venerdì 31 maggio 2019

Nord e Sud

Come dice la mia amica, qui al Nord abbiamo prati così verdi che li ripassiamo con la vernice, e siepi dritte tirate con il righello, qui al nord abbiamo l'idea che la natura sia molto bella, è vero, ma vada perfezionata ulteriormente secondo modelli ideali platonici, e comunque che non debba mai essere prevaricante rispetto alla volontà operosa degli uomini, cioè bisogna farle capire chi comanda, che sono le idee, le grandi visioni degli uomini che informano il mondo, siamo apollinei; mentre al Sud, che ha un suo senso del tragico tutto dionisiaco, la natura è signora e padrona, se l'hanno fatta così significa che così deve restare, e pure l'erbetta ai lati delle strade è espressione della virile lotta per la sopravvivenza in un mondo maldisposto e ostile, e per questo va rispettata, con tutti gli onori che si concedono al gladiatore gettato per sua disgrazia dentro la fossa dei leoni.

giovedì 30 maggio 2019

Arduino

Arduino era il rito d'iniziazione, il passo da compiere per entrare nel mondo dei grandi, il nonno mi portava da lui con la scusa che doveva far imbastire le suole, che lui non teneva la macchina, così mentre Arduino faceva andare la Singer io rimanevo incantato dallo spettacolo dei poster che tappezzavano di donne nude le pareti del suo atelier, certe signorine con delle robe scure fra le gambe che non si capiva bene che cos'erano, ma una pure l'avevo riconosciuta, era Loredana Bertè mi pare in costume da aerobica però senza costume, con una zazzera di capelli scuri sia sopra che sotto e il paginone centrale di Blitz con Trucula Bon Bon. Sembrava la cabina di un camion di meloni, impossibile guardare da un'altra parte, ogni spazio era occupato da donne nude che nella luce decrepita della lampadina parevano come caramellate, lucide come cotechini usciti dal brodo. Era una vera enciclopedia quella di Arduino, primo tentativo di una riorganizzazione ragionata del sapere, anticipatore di tutti gli youporn a venire. Arduino era pelato, alto un metro e cinquanta e con due occhietti un po' inquietanti da faina, dice che le signore non ci volevano andare a farsi aggiustare i tacchi, ci mandavano i mariti.

mercoledì 29 maggio 2019

I partiti di sinistra attendono ancora il giorno in cui la gente capirà ed è per questo che imperterriti battono sulla scuola, perché è la scuola che insegna ai giovani che sono i partiti di sinistra che hanno ragione, come un assioma, un due più due che fa quattro, ma i giovani più vanno a scuola e più non lo capiscono, perché è il capitalismo che li distrae, allora i professori requisiscono i telefonini ma i giovani ormai sono traviati e a Gramsci preferiscono il sedere delle compagne, e chi è che gli ha messo in testa queste cose ai giovani, è stato forse Milton Friedman, è stato Von Mises? Ma va, è una cosa che non hanno imparato sui libri, lo sentono dentro, come sentono dentro che la scuola dell'obbligo è ormai un teatrino di simulacri vecchi e rugginosi che non gli serviranno un granché nella vita, giusto per imparare a leggere e a chattare.
E alla sera, dopo cena, ci riunivamo attorno al fuoco a fare i mucchietti d'immondizia: le cose masticate nel sacchetto marrone, la plastica dentro il sacco giallo, il vetro nel bidone verde, la carta nel bidone blu, gli oggetti non identificati in quello grigio, a zio Pasquale che era daltonico gli avevamo scritto "VETRO", "CARTA", "OSSI DI POLLO" col pennarello, a zia Fiorige che non ci vedeva bene glielo avevamo scritto in braille ma teneva l'artrite per cui lo traduceva in greco. Nacquero discussioni sulla natura ontologica del tetrapak, se fosse da includere nella plastica o nel cartone lavorato, le lampadine bruciate, che avrebbero dovuto essere consegnate alla piattaforma ecologica, venivano nottetempo interrate in una buca dietro i vasi dei fiori, il cane dei vicini scoperse l'inganno e fummo costretti a sopprimerlo. In settimana passavano i camion, quello del vetro, della carta e della frazione umida, suonavano ai campanelli delle signore e a quelle un po' dure d'orecchio tiravano i sassolini alle finestre, poi ripartivano diretti alla piattaforma dove scaricavano tutto nella medesima buca, ma questo non si doveva sapere in giro sennò lo scherzo non sarebbe venuto bene.

martedì 28 maggio 2019

Perché dobbiamo essere sovranisti

Io penso che dobbiamo essere sovranisti perché l’italiano è l’unica lingua che si capisce, mica come il turco e il tedesco che non si capisce niente. E poi perché devi sempre voler bene alla tua mamma, mica alla mamma di qualcun altro. (questo sì che è parlare al cuore della gente).
Dice Fratoianni che il risultato è deludente e devono discuterne, e con chi? Ogni volta che votano rimangono sempre di meno, fra un po' si ridurranno ad affittare i ragazzi del catering per riempire le sedie in segreteria, ocio che se continua così il giorno in cui verrà certificato l'imminente crollo del capitalismo rischiano di non venire accreditati nei titoli di coda e il merito se lo prenderà tutto Diego Fusaro, è un attimo.

lunedì 27 maggio 2019

En marche!

Verrà reintrodotta in Italia la leva obbligatoria retroattiva, la cartolina rosa elettronica verrà recapitata via mail agli interessati che dovranno munirsi a loro spese di rosario e moschetto presentandosi al comando di corpo d'armata più vicino, è consigliata la sana costituzione fisica e la buona conoscenza del Salve Regina, tutti i professoroni e le anime belle della sinistra verranno assegnati alle cucine da campo con mansione di pelapatate o adibiti a compiti di sanificazione dei servizi igienici: i guerrieri caghino, gli intellettuali puliscano.

L'analisi, corollario

L'ecologismo lo lasciamo ai nordici coi loro miti dei folletti e delle fatine del bosco, noi latini, è noto, siamo più da ratto di Proserpina, sangue e merda, già tanto che ci abbassiamo a fare la differenziata con tutti quei bidoncini colorati che pare di stare all'asilo, non è virile.

L'analisi

Il PD è rimasto fermo ai suoi sei milioni di aficionados ma data l'astensione ci ha fatto bella figura, s'è scansato giusto per far passare la Lega che rispetto all'anno scorso ne guadagna tre milioni e mezzo e per far precipitare i grillini che rispetto alle politiche ne perdono sei (sei milioni di voti persi in un anno, c'era riuscito solo Renzi). Il PD di Zingaretti ha andamento da buono fruttifero, quello di Renzi da speculazione finanziaria. Il PD è come la mamma. La sinistra si esaurisce tutta lì, altra roba in giro non ce n'è a parte uno sparuto gruppo di facinorosi, gli ultimi romantici, mentre la Lega può solo migliorare drenando voti al cupio dissolvi di Forza Italia e pescando fra i Fratelli d'Italia. In Europa la crisi della sinistra è stata tamponata dall'exploit dei Verdi e da qualche buon risultato locale, niente marea populista, tutto rimandato al prossimo giro. Credevo peggio.

domenica 26 maggio 2019

Ho visto Nibali di profilo appena dopo il traguardo, prima il suo naso, poi Nibali. Era sottile come una scultura di Giacometti, addosso non aveva più niente da sudare. Sfido io che è forte in discesa, con quella pinna guadagna almeno due punti di coefficiente di penetrazione sugli avversarsi. Quando ha attaccato sulla salita di Civiglio ero davanti ai megaschermi, un boato, nessuna pietà per l'avversario ("lascialo lì che concima!"). Purtroppo l'avversario, uno sloveno tignoso con un nome da inibitore selettivo della serotonina, s'è attaccato al guard rail con tutte le protuberanze e ha perso solo 40 secondi, grande delusione fra i presenti. Comunque il climax era tale che per la gioia avrei perfino invitato Nibali alla mia festa di compleanno. Gran sport il ciclismo.
(Questa volta il seggio era deserto, per le politiche ricordo che c’era la fila fuori dalla sezione. Quando c’è poca gente vincono i progressisti. Vabbè, vado giù al lago a vedermi Nibali e il Giro d'Italia).

sabato 25 maggio 2019

Psicopatologia del voto

Si vota essenzialmente per fare un dispetto, "atto spiacevole provocato da stizza e risentimento", per "astiosa contrarietà o sorda irritazione", per cui inutile che ci lamentiamo se poi tutto l'apparato della comunicazione politica va proprio a battere lì dove il dente duole, se si ingegna in tutti i modi per andare a toccare i nervi scoperti, che sono poi quelli che fidelizzano di più la clientela. E d'altronde, anche l'uomo sommamente informato che pensa di essere mosso da motivazioni esclusivamente razionali finisce per farsi trascinare dal suo stesso ressentiment, così oggi odia Salvini come in passato ha già odiato Renzi e Berlusconi, e si indispettisce, come una zitella di buona famiglia che si vede soffiare tutti i suoi buoni argomenti dalla zoccolona di turno, perché gli uomini sono degli animali, che bastano un paio di tette sventolate al momento giusto per farli girare tutti dall'altra parte.
Che sto diventando vecchio lo vedo dal fatto che odio i giovani, e tuttavia mi rendo conto che i giovani li ho sempre odiati, anche da giovane, a riprova del fatto che sono nato vecchio. Quelli di oggi poi sono categoria così sfessata che manco più mi ispira una perfidia in particolare, solo una gran miseria, ma loro a questo punto potrebbero giustamente ribattere: e tu, tu che hai fatto di così eccezionale per chiamarti fuori da questa miseria? Be', io almeno ho l'ethos.
Che vuoi satireggiare oggi come oggi? Mancano i personaggi, mancano i Rimediotti, le Tettamanzi, mancano le Adalgise, la tecnologia puerilizza il mondo, hanno l'iPhone e si credono scienziati della Nasa, espertissimi di tutte le loro minuscole cazzate, e come orizzonte culturale i draghetti del Trono di Spade: e da questi qui che dovresti cavarci, il viaggio al termine della notte? 

martedì 21 maggio 2019

La strategia di Zingaretti è di fare il morto, muoversi il meno possibile per non far danni, eppure i grattacapi lo vengono a cercare a casa, vedi il caso Umbria, come quando qualcuno molla una scoreggia, sai chi è stato ma fingi di non avere il naso (chi, noi? Ma va! Tutto sotto controllo). Eppure, che può fare un partito come il PD in questo momento? Ogni cosa che dice gli farebbe comunque perdere voti, fai il garantista sui migranti e perdi il cinque per cento, la butti sull'onestà e non sei credibile perché te l'hanno ormai scippata quegli altri, la butti allora sulla forza tranquilla contro la minaccia dei populismi e quelli ti rispolverano il rosario e la Madonna, è inutile, è una guerra persa in ogni caso, come ti muovi muovi quelli ci guadagnano e tu ci perdi, è così che funziona lo spirito del mondo, è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar: viva la Madonna!, e che si arrangiassero i migranti che ne abbiamo già abbastanza dei nostri.

lunedì 20 maggio 2019

Era Flaiano in un articolo satirico del '54 che proponeva come soluzione alla mania comunista che spopolava allora fra i giovani di insegnare il marxismo a scuola come materia obbligatoria, così da renderlo detestabile e impopolare fra gli scolari al pari del Manzoni e del Parini. Facendo suo l'assioma per cui "niente ci alletta più delle cose che non conosciamo profondamente", il doverle studiare a forza invece solo di presumerle avrebbe liquidato nel giro di una generazione l'egemonia esercitata dal marxismo sulle sensibilità intellettuali del tempo. Si potrebbe tentare l'azzardo anche con gli sfessati di oggi ma temo che applicandosi allo studio sistematico delle loro stesse corbellerie finirebbero per convincersi ancora di più.

sabato 18 maggio 2019

Si sta come i gatti d'inverno sui termosifoni, fa più freddo a maggio che in aprile, dice che deve pur piovere dopo un inverno così secco ma adesso a mi chi me li secca i panni stesi ad asciugare, il bue e l'asinello?

giovedì 16 maggio 2019

Maestà conceda la proroga

Salvini cerca di salvare radio radicale così ci fa la figura del signore, i derelitti ispirano più facilmente la magnanimità d'animo, c'è sempre da guadagnarci. (ma dico io, Soros, 'ndo sta Soros? Invece di spenne tutti 'sti sordi co 'e barchette, 'tacci sua...).
Ci vuole poco oggidì per piacere al popolo sovrano infrollito com'è da decenni di figure di rincalzo, ci sono più gli Andreotti, i Craxi, i De Michelis, ci si accontenta di poco, e come fanno d'altronde tutti così presto a passare, l'Italia è un paese di salvatori della patria ad interim, oggi ti acclamano, domani non ti riconosce più nemmeno il tuo cane, paese ingrato. Ora ci attacchiamo a questo perché come sempre non ci sono alternative, è un uomo vero, che dice pane al pane e vino al vino, domani, chissà, ne arriverà un altro che menerà direttamente le mani, d'altronde le abbiamo viste tutte, serve roba sempre più forte per solleticare il pancino agli egri spirti, oggi pure Hitler si dovrebbe fare l'account twitter per avere qualche chance di restare a galla, e poi farsi buttare fuori per fare il piangina, funziona sempre.

mercoledì 15 maggio 2019

In fondo è una bella fortuna che Salvini sia il più amato dalle italiane, ci abbassa l'asticella a noi che non teniamo gli addominali, dev'essere il fascino delle divise. Io per esempio tengo una felpa marrone coi distintivi del Polo Club e la scritta "Winners of Royals Challenge Championship" anche se non ho mai montato un cavallo, ma dopotutto pure Salvini ha la felpa della Marina anche se non ha mai cazzato una randa, per cui...

lunedì 13 maggio 2019

Il modello a margherita

Secondo alcuni terrapiattisti, non tutti, prevalentemente quelli scismatici, Soros pagherebbe il Papa per girare attorno al mondo con l'aereo e alimentare così il grande inganno della sfericità della Terra, "la Terra sferica ha origini esoteriche utili a contrastare la Bibbia", poiché per la Bibbia e per i terrapiattisti (non tutti, prevalentemente quelli scismatici) la Terra è piatta come una margherita coi bordi alti e croccanti, in cui la mozzarella rappresenta i mari e il sugo le terre emerse, e l'origano le precipitazioni (il cosmo, va da sé, è un gigantesco forno a legna). In realtà l'aereo del papa non gira attorno al globo ma fa avanti e indietro in linea retta lungo una bisettrice prestabilita, come una rotella tagliapizza, il che tornerebbe. Senonché, per noi placidi nichilisti che passiamo le giornate in pigiama, la Terra potrebbe anche avere la forma di un elastico delle mutande, come in effetti sembrerebbero suggerire alcuni antichi poemi norreni, che la vita non ci cambierebbe di una virgola, ma si sa, l'uomo è sognatore e ha da agitarsi per tutto, fin per la forma della terra sui cui poggiamo i piedi, un problema di recettori della serotonina, basilarmente.

Ultim'ora

Un signore in caffettano è stato arrestato in piazza San Pietro perché inneggiava all’accoglienza dei migranti, è stato portato in questura perché viaggiava sopra una macchina scoperta con targa SCV, si è poi accertato che si trattava di un immigrato argentino di origini italiane che si era speso in passato per gli stranieri aderendo a una ONG di ispirazione mediorientale, è stato rilasciato sulla parola con obbligo di firma, si teme che possa fuggire all’estero e partecipare ad attività di proselitismo, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nella speranza di smascherare l’intera organizzazione.

Lo strutto (amarcord)

Lo sugna si presentava in forma di vaselina conservata in barattoli di latta, noi la chiamavamo strutt, strutto, che viene da “struggere”, cioè “distrutto”, essendo lo strutto il grasso disciolto del maiale, del gugèt, in ispecial modo il grasso che gli proviene dalla zona lombare, praticamente le sue maniglie dell’amore, ma tagliuzzate e messe a cuocere per estrarne il prelibatissimo succo. La cotenna e i pezzetti di carne avanzati dalla cottura non venivano però buttati via (del maiale non si butta via niente) ma venivano salati, speziati e successivamente pressati nel torchio, serviti freddi in forma di ciccioli (o grasöli, “grassuoli”), lo snack dei campioni. Quando mangiavi i ciccioli poteva capitare che ti si incastrasse una setola fra i denti, le stesse setole che poi servivano per fare i pennelli e le pennellesse, che fra tutti i pennelli sono i più graziosi, le setole poi venivano rigurgitate in forma di palline di pelo. Lo strutto non serviva solo a friggere le cose salate, serviva anche a friggere le cose dolci, i favét, cioè i favetti, e i pinsin fritt, i pinzini fritti, che notoriamente si possono condire sia dolci che salati, perché noi della bassa delle tradizioni culinarie regionali prendevamo solo la crème de la crème, quel che faceva più male e in fin dei conti era più buono, nessuno temeva per le sue coronarie e quando si crepava si dava la colpa al destino, tutto sommato un buon compromesso. A Mantova lo usano anche per fare la schiacciata con le cipolle, in Romagna per fare le piadine, t’al dig (te lo dico).

Il male è l'ignoranza del bene

Ora il borghese ignorante può finalmente sparare in casa al ladro per difendere la sua proprietà, avendo però l'accortezza di non centrare il nonno o la televisione, mentre il radical chic che ha studiato, armato solo di Pasolini, cercherà di far comprendere all'intruso che capisce la sua situazione di disagio e di non offendersi se ha chiamato la polizia perché anche i poliziotti sono figli di proletari come lui. Il ladro comprenderà allora la situazione e si intratterrà amabilmente con il proprietario sorseggiando una tisana in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine.

sabato 11 maggio 2019

Puntualizzo: non voglio dire che non serva a niente studiare, è che non si diventa necessariamente buoni studiando, apprendendo, comprendendo, si aggiunga a questo che non solo la gente non è tenuta ad essere intelligente, ma nemmeno può riuscirci se non ne è capace, non si cava il sangue dalle rape, pretenderlo è insensato. La gente è perlopiù irragionevole, pretendere di insegnarle come deve pensare non farà altro che imbestialirla ancor di più. Per cui è giusto che il mondo vada come deve andare.
Da dove viene la destra? Viene dall'impossibilità della sinistra di dare risposte semplici alle paure della gente, la paura c'è, è un dato di fatto, non è uno sbaglio della ragione. Continua invece la sinistra a pretendere dalla gente che capisca, come si trattasse di correggere un errore dell'intelletto, è una sinistra socratica, nel senso dell'intellettualismo etico (unica causa possibile del male l'ignoranza del bene): tutti sono buoni in potenza, anche i cattivi, solo che non studiano abbastanza, che se studiassero abbastanza si renderebbero conto dei propri abbagli e la conoscenza, come una forza irresistibile, li guarirebbe dall'errore facendoli diventare giusti. Senonché la qualità degli argomenti intellettuali della sinistra è attualmente così modesta che, anche potendo e ammesso che possa, non riesce a scalfire di un millimetro la paura, la cui intensità ha ormai raggiunto livelli di amperaggio ingestibili dalla ragione.

venerdì 10 maggio 2019

Altaforte e lo spirito del tempo

[rielaborato]

Il liberale grida allo scandolo perché Altaforte è stata buttata fuori dal salone del libro, come se dovesse esistere davvero una regione del mondo e dello spirito in cui le idee si confrontano e si emendano a vicenda in ragione di accordi stipulati fra intellettuali gentiluomini, ma quando mai? Ognuno se ne resta chiuso nella sua fede, di cui quella politica è solo la più evidente, lo spirito liberale è solo un’ombra sulla clessidra che segna il passare dei minuti, ora la vede così, stasera chissà, piuttosto è più interessante rilevare che per Altaforte comunque vada sarà un successo, che quando è il tuo momento e solchi beato l'onda dello spirito del tempo, qualunque cosa accada, qualunque torto subisci, ne uscirai sempre vincitore, cosicché l'esclusione si trasforma oggi in un formidabile trampolino di lancio per la tua casa editrice e l'antifascista si becca lo stigma del fascistone: è lo Zeitgeist, bellezza, e tu non ci puoi fare niente.
Della vicenda dell'editore Altaforte estromesso dalla Fiera del Libro di Torino ho compreso che comunque vada sarà un successo, che quando è il tuo momento e solchi beato l'onda dello spirito del tempo, qualunque cosa accada, qualunque torto subisci, ne uscirai sempre da vincitore, cosicché l'esclusione si trasforma oggi in un formidabile trampolino di lancio per la tua casa editrice e l'antifascista si becca lo stigma del fascistone: è lo Zeitgeist, bellezza, e tu non ci puoi fare niente.

Comprendere

Il nichilismo di noi postmoderni, per usare un motto hegeliano fuori dal suo contesto (ma nemmeno troppo), assomiglia alla notte in cui tutte le vacche sono nere, perché se abbiamo veramente la sensazione che non esistano più principi immutabili, allora i valori si impongono solo per la forza di persuasione che riescono ad esercitare in un dato momento e relativamente a un certo contesto, bene e male diventano indistinguibili in senso assoluto, il bene di oggi può assumere le sembianze del male di domani, e viceversa. Il mio pensiero in merito è che il nichilismo si sbagli a volere che nessuno principio veramente immutabile esista, che gli immutabili invece esistano, ma non irrorati sopra le nostre teste da un dio onnisciente che di fatto non si mostra, quanto nel mostrarsi delle infinite relazioni che regolano la mutazione dei valori. Tradotto in termini pratici: la fatica del comprendere costituirà sempre un valore, eternamente valida per ogni epoca e per ogni situazione.

domenica 5 maggio 2019

La Svizzera

Però la meteo svizzera l'aveva previsto - "la" meteo, in Svizzera si dice così -, aveva previsto questo vento con tre giorni d'anticipo, il giorno, il mese, l'ora e i minuti secondi, perché loro sono degli scienziati con una capoccia così, e precisissimi, si sa. Col loro leggendario apparato di stazioni meteo d'alta quota e di dati raccolti fin dal 1840 e la potenza dei loro calcolatori a 64 terabyte, che ce li hanno pure infilati nei buchi dell'emmental, e i radar doppler, e i cani San Bernardo. Secondo me hanno anche la medium, e lo sciamano in contatto con gli spiriti della natura. Io prima di stendere i panni consulto MeteoSwiss e posso mettere il timer che spaccano il secondo, non c'è niente che gli sfugge, non una goccia di pioggia o un chicco di grandine, comprensivi di peso, diametro e massa inerziale, non si muove foglia che la meteo non voglia, son più sicuri dei durex. Gran paese la Svizzera, gente che ha dato al mondo il toblerone non può essere così cattiva.
Stamattina c'è un gran vento, mi sono svegliato con il baccano dei vetri che tremavano e i pompieri sotto casa, sono cadute delle tegole dalla casa di fronte. Invece di pensare ai grembiulini che pensassero alle tegole. Che poi li capisco, lo capisco questo bisogno di ordine e disciplina, è come grattarsi quando si ha prurito, un riflesso pavloviano, la paura che prendiamo sottogamba i terroristi che poi ci vengono ad ammazzare, la contezza del pericolo parte dai grembiulini... però le tegole, capisci, pure le tegole se le prendi di spigolo fanno male.

venerdì 3 maggio 2019

La volontà d'impotenza

La volontà d'impotenza è la resa, la resa incondizionata all'obliterazione totale dei segni della vita, alla prevalenza del cretino a tutti i livelli della realtà. E' la trasvalutazione dei disvalori, un capovolgimento del peggio in un ancora peggio, il nostro diritto di sentirci sopraffatti dal nulla che ci circonda. Si potrà dire: non farla così tragica, ogni epoca ha il suo odore e si tratta solo di farselo piacere: ebbene, sono allergico al polline della realtà. 

Auto-conferimento

A Venezia un innovativo sistema di auto-conferimento dei rifiuti, termine moderno e non privo di eleganza che sta a significare "scendere a jettare a munnezz". L'utente (cioè il titolare della munnezz) potrà conferire da sé il proprio residuo (cioè la munnezz) la mattina presto appena uscito di casa lanciandolo direttamente nella bettolina a comparti differenziati (cioè il barcone pieno 'e munnezz) attraccata nei pressi dell'abitazione, è richiesta la buona mira, anziani e invalidi di guerra sono tenuti a consegnare il residuo all'operatore della Veritas (Veneziana Energia Risorse Idriche Territorio Ambiente Servizi) che provvederà in loro vece a calcolare gittate e traiettorie. (è un segno dei tempi e della caduta degli immutabili che la veritas, da criterio e valore di ciò che è vero, si sia trasformata in "multiutility per la fornitura di servizi ambientali ai cittadini").

mercoledì 1 maggio 2019

Se parlo di Nietzsche è perché sto facendo un sunto shot-for-shot, ovvero paragrafo per paragrafo, di Genealogia della morale, così da sapere di cosa si sta parlando una volta per tutte e non dovermi prendere il disturbo di rileggerla una seconda volta. Fatta la tara al ressentiment e ai momenti ascrivibili alla patologia, vi si trovano anche delle intuizioni molto acute (il nevrotico non è privo di intelligenza), soprattutto nella parte che riguarda la genealogia del senso di colpa e della punizione (seconda dissertazione), talune che si potrebbero anche definire al loro modo beccariane se non fosse che tendono a sbracare, in cauda venenum, sempre sul finale.

Il partigiano Nietzsche (versione semplificata)

In poche parole, Nietzsche idealizzava un uomo di superiore levatura spirituale, un uomo aristocratico che non si vergognava dei propri istinti (l’uomo “sano e forte” della classicità greco-romana), che non è mai esistito se non nella sua morbosa fantasia di filologo infatuato giovanilmente di Wagner (vedi La nascita della tragedia dallo spirito della musica). Quando poi Wagner lo “tradì” convertendosi al cristianesimo, Nietzsche imbastì tutta una sua polemica sulla genealogia della morale e sul disprezzo dello spirito giudaico-cristiano che può essere rivista nell’ottica del risentimento dell’allievo deluso dal Maestro, reo di tradimento nei confronti degli spiriti guerrieri del Valhalla (vedi Nietzsche contra Wagner).

Il partigiano Nietzsche

Si dirà: sì, pero Nietzsche non parteggiava, il suo era un discorso schietto e obiettivo sulla miserevole genealogia dei nostri buoni valori borghesi. Questo di solito se lo dice l'ingenuo, l'infatuato oppure il nietzschiano di sinistra per mettersi a tacere la coscienza. In realtà la partigianeria di Nietzsche per quel supposto spirito aristocratico che sarebbe prerogativa degli uomini superiori, purificati, idealizzati dalla lente deformante della lontananza storica è già tutta contenuta in quella Nascita della tragedia che è opera prima è fondamentale, già tutta ammantata di attaccamento morboso alle vestigia classiche del passato. Quello "spirito aristocratico" che tanto affascinava Nietzsche esisteva solo nelle suggestioni che il wagnerismo gli aveva inculcato fin dalla giovinezza e che lo hanno ammorbato per il resto dei suoi giorni, l'intera opera di Nietzsche si può leggere benissimo come la lamentazione dell'allievo disilluso dalla conversione al cristianesimo del Maestro, reo di tradimento verso gli spiriti guerrieri del Valhalla (vedi Nietzsche contra Wagner).

In miniera!

In occasione della ricorrenza della Festa del lavoro vogliamo ricordare Nietzsche, di come il socialismo sia per lui un sottoprodotto della morale del ressentiment giudaico-cristiano, quella raffinata forma di vendetta "politicizzata" che gli impotenti, qui visti sotto la categoria dei poveri, covano nei confronti dei potenti, qui visti sotto la categoria dei ricchi. Occorre qui specificare che Nietzsche, data la sua delicata costituzione, di fatto non ha mai potuto lavorare in miniera (teneva l'asma).
Uno si aspetta dall'Imperatore del Giappone una festa tutta kimoni, katane e arti marziali e invece eccoli lì nelle foto ufficiali vestiti di tutto punto con i loro tight e i loro guanti bianchi da maggiordomi che sembrano appena usciti dalla Traviata o da una festa di capodanno sul Titanic, forse aveva ragione Nietzsche quando diceva che il popolo ha vinto. Delusione.