giovedì 31 dicembre 2015

Samsāra 2016

Per carità, non voglio sentire discorsi su consuntivi di fine anno, speranze per l'anno nuovo, oroscopi, pronostici e vaticini, e nemmeno le solite geremiadi su Renzi e il governo ladro, sul culo della Boschi o sul nasone dell'Agnese, basta, portiamoci oltre la nevrosi. L'Agnese, per esempio, è magra, per lei stasera un tubino nero che scende appena sotto il ginocchio e décolleté bordeaux made in Tuscany, senza strafare, il tutto abbinato a un cappottino sciancrato con finiture in astrakan. Per la Boschi, invece, che ha passato i suoi guai con papà, un "maglione tricottato con le renne, ma pronto per essere tolto, nel caso ci si butti nelle danze, per lasciare la scena a un sexy bustier"(1). Vietato il Dom Pérignon, largo al Prosecco, che il mondo ha sete d'Italia.

(1) Il resto del Carlino, "Capodanno 2016: ecco il look giusto".

Lo Zen e l'arte della manutenzione del cronotopo


fig. 1

Dice il saggio: così come l'occhio si illude di vedere una riga centrale sfumata quando invece è piatta e uniforme (fig. 1), così la coscienza ci illude che tutto sia in movimento quando in realtà tutto è fermo, realtà eterna e atemporale che comprende tutto ciò che accade. Il saggio non fa uso di sostanze psicotrope(1). «La nozione di tempo potrebbe rivelarsi un concetto utile solo nell’ambito di una descrizione approssimata della realtà macroscopica», dice il fisico(2), e se lo dice lui invece ci fidiamo. La realtà cosciente come prodotto olistico(3) della lavorazione dello spazio-tempo, il quale ha la caratteristica di essere già tutto spiegato(4). "Quello che sembra movimento in realtà non lo è", andavano cianciando gli eleati(5), gente bistrattata dalla storia, considerati alla stregua di illusionisti, colpevoli di giocare con la logica per amore dell'assurdo (il tempo è pure galantuomo). Kant invece, con la sua idea delle categorie a priori: così come il vaso dà la forma all'acqua che contiene, così la coscienza dà la forma alla realtà che produce, ma "come puoi contenere quel che ti contiene?"(6). E a questo punto mi voglio rovinare, ci voglio aggiungere anche il velo di Maya, il Tao e lo Zen e il tiro con la motocicletta, e per finire il povero Husserl, il quale, con la sua fenomenologia, ci suggerì di considerare come vero e reale solo ciò che si mostra nella misura in cui si mostra: la riga centrale sfumata è l'unica reale, la riga centrale piatta è un prodotto concettuale secondario. Proprio perché vede, egli non osserva. Amen. (il cronotopo è un roditore che viaggia nel tempo).

(1) Stasera ha mangiato la pastina.
(2) Carlo Rovelli, "Gravità Quantistica", Enciclopedia Treccani.
(3) Il tutto che è altra cosa rispetto alla semplice somma delle parti.
(4) Srotolato.
(5) Parmenide e Zenone. 
(6) Kung Fu, Serie TV (1972-1975), con David Carradine.

mercoledì 30 dicembre 2015

Nota biografica

Ormai si sarà capito che trovo dolorosa l'esperienza del vivere e che l'accetto come una condizione in cui ormai sono calato, per cui il mio rifiuto di mettere al mondo altri esseri viventi non dev'essere preso come una forma di disprezzo per la vita o per una sorta di nichilismo di maniera, è solo che non vorrei rischiare di trasmettere ai miei figli il gene delle mie carenze, è un atto di responsabilità. Spesso mi dico: se proprio dovessi fare figli, almeno che la famiglia di lei sia più attrezzata, perché nella povertà non vedo futuro. Un'eguaglianza in cui tutti hanno di meno, questo intende propinarci l'avvenire? Chissà. Lascio comunque agli ottimisti il supremo compito del ripopolamento, a ciascuno la sua mansione.

martedì 29 dicembre 2015

Fenomenologia

Dice un amico: hai visto Kate Upton? E lì per lì mi prende alla sprovvista. Si tratta di fare commenti fra maschi sulle donne, sono fuori allenamento. Questa Kate Upton la trovo sulla Gazzetta dello Sport, in bikini, equipaggiata di regolari poponi* della quarta o della quinta misura, bionda, tratti caucasici di una bellezza standard modello unificato, non si può dire sia brutta. Non si sa bene se per meriti sportivi o che altro, la ragazzona campeggia sulle pagine della rosa, forse frequenta un terzino, forse un ballerino, comunque sempre di attività agonistica si tratta. Ora, a questo punto dovrei inserire una massima di Kant o una supercazzola di Hegel, ma, giuro, non mi viene (il primo, fra l'altro, noto asessuale, il secondo già più interessato ad assecondare la natura). Alas**, temo di aver perso per strada parecchia della metafisica sessuale che ancora mi rintronava giusto qualche anno fa. Comunque sia, fingo di stare al gioco e mi lancio in commenti grossolani sulla dimensione dei respingenti***, ma a giudicare dalla reazione temo di non essere stato molto convincente: cos'è che non va in me?

* Meloni (termine mutuato da Gadda).
** Ahimè.
*** Sì, insomma, le tette.

La favola del cane tonto e del gatto smagato

Il mio cane mi chiede ragguagli sulla situazione politica, il gatto no, lui è più smagato* e se ne frega, ma il cane prende tutto sul serio e bisogna spiegargli le cose, mi chiede di Renzi. E allora io a spiegargli che Renzi è il minore dei problemi, ma lui insiste, dice che Renzi è bugiardo. Che cucciolo. Tutti i politici mentono, ma se mentono è perché sanno che possono confidare in una platea di cagnolini a cui piace farsela raccontare, se vivessimo in un mondo di gatti, caro mio, sarebbe dura anche per Renzi. Per non parlare di Grillo, il quale anche lui ha la sua bella fila di scodinzolanti, che quando vengono abbandonati sull'autostrada improvvisamente rinsaviscono, a calci nel didietro. Ma io non sono tipo da maltrattare gli animali e al mio cane voglio bene quanto ne voglio al gatto, anche se il gatto l'ho fatto castrare. Spero si sia capita la metafora. 

* Nel senso di "disincantato", guarito dalla magia.

domenica 27 dicembre 2015

Su un ipotetico revival della metafisica

Ricorrentemente ci si auspica un ritorno della metafisica, magari nella speranza di un revival della fede nelle cose che non si mostrano, ma ce lo si auspica come fosse questione di rilanciare una moda, di un ritorno ai pantaloni a zampa o delle maniche alla raglàn. La cosa più intelligente da fare sarebbe invece capire le ragioni profonde che impediscono alla metafisica di ritornare, comprendere le ragioni di una tendenza che inesorabilmente ha soppiantato tutte le altre. Il fatto è che noi continuiamo ad avere fede, ma non si può avere fede allo stesso modo in cui l'avevamo prima della rivoluzione scientifica e industriale, ora abbiamo fede nelle nostre capacità, e solo dove ancora non riusciamo ad arrivare ci rivolgiamo eventualmente a Dio come speranza di ultima istanza. Pensare di ritornare alla fede saldissima del tipo medioevale (idealizzata oltre misura) significa ignorare quel che si è venuto a sapere sul mondo, e non ce lo si può nascondere, a meno che non si faccia opera di distruzione sistematica della conoscenza. In altre parole non ci può essere fede del tipo medioevale senza un ritorno al medioevo, perché l'uomo crede nei modi e nelle forme concesse dalla contingenza storica. Poi, che anche la scienza poggi più o meno consapevolmente su pilastri metafisici è questione nota, ma il fatto è che la modernità presta molta più attenzione al risultato finale che ai problemi del fondamento, che se anche il fondamento poggiasse sulle nuvole, quel che più conta sono le ricadute pratiche del procedimento (basta che funzioni).

sabato 26 dicembre 2015

Junghiana

Oggi parleremo di Jung. O meglio, lasceremo parlare qualcun altro. Per Jung "la nevrosi scaturisce dalla rottura dell'unità originaria di inconscio e coscienza. Si tratta di ricostruirla. Ma la terapia non consiste nel rimuovere le contraddizioni che si presentano nel paziente quando quell'unicità viene perduta, bensì nel favorire in lui un «innalzamento del livello della coscienza, e cioè il comparire di un interesse più elevato e più ampio», che non rimuove la contraddizione, ma le fa perdere importanza, come quando dalle cime di un monte si contempla un temporale nella valle. [...] I problemi, le sofferenze, le contraddizioni non si risolvono: ci si può portare al di sopra di essi. Il fatto patologico consiste nel restare bloccati all'interno di un conflitto e nel non affidarsi al "nuovo" che il divenire del mondo porta sempre con sé [...] Il "nuovo" inviato all'uomo dal "destino impenetrabile", non corrisponde alle attese. Perché il "nuovo" compia la sua funzione liberatoria, l'individuo non deve fare proprio nulla, come suggerisce il taosimo e, nella mistica europea, Eckhart. «Bisogna essere psichicamente in grado di lasciar accadere» le cose, senza voler imporre al loro accadimento la nostra volontà e le nostre costruzioni concettuali." (E. Severino, La filosofia contemporanea).

Quel "non opporre resistenza al destino" che ritrovai negli stoici e quel "lasciare accadere le cose" che in genere informa le filosofie orientali. Dunque, senza saperlo, mi stavo curando junghianamente, e gratis (un bel risparmio). Chi è troppo ansioso, come il sottoscritto, si preoccupa di tutto cercando di trattenere il più possibile il presente, ma non c'è nulla da fare, per tanto che si cerca di trattenerlo, l'imprevedibile irrompe: perché resistergli? Più si oppone resistenza e più cresce la nevrosi, lasciar accadere, dunque, lasciar scorrere, il conflitto non verrà risolto ma l'impatto verrà di molto attutito. Das ist gut.

domenica 20 dicembre 2015

Estremadura

Non mi appassiona la Spagna, che ti devo dire? Sto attualmente lottando contro l'emicrania, mi tirano i punti, si vive nell'incertezza. In tutto questo che la Spagna sia diventata un po' come l'Italia interessa relativamente. Mi hanno regalato una bella sciarpetta, a voi non piacciono le sciarpette? (abbiate pazienza, sto cercando di mettere insieme i fatti salienti della giornata). Per esempio in sudamerica l'uomo non porta la bufanda perché è segno di poca virilità. Tanto piacere. Intanto in Estremadura la lotta si fa estremamente dura. Tenete a mente quello che vi dico: la qualità dell'elettorato determina la qualità della proposta politica (daje che ricomincia). L'elettore chiede inconsciamente di essere preso per i fondelli, l'elettore premia la migliore fra le suggestioni possibili. Anche perché l'elettore non ha la minima idea di cosa realmente sia giusto o sbagliato, forse nemmeno chi è chiamato ad eleggere. L'elettore cerca semplicemente di autoconvincersi e sceglie la proposta che più gli sembra in grado di tramutare in certezze il fumoso corso dei suoi pensieri. L'Estremadura deve il suo nome al fatto di trovarsi all'estremità del fiume Douro ("Extrema Duris").

giovedì 17 dicembre 2015

Virtute progredior

Quelli del Manifesto dicono che Sua Maestà Venerabile il dott. Gelli (nonché N.H. Conte, ecc. ecc.), pur da morto, continua ad essere il vero burattinaio, l'occulto ispiratore di tutta la politica italiana dal dopoguerra ad oggi, e che Renzi, in quanto massone a sua volta, non è che l'ultima incarnazione in ordine di tempo del piano di "Rinascita Democratica". Non è una novità, quando la sinistra, in qualità di sol dell'avvenire, si sente esclusa dai giochi e svilita nel suo ruolo di guida morale, è sempre a motivo del complotto pluto-massonico, ci puoi scommettere. Io invece penso che il piano di "Rinascita Democratica", qui da noi, non abbia nemmeno bisogno di una struttura o di una organizzazione occulta per prendere corpo, ma che scaturisca per naturale indolenza dallo stesso popolo sovrano, basta solo toccare le corde giuste (per contro, mi pare di avere compreso il profilo antropologico dell'uomo di destra, il quale nel culto dell'ostracizzazione trae la sua forza e fonda i suoi argomenti).

martedì 15 dicembre 2015

I torbidi

Dicevamo, non di bunga bunga perirai ma di casse di risparmio? Non ci voglio credere. Tutto questo bailamme, tutto questo uso politico che si fa dello scandalo, non fa che confermare una mia vecchia teoria, e cioè che sarebbe meglio, per il politico, essere orfano e figlio unico, privato dell'affetto di amici e parenti, cresciuto su un'isola deserta in compagnia di un precettore che verrebbe poi indotto a suicidarsi, solo così avrebbe la certezza matematica di non essere ricattabile, di non cadere in tentazione, di non essere oggetto di illazioni. Ma non è praticabile. E allora avanti il prossimo e occhio alle correnti d'aria, che in Russia, si sa, si moriva di purghe e di raffreddore.

domenica 13 dicembre 2015

La revanche

L'assalto lepeniano anche stavolta è stato respinto sulla linea del bagnasciuga, la barriera anti-tsunami del doppio turno ancora una volta ha retto. Qualcuno a digiuno di cose francesi potrebbe anche obiettare: e lasciarli vincere 'sti lepeniani? Macché, messi con le spalle al muro e sotto il ricatto della guerra civile, socialisti e repubblicani trovano sempre il modo di allearsi e fare fronte comune contro i fascistoni, i quali a questo punto devono proprio essere degli impresentabili, che i nostri colonnelli di AN, al confronto, erano dei dorotei. Si sviluppa invece fra gli sconfitti quella sindrome degli esclusi che poi diventa motivo d'orgoglio e di distinzione, come capita da noi con Buttafuoco, il quale è talmente orgoglioso della sua différance e così poeticamente innamorato della sua immagine da reietto che si è convertito all'islam per completare il quadro e porsi all'estremità ultima della questione (escludo che possa accadere anche ai Le Pen, così poco inclini al richiamo delle zagare). C'est bon.

Hegeliana/2

"Hegelianamente", no? Ci siamo capiti. E' un termine ormai entrato nell'uso comune, sui social lo usano in continuazione, soprattutto i giovani. Quando di un cosa si dice che è "hegeliana", si intende che vi è dietro una logica o una provvidenza, un piano che tende a un fine, un concatenamento di circostanze ben congeniate. Il concetto si adatta a meraviglia ai movimenti storici, e il movimento è perpetuo, quando sembra aver raggiunto la sua meta, da lì riparte per una nuova destinazione (dialettica hegeliana, sviluppo attraverso la contrapposizione). Alla morte di Hegel i seguaci presero due strade, alcuni svoltarono a destra, altri a sinistra. La destra hegeliana intese vedere nella logica che sottende la storia la mano del Dio onnipotente ed elevò il cristianesimo al rango di religione par excellence. La sinistra liquidò invece con Feuerbach la questione teologica (Non è Dio che crea l'uomo, ma l'uomo che crea l'idea di Dio) e volle partecipare attivamente al processo dialettico attraverso la prassi rivoluzionaria: farsi provvidenza per cambiare il mondo, cambiare il mondo (i rapporti di produzione) per cambiare le coscienze, e conseguentemente gli uomini. Ma esiste veramente questa logica metafisica che guida la storia e che architetta piani ben congeniati o è tutta una suggestione indotta dal tentativo di spiegare a posteriori la successione degli eventi? Esiste in ogni caso l'intricata trama delle loro relazioni, quella trama in cui viene intessuta la realtà e in cui si trovano calate cose e persone, e tanto ci basti.

sabato 12 dicembre 2015

Hegeliana

Hegelianamente parlando, il partito della nazione, o se volete la progressiva e inesorabile trasformazione del partito democratico in democrazia cristiana, risponde a una sua propria funzione storica, e cioè quella di presidiare il campo moderato in assenza della destra. Nell'ottica hegeliana ogni movimento della storia è infatti legato al precedente e insieme costituisce l'anticipazione di quello successivo (nel caso attuale, la reazione grillina e i travasi di bile della sinistra). Tutto ciò che accade si giustifica di per sé solo per il fatto di esistere, dal più terribile dei casi al più corrispondente alle nostre inclinazioni. Quindi, non datevi troppa pena, passerà anche Renzi con le sue Leopolde e le sue fascinose ministre per le riforme costituzionali, arriveranno altri ad occupare il suo posto, i quali, volenti o nolenti, prepareranno a loro volta il terreno ai loro futuri rottamatori. Hegelianamente parlando tutto si tiene, compresa, eventualmente, anche la rovina.

giovedì 10 dicembre 2015

Soluzione al sette per cento

Stasera l'idea è di infilarmi a letto a leggere Il segno dei quattro, che ho i piedi gelati, d'altronde Trump non ci concede il bis e non si può stiracchiare una cazzata per tre giorni di seguito, si squaglia, diventa una pappetta, vorrà dire che stasera me ne inventerò una io: i negri si sono inciviliti grazie all'apporto decisivo dei bianchi americani, fosse stato per loro stavano ancora a mangiare le banane (così omaggiamo anche Tavecchio). Intanto il Krasnodar vince sul campo del Qäbälä, qualcosa vorrà pur dire. Il segno dei quattro si apre con Holmes che per la noia si fa una pera di cocaina, "soluzione al sette per cento", il povero Watson gentilmente rifiuta (la campagna afghana), dopodiché passa alla rampogna. "La mia mente si ribella all'inerzia", ribatte Holmes, "Aborrisco la monotona routine dell'esistenza. Ho un desiderio inestinguibile di esaltazione mentale". Come non capirlo? Va da sé che io al massimo mi faccio una birretta, la quale, invece di esaltarla, mi ottenebra definitivamente la mente trascinandola in un torpore senza domani. Alla fine il Krasnodar ha vinto. Goodnight.

mercoledì 9 dicembre 2015

The lady is a Trump

Oggi stavo ancora pensando al Giubileo, di come molte porte si siano spalancate ai quattro angoli del globo terracqueo come metal detector o teletrasporti, attraversati i quali si viene mondati dai peccati e irrorati dalla misericordia di Dio (mi pare di aver letto nei Canti di Hyperion di queste case in cui ogni porta era un teletrasporto che conduceva a una stanza su un pianeta diverso, sai il casino con l'imu). Intanto la Roma ha pareggiato col Borisov. Di Donald Trump che possiamo dire? Andavano educati gli elettori, ormai è tardi, e poi vuoi mettere Melania Trump come first lady? E Ivanka first daughter, bella e bionda come le figlie dei ricchi (o Dio onnipotente sii misericordioso con Donald! E a questo punto anche con noi). Sul salvabanche un consiglio: impegolatevi solo con istituti too big too fail, prima che chiudano anche internet. Buonanotte.

martedì 8 dicembre 2015

Tout est pardonné

Dunque possiamo dire che oggi la scena era tutta per il Giubileo dei miserabili. Ecco, mi è venuto da pensare che anche i non credenti, per avere più presa sul popolo, dovrebbero creare le loro liturgie, gran parte del piacere di essere cristiani si risolve infatti nella rappresentazione scenica, nei gesti, nei rituali, nello sfavillio dei costumi e degli allestimenti. Ci sono atei, per esempio, che ne sanno più di un cardinale in fatto di etichetta, io appartengo ai distratti, di quelli che proprio non se ne curano. Subito dopo il Giubileo vengono i primi verdetti dei gironi di Champions League, ma ahimè anche lì, causa esclusione delle milanesi dalle coppe, non saprei dirvi di più. Devo dire invece che mi è rimasto impresso l'articolo di Langone sull'Immacolata*, nella parte del dogma da accettare così com'è, a scatola chiusa, per sgomberare la mente dai pensieri complicati e spianare le rughe del viso, ma soprattutto nella parte dell'onomastica: Concetta, Immacolata, Carmela, le cugine morbide dai ventri ospitali (ospitali alla vita), amadriadi della gigantomastia... ma si è fatta una certa, è l'ora della camomilla, bonne nuit.

lunedì 7 dicembre 2015

Rotari

Per interposta sciagura ora gli occhi sono puntati su Salvini, hai visto mai che sull'onda del momento possa riuscirgli l'exploit? La lepenizzazione del centrodestra italiano, del resto, procede a passi spediti causa naturale esaurimento dei moderati con scappellamento a destra (ora pare vada di moda scappellare a sinistra). I longobardi ebbero vita facile nel penetrare il corpaccione floscio della decaduta civiltà romana, e il Salvini ce l'ha la faccia da longobardo (Longobardos vulgo fertur nominatos prolixa barba et numquam tonsa, cioè i longobardi non si tagliavano mai la barba e per questo avrebbero dovuto chiamarsi longobarbi). Salvini è il Rotari in grado di riunire la penisola sotto un unico barbarico vessillo, da Pavia a Benevento, da Mediolanum a Spoleto passando per Castropignano. Be', l'ho fatta troppo lunga e pure l'ho nobilitata oltre i suoi meriti, la faccenda è molto più ordinaria e priva di rilevanza storica.

domenica 6 dicembre 2015

La défaite

C'è rabbia e indignazione fra i compagni, i lepenisti hanno vinto e non se lo sanno spiegare: com'è possibile che vinca ancora l'ignoranza, com'è possibile che non trionfi la ragione? Si sono spesi in chilometri di pagine per spiegare all'umanità l'uso corretto che si deve fare della democrazia, ma il popolo è bue e ha la testa dura, insiste nella sua dabbenaggine. La sinistra fu un tempo movimento di popolo e fra i suoi accoliti abbondavano cretini, omofobi e razzisti specchiati, oggi abbondano invece i professorini, quelli che si credono istruiti solo perché hanno fatto il classico. Ma sarà pure permesso ai francesi di avere paura? No, i francesi dovevano invece capire che un po' se la sono cercata, che è per colpa delle diseguaglianze se c'è gente che li odia al punto da ammazzarli davanti ai bistrot, perché fanno parte di quell'élite che se la spassa. Badate, compagni, che siete voi che state perdendo il lume della ragione, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Kirkegór

Tu lo sai che Severino Kierkegaard (pronunciato kirkegór, con la seconda kappa leggermente aspirata) era un uomo che non poteva sottrarsi, per educazione e per tradizione familiare, dal credere fermamente nel Dio abramitico, e proprio in quel particolare momento storico in cui in tutta Europa si assisteva alla crisi del sacro, prodromo di quella morte di Dio che fu poi annunciata da Nietzsche. Un personaggio amletico, il nostro, roso da mille dubbi esistenziali, conscio che la nuova razionalità illuminista aveva messo in crisi la pretesa tomista di giustificare la fede per mezzo della ragione, e per questo si spese per considerare la fede come uno scandalo tutto compreso nell'irrazionale. Non a caso Kierkegaard non aveva troppo in simpatia gli aspetti esteriori del culto, la fede era una cosa seria, qualcosa che sconquassava l'essere dalle sue fondamenta e che poteva anche spingere alla rinuncia e alla dolorosa disillusione di certe aspettative sociali o aspirazioni affettive (e qui si inserisce tutta la letteratura riguardante Regine Olsen, la donna su cui volle fondare il tempio del suo rimpianto e il culto della sua malinconia). Con Kierkegaard siamo dalle parti del proto-esistenzialismo, ma declinato non edonisticamente. L'angoscia deriverebbe non già dall'assenza di Dio o dall'impossibilità di credervi, ma piuttosto dalla vertigine che coglie l'uomo di fronte alle possibilità infinite offerte dalla sua libertà (lo sgomento di essere liberi). Kierkegaard fu così fonte di ispirazione per le teologie negative del ventesimo secolo che consideravano Dio come il "totalmente altro" rispetto agli uomini, quell'incommensurabile differenza qualitativa che si rispecchierà poi nel concetto di differenza ontologica heideggeriana. L'essenziale è stato detto.

Sotto lo storytelling, niente

Non so di che scrivere, non di Renzi perché mi pare un insulto alla serietà del momento, Renzi lo storyteller, con le sue Leopolde e i pantaloni alla saltafosso; potrei allora scrivere della mania degli americani per le armi, ma tutto è già stato detto ed è del tutto inutile voler insegnare agli americani le buone maniere, soprattutto sotto le feste. Allora parlerò di terrorismo. Scherzo. Lo so, in realtà voi siete preoccupati per il plenum della Consulta, vi capisco, c'è gente in sciopero della fame, manco uno struffolo o una fetta di pandoro. E poi, dovessimo mai dichiarare guerra al Bucodelkulistan, una Consulta impossibilitata ad operare nel suo plenum rappresenterebbe un pericolo per la democrazia. Ma passiamo alla stima del PIL: non c'ero, non conosco, non ho seguito, il mio metodo per misurare la salute dell'economia è più immediato, per esempio anche per quest'anno niente caviale. Comunque gli americani ci giocano con le armi, se ogni tanto ci scappa un morto ci sta, è un po' come i botti di capodanno (ridere).

mercoledì 2 dicembre 2015

Trahunt

Il mondo è pieno di individui (o di "singoli", per dirla alla Kierkegaard) che per risolvere inadeguatezze del tutto personali progettano di cambiare il mondo coinvolgendo se necessario l'umanità intera, ma il mondo non cambia in due minuti, né tantomeno lo fa per accontentare loro. Il progetto consiste essenzialmente nella volontà di ritagliarsi il mondo su misura, spacciando predilezioni personali per interessi generali quando non addirittura per leggi universali. La regola inerisce ai moralisti di ogni genere e natura, che siano del tipo marxista o del tipo religioso, non fa differenza. Così chi si sente schiacciato dalla logica del profitto desidera il superamento dei conflitti di classe (che non si sa bene cosa sia, ma basta la suggestione), e chi invece si sente rassicurato da un mondo più ordinato nelle sue abitudini si appella al suo dio per preservare immutabili certi istituti sociali e valori "non negoziabili". Senonché, le alterne vicende del mondo li trascinano loro malgrado nelle situazioni più disparate, ma quando occasionalmente accade che la realtà corrisponde miracolosamente ai loro desiderata, la cosa fa loro presumere troppo ottimisticamente di essere nel giusto e di avere avuto ragione: pie illusioni, il mondo non cambia per farci un piacere.