Il nichilismo di noi postmoderni, per usare un motto hegeliano fuori dal suo contesto (ma nemmeno troppo), assomiglia alla notte in cui tutte le vacche sono nere, perché se abbiamo veramente la sensazione che non esistano più principi immutabili, allora i valori si impongono solo per la forza di persuasione che riescono ad esercitare in un dato momento e relativamente a un certo contesto, bene e male diventano indistinguibili in senso assoluto, il bene di oggi può assumere le sembianze del male di domani, e viceversa. Il mio pensiero in merito è che il nichilismo si sbagli a volere che nessuno principio veramente immutabile esista, che gli immutabili invece esistano, ma non irrorati sopra le nostre teste da un dio onnisciente che di fatto non si mostra, quanto nel mostrarsi delle infinite relazioni che regolano la mutazione dei valori. Tradotto in termini pratici: la fatica del comprendere costituirà sempre un valore, eternamente valida per ogni epoca e per ogni situazione.
Quanti immutabili sono mutati senza che venisse meno una morale dei momentaneamente immutabili?
RispondiEliminaGli immutabili che mutano sono in realtà quei falsi immutabili sostenuti solo dalla volontà che siano tali, e quelli che invece si reggono in piedi da soli non li fila nessuno, considerati come quisquilie di poco conto.
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