giovedì 31 dicembre 2015

Lo Zen e l'arte della manutenzione del cronotopo


fig. 1

Dice il saggio: così come l'occhio si illude di vedere una riga centrale sfumata quando invece è piatta e uniforme (fig. 1), così la coscienza ci illude che tutto sia in movimento quando in realtà tutto è fermo, realtà eterna e atemporale che comprende tutto ciò che accade. Il saggio non fa uso di sostanze psicotrope(1). «La nozione di tempo potrebbe rivelarsi un concetto utile solo nell’ambito di una descrizione approssimata della realtà macroscopica», dice il fisico(2), e se lo dice lui invece ci fidiamo. La realtà cosciente come prodotto olistico(3) della lavorazione dello spazio-tempo, il quale ha la caratteristica di essere già tutto spiegato(4). "Quello che sembra movimento in realtà non lo è", andavano cianciando gli eleati(5), gente bistrattata dalla storia, considerati alla stregua di illusionisti, colpevoli di giocare con la logica per amore dell'assurdo (il tempo è pure galantuomo). Kant invece, con la sua idea delle categorie a priori: così come il vaso dà la forma all'acqua che contiene, così la coscienza dà la forma alla realtà che produce, ma "come puoi contenere quel che ti contiene?"(6). E a questo punto mi voglio rovinare, ci voglio aggiungere anche il velo di Maya, il Tao e lo Zen e il tiro con la motocicletta, e per finire il povero Husserl, il quale, con la sua fenomenologia, ci suggerì di considerare come vero e reale solo ciò che si mostra nella misura in cui si mostra: la riga centrale sfumata è l'unica reale, la riga centrale piatta è un prodotto concettuale secondario. Proprio perché vede, egli non osserva. Amen. (il cronotopo è un roditore che viaggia nel tempo).

(1) Stasera ha mangiato la pastina.
(2) Carlo Rovelli, "Gravità Quantistica", Enciclopedia Treccani.
(3) Il tutto che è altra cosa rispetto alla semplice somma delle parti.
(4) Srotolato.
(5) Parmenide e Zenone. 
(6) Kung Fu, Serie TV (1972-1975), con David Carradine.

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