mercoledì 31 maggio 2017

Conditio sine qua non

Dicevo: Il sistema elettorale tedesco con scappellamento al cinque è un ottimo sistema, a condizione di trovarsi in Germania. Io in Germania ci sono stato per lavoro qualche anno fa, fu il mio primo viaggio all'estero se escludiamo il Ticino e la Calabria, ho visitato Amburgo, la regina, passando per Ochtrup, il paese delle fiabe, poi ridiscendendo sono passato per Düsseldorf, che ho trovato brutta, quindi per la Westfalia, che ho trovato bella, e infine per la Baviera, che ho trovato media. Che dirvi? Germania mia patria d'elezione, l'ultima Thule, la sensazione di un paese governato col maggioritario. L'unica vera vocazione dell'Italia è invece la cazzimma.

lunedì 29 maggio 2017

Imperturbabilità

Una volta che hai equiparato le passioni politiche a quelle calcistiche è come se ti si aprisse un mondo, avrai trovato la chiave di volta dell'universo. Non lo vedi quello che augura la morte all'avversario, lo "sparati!", il "lascialo lì che concima!" che ho sentito quella volta che sono stato a San Siro? Sette anni son passati dalla caduta in disgrazia di Fini e Storace era ancora lì seduto sulla riva per infierire sul cadavere (mi viene in mente Lercio: "Aspetta in riva al fiume il cadavere del suo nemico ma lui passa su uno yacht pieno di figa"). E non c'è pure quello che augura un cancro a Renzi, uno sturbo a Grillo, quello che spera che il Salvini se lo inculi il negro? La politica è pure peggio del pallone, tutto è livore, acrimonia, risentimento, e ad inseguire l'acrimonia farai la fine di quelli dell'Mdp, cioè darsi arie di capire tutto per non combinare niente. Il giorno che guarderai tutto con distacco e comprenderai che l'unico vero modo per smontarli è non prenderli nemmeno in considerazione acquisirai una tale imperturbabilità che al confronto Seneca diventerà l'incredibile Hulk, e in più conserverai intatte le tue camicie. 

Baggio

Le suore tiravano le mele, e fanno male le mele, se ti arrivano in testa e sulle braccia o peggio in mezzo alle gambe, le tiravano veloci e prendevano la mira. Erano suore incattivite e acide, indurite dalla vita, niente di più lontano dai precetti francescani o dal giuramento di Ippocrate, del resto i loro degenti avevano perlopiù l'attitudine delle bestie in gabbia nutrite a film di Alvaro Vitali e da quegli animali in qualche modo dovevano pur difendersi, le poverette. "Sorella, che me la può dare adesso la mela che io in cambio le do la banana?", e via che partiva la mela con traiettoria tesa diretta al basso ventre prontamente parata con gli avambracci dal provocatore. L'Ospedale Militare di Baggio era una via di mezzo fra una caserma e un carcere, finii nelle sue grinfie per un prolasso della valvola mitrale e per una diagnosi di depressione, ne uscii dopo un andirivieni durato circa due anni in cui prima mi fecero rivedibile e poi mi riformarono definitivamente. Del resto a Baggio, come in ogni ospedale militare, era praticamente impossibile distinguere l'imboscato dal malato vero, vigeva la presunzione di colpevolezza (la fermata della metro era Inganni), così che con un prolasso si finiva in fureria, con la depressione era già una scommessa più rischiosa (pensarono bene di non rischiare, soprattutto dopo Full Metal Jacket). Difficile descrivere un posto più squallido di quello, forse nemmeno Céline avrebbe potuto, fatto sta che ad iter concluso caddi ancor più nello sconforto, talmente mi svuotarono di ogni residua energia psichica e nervosa che solo adesso riesco a parlarne a cuor leggero, ho ancora i bozzi delle mele prese di rimbalzo.

domenica 28 maggio 2017

Commodo

[l'addio di Totti mi ha fatto venir in mente l'antica Roma, ecco qui una storiella dei bei tempi andati]

Anche al grande Marco Aurelio toccò in sorte di generare un figlio scemo, Commodo, il padre se n'era pur accorto ma in ossequio al precetto stoico si era come rassegnato al destino ben conscio che tutto accade secondo volontà del logos, sperava forse che le responsabilità dell'impero avrebbero fatto rinsavire il giovane ma si sbagliava. Commodo era appassionato di giochi gladiatori e tanta era la passione che scendeva egli stesso nell'arena vestito da Ercole con la testa di lupo sul capo, come l'Uomo Tigre o quel tal figlio di Gheddafi che credendosi Messi si era fatto scritturare dal Perugia. Tronfio e megalomane, aveva cominciato a rinominare le istituzioni dell'impero con nomi fantasiosi seguiti dall'aggettivo "commodiano", talmente era unfit che in mancanza di moderne procedure di impeachment il Senato cominciò a tramare contro di lui, una prima congiura finì male per i congiurati, la seconda riuscì nell'intento. I principali registi e promotori furono il prefetto del Pretorio e il cubicularius Ecletto (praticamente il responsabile della camera da letto), i quali, temendo rappresaglie per essersi opposti alle ennesime stravaganze dell'imperatore, con l'appoggio di alcuni senatori assoldarono la concubina Marcia, favorita dell'imperatore, per avvelenarlo. Come nel caso di Rasputin l'avvelenamento non sortì effetto alcuno perché l'imperatore, sentendosi appesantito, chiese ai servitori di aiutarlo a vomitare praticandogli così una rudimentale lavanda gastrica. Disperati, i congiurati si rivolsero allora al maestro dei gladiatori Narcisso (praticamente il suo personal trainer), il quale, sotto la promessa di una lauta ricompensa, raggiunse l'imperatore nella spa e finalmente lo strangolò. Dopo la morte si ordinò la damnatio memoriae, finché Settimio Severo, per motivi di opportunità politica, ne decretò la riabilitazione e la beatificazione, con apposito culto a lui dedicato. Fin qui la narrazione ufficiale, quella scritta dai vincitori, ma che ne possiamo sapere, noi, della verità storica, noi che di Craxi abbiamo fatto un ladro e di Berlusconi un erotomane? Diciamo allora che Commodo era un po' come Trump, solo più imbecille.

sabato 27 maggio 2017

Disbrigo

E' stata una settimana difficile: il caso Insinna scoppiato come un fulmin a ciel sereno, le sentenze del Tar, Long John scambiato per un santo. Da esperto di pacchi posso dirvi che Insinna si vedeva lontano un miglio che è un falsone, tutta quell'allegria ciarliera, ti avevamo sgamato. Sulla sentenza del Tar certo che Franceschini ci poteva stare un po' attento, non è tanto il "prima gli italiani", è che non si fanno le cose a cazzo di cane (il Tar del Lazio comunque è da abolire e da sostituire con un patronato della UIL). En passant posso segnalare che il sovrintendente della Scala di Milano è austriaco e questo non è bello nel paese del Va' pensiero. Un solo capitano, una sola maglia: Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia! E con questo passo e chiudo e ritorno nel mio mondo (funzioni fisiologiche espletate nel tempo di valore europeo di sei secondi netti).

lunedì 22 maggio 2017

Disgelo

Ogni anno la stessa storia: noi che al nord passiamo nove mesi al buio imbacuccati nelle pelli d'orso a intagliare ruspe di cedro per i nostri piccini ai primi caldi veniamo come abbacinati dal bagliore delle gambe delle nostre squaw, come se per tutto quel tempo si fossero conservate in frigo fra il grasso di foca e le costine di maiale e si portassero appresso ancora un poco di quel rigore da disciogliere come rugiada sotto i tiepidi raggi del sole. La donna che d'inverno è tutta più segreta e sola, tutta più morbida e pelosa, e bianca, afgana, algebrica e pensosa, d'estate è più pubblica e impegnata, tutta più tonica e depilata, e afro, americana, euristica e facilona, è una geometria non euclidea che sconvolge i piani ben congegnati dell'uomo parallelepipedo, e tutto questo per un brevissimo arco di tempo, poi la finestra temporale si richiude e arrivederci all'anno successivo. Morale della favola: buonanotte.

domenica 21 maggio 2017

Trova le differenze/2

La differenza principale fra Grillo e Briatore è che Grillo fa i soldi con lo storytelling della povertà, Briatore con quello della ricchezza, per il resto stessi yacht, stesse scarpe da barca (stessi belli capelli!). Sia detto questo senza alcuna invidia sociale, anzi, ad avere i mezzi anch'io passerei le mie giornate sugli yacht (ci sarà la wifi sugli yacht?), solo l'innocente vi dirà che Grillo è antropologicamente superiore, eticamente irreprensibile, grande senso morale, perché lui, a differenza di me e Briatore, è sinceramente interessato e compartecipe delle miserie dei poveri e degli esclusi: una volta i montati si credevano Napoleone, oggi si credono San Francesco.


Cartesio e l'eresia capitalista

Hanno cominciato con Cartesio, colpevole, lui, di aver ricondotto il mondo sensibile alla fredda logica della res extensa: il mondo è una sofisticata macchina popolata da automi, conoscendone a fondo i meccanismi si potrà ben replicarne le forme viventi. Certo, rimane il problema di infondere vera coscienza nelle macchine, che per Cartesio la rex cogitans è storia a sé e giunge nel mondo provenendo dall'esterno (Dio, ecc.), ma è pur sempre qualcosa. Proprio da qui, infatti, inizia l'eresia, quel modo di sfidare la natura sul proprio campo con l'inconfessata (?) intenzione di dominarla, eresia che allargandosi a macchia d'olio darà poi la stura alla produzione industriale di massa e al vile mercantilismo moderno (il capitalismo, nientemeno). Ah, quanto erano invece più giusti i greci delle polis che sapevano rimanere entro i propri limiti senza alcun danno per l'umanità! Dimenticandosi en passant tutte le miserie del passato, perché il tempo che non è stato vissuto è sempre più eroico e favoloso, pronto per essere idealizzato rispetto al magmatico presente e all'imperscrutabile futuro. Guarire dal passatismo filosofico, giudicare più obiettivamente i grandi processi storici, questo il mio umile consiglio.

sabato 20 maggio 2017

Dichiarazione di guerra

Nota musicale: Il repertorio barocco è stato una scoperta, tale l’eleganza, la leggerezza e la vita che vi scorre dentro che l’opera ottocentesca, al confronto, sembra il brutto sogno di un giannizzero che ha mangiato pesante, per non dire delle nevrosi novecentesche, il Karlheinz Stockhausen, che già dal nome è una dichiarazione di guerra alle orecchie.

venerdì 19 maggio 2017

Ferita

L'argomento dei filosofi à la page: l'individualismo come malattia della volontà infinita e tracotante che tutto brama per sé e tutto vuole, non sorprenda che in questo quadro la scienza finisca per essere additata come braccio armato dell'hybris, una sorta di Frankenstein (il Prometeo moderno), il mostro impazzito che si rivolta contro il suo creatore. Lontanissimi i tempi dei Piero Angela e dei Paco Lanciano, oggi si porta il più rassicurante Alberto, che giochi pure all'Indiana Jones alla ricerca del tempio perduto, non fa danni. Lo scienziato, una volta riverito con deferenza tal quale i maestri di scuola, oggi è un servo delle lobbies, vuoi quelle farmaceutiche, vuoi quelle delle armi, e così via. E tutto perché dall'altra parte del mondo un miliardo di cinesi han deciso di darsi al capitalismo facendoci in brevissimo tempo le scarpe (ma pure i jeans e le magliette), questa ritrovata voglia di povertà condita in salsa sovranista è solo la lunga lamentazione dell'occidente ferito nell'orgoglio.

Prònoia

E’ la prònoia che uccide a quest'età. Non so perché ma la parola viene comunemente tradotta col termine “provvidenza”, cosicché l'impressione è che ci si trovi in presenza di una sorta di angelo custode che interviene tempestivamente nei casi disperati un po’ a capocchia, secondo il ghiribizzo del momento. In realtà la prònoia dovrebbe essere per gli stoici la produzione necessaria del mondo secondo logos e ragione: tutto accade secondo il giusto e nel migliore dei modi, il che non significa che sia giusto e meglio per noi, significa che è giusto e meglio per il logos, il quale, da vero stronzo, risponde solamente a se stesso. Eccoti spiegato il senso di quel “Ducunt volentem fata, nolentem trahunt” che mi piace tanto, il fato che guida i volenti e i nolenti li trascina: nell'impossibilità di vincere l'ineluttabile, la salvezza sta nell'adeguarsi alla logica degli eventi, più ti adeguerai e meno ti cruccerai, perché proprio allora sarai in sintonia con l'universo. (Tutto questo, parrebbe, in aperto contrasto con la mentalità scientifica, la quale invece si pone come obiettivo il continuo dislocamento della soglia dell'ineluttabile, azione benemerita, è nel suo logos). (altro caso è la pronoia in psicologia, termine che qui si oppone a paranoia: la pronoia è la sensazione che esista una cospirazione, sì, ma a nostro favore, vallo a spiegare agli sballati delle scie chimiche). 

mercoledì 17 maggio 2017

Ultimo miglio

Sono molto stanco e provato stasera, soprattutto per la situazione lavorativa, tuttavia dicono che il capitalismo sia agli sgoccioli e che questi siano solo gli ultimi singulti del mostro morente: a breve ci attende un futuro di pace e di tranquillità, tutti i bisogni appagati, ogni conflitto finalmente risolto, si tratta solo di portare ancora un po' di pazienza. 

domenica 14 maggio 2017

Sorte dell'Europa

Sorte dell'Europa di Savinio è un librettino agile nel formato ma profondo nel pensiero che andrebbe sempre tenuto nel taschino della giacca se solo gli uomini usassero ancora portarla. Si prenda ad esempio 30 agosto 1943 - Difesa dell'intelligenza, dove partendo da Schopenhauer (Schopenhauer e Leopardi tenuti in massima stima), si fa una difesa appassionata di Giovanni Gentile, del suo diritto di esistere anche dopo la caduta del fascismo come uomo di pensiero, perché l'Italia ne ha bisogno, sappiamo tutti come andò a finire. Mi sento molto affine a Savinio, facendo le debite proporzioni.

Mes félicitations

Non per farmi bello, che non ne ho bisogno, ma tenete presente che sostenevo la candidatura Macron già in tempi non sospetti, quando tutti ancora pensavano che avesse moglie e figli normali. E badate che a fronte di tanto impegno da Soros non ho voluto un euro, ci è bastato uno sguardo e ci siamo intesi immediatamente al volo, da cospiratore a cospiratore. In fondo vi ho solo fatto un piacere, cinque anni di plutocrazia massonica rettilian-finanzaria e la Francia implorerà in ginocchio di ritornare alla civiltà preindustriale, quand'era ancora garantito un lavoro dignitoso a tutti e gli ebrei sapevano starsene al loro posto. Vive la France, Vive la République!

lunedì 8 maggio 2017

Trova le differenze

Tema: è Renzi il Macron italiano oppure è Macron il Renzi francese? Svolgimento: Renzi, si sa, è più personaggio di Age & Scarpelli, Renzi è più Sarkozy (che a sua volta rimanda a Louis de Funes), Macron invece è già più serio, però se ti vai a leggere il cursus honorum del francese ci troverai delle sorprendenti analogie, come se la macchina che produce la realtà si fosse divertita a creare un doppione, nasce il sospetto che uno dei due abbia copiato. Piacerebbe, al Renzi, avere il suo partito personale, che a modellarlo a sua immagine e somiglianza le dodici fatiche di Ercole, senonché la Republique ti conferisce una tale allure e una tale majesté che il Renzi se la può solo sognare, a voglia di accreditarsi come amico personale di questo e di quello, la classe non è in vendita. L'Italia, per tutti, rimane quel paese un po' approssimativo ma pieno di arte e di bel vivere che non va preso troppo sul serio, quel tanto per farsi una bella mangiata in compagnia e tanti saluti alla linea e ai vincoli di bilancio (a Obama testé sceso a Milano consigliamo il Baglioni, che ci fanno una cotoletta da leccarsi i baffi, altro che hot dog).

domenica 7 maggio 2017

Il borghese

Dal borghese piccolo piccolo al borghese meschino meschino, conosco l'argomento, me la prendevo anch'io con i borghesi. Senonché per lavoro sono entrato in contatto con alcuni di loro e lì è stata la fine: cominci a trattarli con umanità, capisci che anche loro hanno dei sentimenti, che ce ne sono perfino di intelligenti, come Thomas Mann. A quel punto è tutto uno scivolare sempre più giù per il piano inclinato, cominci a non detestarli più come prima e addio alle tue residue pulsioni rivoluzionarie. Il vero borghese sarebbe quello che tiene ai suoi soldi e per ipocrisia si attacca alle tradizioni e ai valori morali per fare blocco sociale, come se il proletario non tenesse al denaro, se ne avesse, che il proletario è una specie di santo privo di meschinità e di egoismi: fanfaluche, tutti sgomitano nel proprio piccolo. Imparate a disprezzare la democrazia con rispetto.

(da oggi formamentis raddoppia su tumblr con in più le donne nude).

Nigredo, albedo e rubedo

Dove la scienza non arriva a consolare ecco il supplemento di consolazione: c'è una cura portentosa contro questa tal malattia ma un complotto delle case farmaceutiche ve la tiene nascosta, a loro conviene prolungare la vostra agonia per guadagnarci. Ci sono medicine alternative che vi riconciliano con l'anima del mondo, le portentose proprietà dei cristalli curativi (ritorno a Giordano Bruno, buonanima): hai visto mai che l'ametista fa il miracolo? E' un po' come il Dio che rimane presente nel mondo come speranza di ultima istanza. Poi, è chiaro, l'ametista non può fare il miracolo perché agisce esclusivamente sull'intuizione, quello che cura veramente è il citrino.

Ressentiment

Per una lettura cinica della storia: la politica come l'arte di gestire il ressentiment di chi non ce la fa e rimane escluso, l'arte di dargli una speranza, fosse anche la suggestione di potersi in qualche modo affrancare. Così fu per il marxismo: tu ora sei un debole e un oppresso ma automatismi economici scientificamente necessari porteranno al dissolvimento del tuo stato di minorità, eccoti servito il sol del'avvenire (anche i movimenti anti-sistema predicano il fallimento del capitalismo come qualcosa che è già in atto, il necessario dissolvimento del grande oppressore). Non a caso ho scritto ressentiment, così come lo intendeva Nietzsche: ci si prefigura come oppressi piuttosto che considerarsi inadeguati tout court, l'amor proprio è salvo (non è da escludere che Nietzsche stesso fosse vittima del meccanismo). Poi c'è la società cosiddetta borghese e liberale con la sua libertà di intrapresa: ciascuno può essere l'artefice delle proprie fortune. La soluzione, al contrario del marxismo, in un certo numero di casi pure ha funzionato. Quando però per qualche ragione l'ascensore sociale non funziona più e si rimane senza prospettive ecco che il ressentiment riemerge anche in ceti sociali non propriamente bassi, ideale terreno di coltura dei populismi (miglior parola non c'è), bravissimi a blandire trasversalmente l'insoddisfazione popolare con promesse tanto mirabolanti quanto campate in aria: dal grado e dalla qualità del lusingamento si evince la qualità della proposta politica.

giovedì 4 maggio 2017

Fine della corsa

Voi direte: manca qualcuno all'appello in questo frangente storico, manca la sinistra, non tanto la sinistra-sinistra (quella dai tempi di Bertinotti e ora fagocitata dal movimentismo anti-sistema, nuovo miraggio e sol dell'avvenire), manca tutta la tradizione ex comunista e pidiessina, dov'è finita? Nel nulla. D'altronde una tradizione, per sopravvivere, deve pur incarnare una suggestione, e che suggestione vuoi che incarnino, oggi come oggi, un D'Alema e un Bersani, abbandonati finanche dalle bocciofile e dai circoli di burraco? Altri sono gli eroi del popolo, altre le suggestioni. Colpa loro, non di Renzi o del perfido caimano che ha cambiato i connotati agli italiani, colpa loro che hanno ancora il passo del novecento e gli operai li hanno studiati sui libri di storia. E' tutto finito, compagni, fine della corsa, fatevene una ragione.

mercoledì 3 maggio 2017

#LeGrandDebat

E' la notte del Grand Debat: la mia opinione è che se ti serve un confronto TV per decidere per chi votare allora non ti meriti nemmeno la democrazia, perché se pensi di informarti affidandoti ai talk poi è naturale che la tua idea di politica si riduce al dissing e al vaudeville, la democrazia comporta uno sforzo più meditato che non sia il semplice battibecco fra comari. Per carità, continuante pure così, facciamoci del male, però poi non dite che non ve l'avevo detto. (Le Pen durissima: “lei, Macron, sta con ‘na vecchia!”. Dibattito bellissimo). 

martedì 2 maggio 2017

Turandot



Mi sono perso dentro un sogno che si chiama Turandot. Se all'orecchio più villano potrà sembrare l'ennesimo esercizio di esotismo pucciniano (e ce ne fossero), be', non ha fatto i conti con l'incanto della musica che lo trascinerà suo malgrado in un mondo meraviglioso da Mille e una notte, fantasmagoria di suoni e di voci celestiali, con in più quel tocco di comicità che nel miglior Puccini non manca mai. Poco importa se Cina e Persia si confondono, anzi, fino al coro funebre di Liu, vero finale dell'opera lasciata incompiuta, tutto si regge proprio in virtù della sua incoerenza e forse è proprio il finale apocrifo la parte meno interessante, lì dove tutto viene ricondotto frettolosamente alla logica del lieto fine da mani meno ispirate, Puccini non ne ha colpa (pare che fino all'ultimo fosse ancora indeciso sul da farsi). E' una fortuna che abbia incrociato l'opera a quest'età, è una compagnia mica da poco, un bel modo per affinare ulteriormente i sensi.

lunedì 1 maggio 2017

Precisazione

Una precisazione. In questo post ("Non c'è diritto che non sia positivo") ripreso dall'amico J. sul suo tumblr sembra quasi che io volessi fare il Salvini, in realtà volevo proporre un concetto che ho incrociato studiando Nietzsche, e cioè il problema della volontà di potenza collegata alla genealogia della morale, ed è un problema vero e non campato in aria: di diritti naturali non ce ne sono, tanto meno umani e men che mai razionali, tutto è diritto positivo fra gli uomini, cioè stabilito dalle convenzioni mediate dai più disparati fattori storici e dai rapporti di forza che via via si vengono a creare fra stati e nazioni. Questa cosa è un vero guaio, perché poi ai Salvini, agli Orban, ai civilissimi svizzeri, non potrai mai opporre altro che argomenti fondati sul sentimento caritatevole e l'empatia verso il prossimo, argomenti, questi, che sono tutto fuorché stabili e duraturi, e infatti si vede come va a finire quando la fratellanza fra i popoli va a ramengo perché è passata di moda e non c'è altro appiglio.

Nota

Mi aspettavo di più da Emiliano, intendo prima che il voto nei circoli indicasse le gerarchie, con quel suo piglio da presa della Bastiglia, per contro mi aspettavo di meno da Orlando, candidato incolore ma evidentemente rassicurante. Bisogna tener conto della natura del popolo del PD, lo avete visto nelle foto, parevano tutti pensionati della PA, gente dal carattere gentile che vuole sentirsi rassicurata, nonni dinamici ma ponderati che oggi organizzano le primarie e domani te li ritrovi a Barcellona o in gita a San Gimignano. Avanti con Renzi, dunque, che avrà il suo bel da fare per connotarsi come il nuovo che avanza, certo fra i suoi spopola, ma fra gli altri? Aggiungi che a questo punto la vittoria del grillismo mi pare cosa talmente scontata che già comincio a convincermi che tutto sommato non sarà poi una gran sciagura (bisognerà pur prepararsi all'ineluttabile).