo quando dimostra quale peso può reggere [la virtù] rivela la sua grandezza e la sua forza". Detto questo, penso di non possedere proprio questa virtù. 

mercoledì 20 marzo 2019

Nell’impazzimento generale del mondo io alle prese con le griglie dei fornelli.

Impazzimenti

E' la politica che rovina la gente, voglio dire, hai i tuoi grattacapi, e va bene, chi non ne ha?, però poi ti viene la tentazione di nobilitarli, di elevarli a questione planetaria perché da solo non li sai affrontare, niente niente che ti incoraggino a pensarlo ed ecco che ti credi Sebastiano Venier in lotta contro il feroce Saladino, ecco che dai fuoco a un autobus con dentro dei bambini, ecco che non paghi il biglietto del treno perché sei un "terrapiattista soggetto di diritto internazionale pregiuridico", ambasciatore fuori da ogni giurisdizione e "Stato" di te stesso, e un semplice controllo del biglietto diventa "un attacco a uno Stato libero perseguibile dalla corte mondiale". Hey, rilassati, ricordati che sei un'emerita nullità anche se ti ergi a paladino della giustizia planetaria (consultare la ICD al ramo megalomania).

lunedì 18 marzo 2019

Adorno 2

All'Istituto di ricerche sociali di Francoforte, dove il prof. Theodor Ludwig Wiesengrund-Adorno meditava sul condizionamento culturale esercitato sugli individui dalla società borghese e capitalista, un bel giorno arrivò la contestazione studentesca. Il borghesissimo Adorno, presidente dell'istituto, non ci pensò un attimo a chiamare la polizia per far sgomberare le aule occupate, non senza attirarsi le critiche del collega Marcuse, il quale sulla contestazione studentesca aveva costruito le sue fortune accademiche. Vergogna! Il critico della società borghese che si serve dell'espressione massima del potere borghese per dare contro gli studenti! Un giorno, sapendo che il professore non era immune agli argomenti del fascino femminile, irruppero nel corso di una sua lezione tre giovani contestatrici che si misero a saltellare sulla cattedra completamente nude, più nude delle Femen, più biotte di Cicciolina. Quello stesso anno, il 1969, Adorno morì per un attacco di cuore mentre si trovava in vacanza in Svizzera. Amen.

La ragione non si apprende

Prendiamo per esempio quelli che credono che a leggere libri si diventa più intelligenti. Non è così. Non solo la ragione non si apprende ma non è nemmeno quell'epifania in grado di imporsi sull'animo dell'inconsapevole riscattandolo automaticamente dalla sua inconsapevolezza. Nemmeno l'intelligenza si apprende, c'è o non c'è, allo stesso modo in cui o si pensa o si crede (dove "credere" non significa la semplice fede religiosa che è solo una caso particolare della credulità generale). Stiamo progredendo tecnicamente, è vero, ma questo progresso della tecnica non implica un diametrale progresso dell'intelligenza. Non so più come dirlo.

La categoria del logos

Non è praticando la ragione che si aggiusta il mondo, la ragione del mondo è un'altra cosa e comprende anche tutte quelle follie degli uomini che sulle prime ci sembra debbano appartenere alla scellerata dimensione dell'irragionevolezza. Questa ragione del mondo non implica alcuno sforzo per essere praticata, non occorre ingegno, non si studia sui libri, è semplicemente la ragione in cui da sempre siamo, belli e brutti, avveduti e sprovveduti. Il mondo si aggiusta da solo, non servono scienziati, che siano sociali o ingegneri nucleari. Se la ragione del mondo implicasse un reboot dell'intero universo allora l'universo si riavvierebbe come la cosa più naturale del mondo, senza tutte le discussioni che accompagnano l'agire degli uomini, la teodicea, l'etica, l'opportunità morale, ecc. Ecpirosi e palingenesi, come dicevano gli stoici. Lo chiamavano logos. Che tu lo accetti o meno per il logos non fa alcuna differenza perché include nell'equazione anche la tua contrarietà. Alla fine tutto torna, sempre.

sabato 16 marzo 2019

Adorno

Perché mai dovremmo ancora romperci le corna sulla cultura umanistica, a che ci serve se non per uso personale, per ascoltarla come una musica fuori moda che evoca un mondo perduto, forse addirittura mai esistito? Si ha meno vergogna ormai ad ostentare una dipendenza da oppiacei. Spilucco Minima Moralia e mi risultano irritanti le sottigliezze di Adorno, lui, l'allievo di Alban Berg e delle sue nevrosi novecentesche ormai invecchiate come le macchine a vapore, la sua Filosofia della musica moderna, in cui contrappone dialetticamente Schönberg a Stravinskij... a che ci serve, a chi interessa? Piuttosto fammi uno studio comparato sulla trap e di come sia possibile uscirne prima che sia troppo tardi... ma è ormai troppo tardi.

venerdì 15 marzo 2019

Impatti climatici

Non si può parlare male delle bambine, soprattutto se hanno le treccine. A maggior ragione se hanno anche l'Asperger. Niente di niente. Il fatto è che amano pure gli animali. Per cui passi il premio Nobel per la pace ma a questo punto anche la laurea honoris causa in etologia. (inquina più Greta a spostarsi da Stoccolma a Katowice per il Cop24 che io a starmene in casa a leggere Hrabal).

Terzo principio della dinamica

All'evocazione di un Califfato corrisponde una Lepanto uguale e contraria.

giovedì 14 marzo 2019

Se proprio un politico deve possedere una qualità in sommo grado quella è la qualità di essere vuoto come un catino per risuonare della musica che tutti suonano, e più risuonerà e più sarà apprezzato, come una cassa armonica o un amplificatore, una radio che capta le onde. Viceversa, la ruina incorre nella misura in cui non riuscirà a captare.
Non ci sono più gli arrotini che passano in motocicletta e io mi ritrovo con i coltelli che hanno perso il filo, come me quando parlo o mi metto a scrivere una cosa e poi... L'arrotino passava e gridava "arrotino!", attaccava un capo della puleggia alla ruota posteriore e l'altro alla mola che era sistemata dentro una cassettina di legno dietro al sellino e via, i coltelli ritornavano come nuovi. Perché ieri ho tagliato le teste ai carciofi e mi venivano tutti seghettati, pietà per i carciofi, pietà per lo chef.

mercoledì 13 marzo 2019

[racconto]

E' gente a modo quella di sopra, sono insegnanti, figlio grande e figlia piccola, pugliesi trapiantati al nord. All'inizio facevano un po' casino, forse pure adesso ma è come la musica delle sfere, dopo un po' ci fai l'abitudine e non la senti più. Hanno dei nomi strani, dei santi particolari che qui al nord non si sono mai sentiti. Mettono la lavatrice, spostano le sedie, urlano ai figli "ti ammazzo di botte!" e poi quando li saluti per le scale sembrano la sacra famiglia. Ho atteso invano in questi anni che affittasse una femmina che facesse al caso mio, niente di niente, sempre coppiette o gente sposata, per cui mi tocca muovere il culo, non mi cadono più in braccio come una volta, fortuna m'ha voltato le spalle. In verità ce ne fu una, abitava al piano di sotto nel condominio degli africani, sapeva di ciabatte, finì tutto in un qui pro quo, avevo supposto cose che non erano vere. S'era poi sposata e ha avuto due figlie, al suo posto c'era venuta ad abitare un trans che batteva, nella mia beatitudine pensavo avesse solo un sacco di amici, nella mia beatitudine non avevo capito che era un trans, aveva solo le spalle larghe. Farà nuoto, pensai. Bah. Di fronte alla mia camera, al terzo piano, c'è invece l'appartamento dei gatti. Una gattara sulla ... che d'estate annaffia le piante in reggipetto color carne, tanto che non si distingue la carne dal reggipetto. M'ha turbato la signora, vecchia ma prosperosa, a suo modo procace. I gatti, invece, impassibili, guardano la gente che passa di sotto con quella tipica albagia che hanno i gatti quando guardano la gente che passa di sotto. Ci piscerebbero in testa alle persone, come fosse la cosa più naturale del mondo, e poi si metterebbero a leccarsi [continua]

I messaggeri della Zeitgeist

Mi sento beatamente inattuale, in tv guardo solo l'Ispettore Barnaby e George Gently (Law & Order nel frattempo li ho rivisti tutti), ignoro invece completamente la variegata geografia dei talk che a detta di alcuni andrebbe a formare la cosiddetta opinione pubblica, perché mi annoiano tremendamente, come il festival di Sanremo, per cui, come dice il saggio, non mi concentro tanto sull'albero quanto sull'idea di foresta, la visione d'insieme, mi basta Google News per farmi un'idea di dove tira il vento, i titolisti sono i migliori araldi della Zeitgeist. La mia unica fonte è l'intuito, e che cos'è l'intuito? È fantasia, decisione, velocità d'esecuzione delle connessioni mentali opportunamente rifornite di input. Funziona, funziono.

martedì 12 marzo 2019

Un giorno, mi dico, guarirò dalla malattia della scrittura, perché io non lo so affrontare il mondo per cui mi sono inventato questo apparato scenico, attendo invano la guarigione come Zeno intuendo in effetti che non arriverà mai, l'unico vero peccato è non farci dei soldi con questa infermità, mi sarebbe venuto naturale.

Tè, viltà e sense of humor

Mi sto imponendo un regime di letture piuttosto rigido per mantenere la mente elastica, perché sono così privo di volontà che devo impormi di fare anche le cose che mi piacciono, per non dire di quelle che non mi piacciono, piacicchio, insomma. Se non ne approfitto ora che ho tempo poi quando non ne avrò più sarò lì a rimpiangermi addosso per tutto il tempo, mi conosco. Intanto il Bukowski che leggo come fosse un amico che mi racconta le sue avventure al bar, mi sono arrivati ieri sera con un giorno di anticipo, poi Hrabal partendo da quel libello scritto di getto, Tendenza alle sbornie e al comunismo, ovvero paure totali, che spiega di come sia sopravvissuto al totalitarismo sovietico con l’alcol, la viltà e molto sense of humor. Peccato solo che io sono praticamente astemio e all’alcol preferisco il tè, altrimenti sai i libri che ci scrivevo…

lunedì 11 marzo 2019

Ecco, se mi pagassero per farlo a questo punto dovrei pure suscitare in me quel minimo di entusiasmo per le vicende della TAV che alludono implicitamente all'attesa caduta del governo giallo-verde, diventare ingegnere civile, studiarmi procedura degli atti amministrativi per cavillare assieme al signor Conte attorno a chi è partito prima fra i bandi e gli avvisi, questa Torino-Lione che da "semplice" infrastruttura è diventata caso politico per excellence e perno dei destini ultimi del paese, ma non mi pagano per farlo e quindi ciccia, la mia personale analisi costi-benefici mi suggerisce di non procedere oltre.

sabato 9 marzo 2019

La regola della vita

La questione della scrittura funziona così: quando non ho il tempo da dedicarle mi pare che quel tempo sottratto mi stia privando di perle di inestimabile valore, quando invece ne ho fin troppo le pagine bianche mi si parano davanti come i giorni da scontare all’ergastolo. E’ la regola della vita e del mercato: a dar valore alle cose è la mancanza, a toglierlo è l’abbondanza.

giovedì 7 marzo 2019

In occasione dell'8 marzo

L'uomo che reclama che la donna torni a fare la donna (di casa) è spesso una persona sensibile, ritrosa, molto delicata, che non ha in animo di intimare direttamente alla femmina di fare quel che deve fare ma preferisce invece prenderla alla larga, adducendo il motivo dei valori morali, della sacra famiglia, del diritto naturale, mandando avanti le istanze inderogabili della società in luogo dei suoi umanissimi bisogni, come se intimamente sospettasse che quei bisogni necessitano di argomenti più saldi che non siano la semplice vergogna di lavare i piatti, di stirarsi da solo le camicie. A quest'uomo va dato del tempo per capire e tanto affetto, che a criticarlo si otterrà invece solo l'effetto contrario, e se anche così non capisce, va da sé, scappare in Isvezia con un filosofo (che non sia un Fusaro).

martedì 5 marzo 2019

Abolire il divorzio

Abolire il divorzio: parliamone. Se sia più nobile soffrire le pene della separazione, con danno per i figli che crescono agitati, in balia di un hic et nunc senza princìpi o prender armi contro un mare d’affanni, e, opponendosi, por loro un limite? I legami si fondano sulla forza dell'abitudine, se sei costretto a forza non ti poni più il problema, dell'amore che cos'è, della gallina coccodè, e di quando finisce e di cosa rimane... stronzate da festival della canzone. Senonché. Senonché, cosa ci interessa a noi del divorzio quando è lo stesso istituto del matrimonio ad essere caduto in disuso come le cravatte a pala larga e le salopette? More uxorio, more ferarum: tana per i reazionari.
Mi domando: perché non riesco a scrivere un romanzo come si deve, con i suoi bei personaggi e la trama? Ma perché in fondo le vite degli altri a me non interessano, che siano reali o inventate. Potrei raccontarvi che sia così per una forma di educazione che mi trattiene dallo spettegolare, perché in fin dei conti di questo si tratta, in realtà è più per una forma di autismo: a me più che le persone interessano i concetti, e mi dispiace perché mi sarebbe davvero piaciuto scrivere storielle sulla gente, per esempio alla Simenon. Pazienza.

domenica 3 marzo 2019

La rivolta dei figli che non si sanno far da mangiare

Si terrà a Verona, medaglia d'oro al valor militare, il XIII° Congresso Mondiale delle Famiglie. Il nemico della famiglia, troppo spesso taciuto dall'informazione mainstream, è lo stesso di sempre: l'eresia della modernità. Promotore dell'evento il Ministro per le politiche della famiglia Lorenzo Fontana con la sentita partecipazione di tutto lo stato maggiore leghista, il Capitano Salvini in testa e la benedizione del professor Diego Fusaro (spiace sentire della mancata adesione del Popolo della Famiglia, il quale, da movimento perspicace qual è, non è caduto nella trappola). Ma chi finanzia il Congresso? Su internet ce lo presentano come "una lobby di pressione statunitense cristiana", Il Fatto Quotidiano, sempre dentro i fatti, sostiene invece che sia finanziato da oligarchi russi antitetici a Soros (le due cose in teoria non contrastano). E di che parla il Congresso? Della pressione dei gruppi LGBTQI++ (ne mettiamo due onde evitare di offendere gli esclusi) che ci vorrebbero tutti burattini senza sessi (o con tutti i sessi) in balia del piacere, del ruolo innaturale a cui sono costrette le donne in questa società che è contro la vita, di come sarebbe auspicabile che la donna ritorni a occuparsi della casa e ad accudire i figli, far da mangiare, stendere i panni, stirar le camicie, che è poi la sua vera natura, quella in cui ci si ritrova meglio... questa battaglia ormai vittoriosa contro l'eresia della modernità e in difesa dei valori della famiglia assume sempre più i connotati di una rivolta dei figli che non si sanno far da mangiare.

venerdì 1 marzo 2019

Bidet caldi, riduzione ai militari

Orbene, puntuale come la carota che precede il bastone ritorna il grande classico della riapertura delle case chiuse. Del resto se torna l'orbace è più che legittimo che torni anche tutto il milieu conseguente del canapè di velluto e delle sottovesti color carne, io l'ho letto Piero Chiara, so di cosa si stratta. Solo che mi ha detto un amico, ve lo riporto per sentito dire, che le case di tolleranza odierne, quelle oltre confine, non hanno più niente a che spartire con l'atmosfera retrò dei leggendari bordelli di Parigi, anzi, sembrano piuttosto dei piano bar posticci montati la sera prima con certe luci fucsia molto tristi di una malinconia ultravioletta, cenoni di San Silvestro per avanzi di crociera. D'accordo, voi direte, noi non ci andiamo per l'arredamento, noi ci andiamo per la figa. Questo è vero, ma ricordatevi che l'estetica è madre dell'etica e verrà un tempo che sarete puniti per tutto questo cattivo gusto (il tempo è questo, la punizione è l'oggi, il presente, l'ora).