lunedì 31 ottobre 2016

Lückenbüßer

Era il povero Bonhoeffer che parlava di Dio sempre più ridotto a "tappabuchi" (Lückenbüßer), cioè soluzione che interviene nei casi ancora irrisolti dell'esistenza, come nel caso dello scatenarsi delle forze della natura che ci rammenta come nemmeno la terra su cui abbiamo costruito la casa ci appartiene: nella misura in cui l'uomo diventa impotente cresce il bisogno di Dio, quanto più diventa potente tanto più Dio viene messo da parte. Noi non credenti diremmo che questo elastico è la prova lampante che Dio non è che una proiezione delle nostre aspirazioni frustrate, Bonhoeffer era uomo di fede e intendeva invece riportare Dio al centro e non più ai margini dell'esperienza umana, con quali risultati non sapremmo dire. Io devo ammettere che più passa il tempo e più sono indulgente nei confronti della fede, fosse anche un tappabuchi, che la vita è davvero troppo terribile per non concedersi una scappatoia, chiamala pure debolezza, l'importante però è che resti una cosa intima e personale e non ceda alla tentazione di diventare visione organica e politica del mondo, che la fede non venga confusa con la religione, insomma, che della fede è il risvolto più contingente e secolare e per questo più irrilevante ai fini di un'ipotetica salvezza (io, più che in Dio, confido come saprete nel rimedio ontologico).

Il paese reale

Stamattina, a faglie ferme, siamo partiti subito forte: gli sfollati in tenda e gli immigrati in albergo. Che si lamentano pure del mangiare, ah ma io stavolta voto Grillo! (Grillo? Vota Salvini!). (Salvini non gode di molta credibilità nemmeno fra i suoi). Prima gli italiani, se li prendano i frati gli immigrati, ne hanno di conventi, invece di metterci dentro le suore, che se li prenda il papa! Che c'è gente che non ha più neanche la casa, che si prendano gli italiani invece di aiutare i négher! Che i rumeni rubano il rame e poi vengono giù le montagne. Comunisti di merda. Che il comunista, come saprete, non è il materialista storico che abbiamo studiato tutti sui libri (vero che lo abbiamo studiato tutti?), il comunista è per la gente del luogo quello che fa il buonista con il culo (i soldi) degli altri. In questo io non sono tacciato di comunismo dal brianzolo medio perché pur essendo filosofo non faccio il buonista (oltre ad essere un formidabile taccagno, una via di mezzo fra un ebreo, un ligure e un comasco, giustamente). Se dai in mano il paese ai comunisti è lo sfascio, non lo vedi che continuano a far arrivare gli stranieri? Renzi si è giocata una buona fetta di consensi su questa politica dell'accoglienza, a fare l'Orban ci avrebbe guadagnato il Sì senza patemi. Troppo cinico? Solo realista.

sabato 29 ottobre 2016

Il popolo bue e l'intellighenzia asina

A questo punto più che di Renzi io mi preoccuperei del webetismo diffuso che minaccia la sana pianta scientista, concentrati a liberare il paese dalla peronospora renziana non ci accorgiamo che alle spalle ci stanno segando il ramo, fra un po' finiremo davvero per credere che il terremoto nel Centro Italia sia opera delle multinazionali del petrolio. Io ve lo dico, qui bisogna riconquistarsi la fiducia del popolo bue ormai in balia dei falsi miti di regresso, dal movimento anti-vaccini a quelli che credono che il mondo sia governato da una cricca di alieni in combutta coi Rothschild, non vorrei che al popolo bue finisse per corrispondere una pedissequa intellighenzia asina, tanto perspicace quanto cretina, questa non è una profezia, è già realtà.

giovedì 27 ottobre 2016

Bagatella

Appurato che il progetto "umanista" di spiegare le buone creanze agli incolti attraverso il discorso di ragione è pressoché fallito sovrastato dalla paura fottuta, possiamo dire che Oriana Fallaci da lassù non ha motivo di preoccuparsi, la rabbia funziona che è una meraviglia e l'orgoglio la segue a ruota: non li vogliamo i migranti a casa nostra e nemmeno ci preoccupiamo di distinguere il grano dal loglio, l'importante è non averceli fra i piedi. Non a voi che siete cresciuti fra oxfordiani e soppesate da lontano la realtà come una biglia iridescente, dico a noi che ci rotoliamo nel piscio qui al pianoterra, mors tua vita mea, non si fanno prigionieri. Poi è chiaro che siamo tutti uguali di fronte al Signore, però intanto lascia fare.

lunedì 24 ottobre 2016

Il grande Burp

Chi vota No non vota tanto per salvare la democrazia quanto per mandare a casa il cattivone, l'arrogante di turno, chi vota Sì per non dargliela vinta a chi vuole mandarlo a casa, la storia si riduce a questo. Poi se vogliamo fare i Zagrebelsky della situazione facciamo pure, ma la storia di ogni elezione è storia di come la bile trova lo sfogo a lei più congeniale, altro che ratio, cherchez la bile. In altre parole le elezioni sono come una lavanda gastrica collettiva in cui i più disparati disturbi della personalità vengono evacuati in pubblico elevandosi a questioni nazionali. Burp.

domenica 23 ottobre 2016

Sesso con persone anziane

Prendi per esempio la campagna elettorale americana e il famoso pompino di Madonna, la prima cosa che verrebbe da chiedersi è: con dentiera o senza? Degna conclusione di una campagna in cui di tutto si è parlato fuorché della realtà, forse già troppo complessa per gli scarsi mezzi retorici dei contendenti. E così rientra in pista nonna Louise, in un derby tutto giocato con la nipotina Miley, la quale ora per ribattere non saprà più cosa inventarsi, panico fra i direttori artistici. A me sta benissimo questo sbraco dei costumi e vanno benissimo anche i dibattiti sul pompino come atto di sottomissione della femmina o come opportunità di dominazione del maschio, va tutto bene. Solo avrei voluto da Hilary un guizzo alla Maria Elena Boschi, che so, un'autocontenitiva malandrina che fa capolino da una gonna a mezza coscia, ma ripensandoci bene forse è meglio così: Hillary, continua pure a vestirti con quei terribili tailleur maoisti a nuance merkeliane, che la tua forza sia solo negli argomenti, per carità di Dio.

Difetto

Mi è rimasta ancora un po' di pietà per gli uomini, è il mio principale difetto, quando arrivo al fondo del caso umano il mio risentimento rincula e provo misericordia, così che il cretino in certi casi mi risulta anche simpatico. Non è una misericordia che muove dalla benevolenza, al contrario, muove dalla malevolenza, ma tant'è, è il massimo che posso fare. Se il cretino è poi destinato alla sconfitta allora la pietà sbraca, non trova più ostacoli, se non può più nuocere allora favorisce la magnanimità. Insomma, infierire sullo sconfitto mi fa orrore, posto che la pietà non sia invece la forma più crudele di vendetta. Questo valga per i casi presenti e futuri.

Break

Credo di essermi stufato di pensare al referendum, credo sia legato alla melanconia, semplicemente a un certo punto mi viene un groppo alla gola e non ne posso più, credo che comincerò a parlare di fica (ci siete cascati, eh?), o meglio di fisica dei quanti (scherzo), oppure del gatto (di Schrödinger, povera bestia). Mi sento così ispirato la mattina, tutto pieno di energie che mi pare addirittura di apprezzare le donne (addirittura), metti poi il caso che queste quattro righe le ho scritte ieri notte e le ho programmate per stamattina, c'è dell'ottimismo (speriamo ben riposto).

mercoledì 19 ottobre 2016

Usa la Forza, Luke

Volevo proporvi il grande tema del fallimento della ragione quale mezzo di persuasione e criterio per stabilire la verità. Un esempio pratico: se vince il Sì avremo un governo più stabile che potrà prendere decisioni più rapide nell'interesse del paese, logicamente parlando non fa una piega. Se vince il No ci eviteremo invece una vera e propria dittatura della maggioranza, e anche questo argomento non farebbe una piega. Dove sta dunque la verità? Potenzialmente ovunque e da nessuna parte, che ogni argomento si regge su una sua propria logica (se non altro in rapporto alle intenzioni), qui conta più l'atto di fede, dipende da quanta fiducia sarai disposto a riporre negli uomini, tenendo presente che in questo campo l'astuzia sovente supplisce agli argomenti: non alla ragione ti potrai aggrappare (usa la Forza, Luke).

lunedì 17 ottobre 2016

Breve riepilogo

Ci siete, vi sto annoiando? No perché di Renzi abbiamo detto tutto, dei grillini pure, a un certo punto si comincia a girare intorno, metti pure che spesso mi dimentico di avere già detto le stesse cose, qui si comincia a girare intorno (appunto). Se vi interessa qualche altro argomento non avete che da dirlo, per esempio potremmo discutere delle ultime sfilate spring ready-to-wear 2017, invero un po' carenti di motivi da stampa, o di coscienza quantica o di kundalini o di ditalini (ovviamente rigati), insomma, di quel che volete.

sabato 15 ottobre 2016

Fermare il declino

Giornata grigia, il mio umore come il cielo: plumbeo. Potremmo parlare della manovra finanziaria. Le nostre assomigliano tutte a dei rattoppi allo stesso paio di brache, talmente rabberciate e ricucite negli anni da avere perso ogni ipotesi d'integrità strutturale. Ogni manovra interviene a riparare i guasti delle manovre precedenti, una vasta partita di giro tanto vana quanto imprescindibile, "passo dopo passo", o se vuoi "una mano lava l'altra e tutte e due lavano il culo". Grande euforia per la cancellazione di Equitalia, i debiti verso l'erario verranno estinti per decreto legge (chi voterà Sì avrà in dote un bonus per la ristrutturazione dei controsoffitti). Qui facciamo dell'umorismo ma in realtà si tratta di una cosa seria, ho dei following su Twitter esperti di spending review, gente di polso che saprebbe dove mettere le mani, li invidio molto, si vede che è gente che ha studiato.

venerdì 14 ottobre 2016

Ignobel

Causa il mio disagio mentale non desidero quasi più, il tempo di alzare il sopracciglio e già il desiderio s'è irrancidito, mi mostra il volto della sua noia mortale. Mi tocca faticare per cercare qualcosa che mi rivitalizzi un po' e la stessa ricerca mi pesa come un lavoro, le fatiche di Sisifo. So come sono fatto, talmente è lo schifo che finisco per schifare pure Dylan e Dario Fo, pace all'anima sua, gente che ne venera il mito senza nemmeno averne letto un libro. Io ce l'ho: il Mistero Buffo, preso quando ci credevo e tuttavia abbandonato alla prima pagina, usato, al Libraccio, mi restituiscono 1 €, tanto vale buttarlo nella pattumiera (che noia questi Nobel).

mercoledì 12 ottobre 2016

Palingenesi

Tesi: il Pd è nato come cartello elettorale contro Berlusconi, venuto meno Berlusconi viene meno anche il Pd, come la Dc dopo il muro di Berlino. Come una faglia che finalmente crepa, i tempi sono maturi per il grande cataclisma, e mi sbagliavo a dire che non sarebbe cambiato nulla, o meglio: non cambierà nulla nella sostanza, che il destino dell'Italia è ingovernabile, cambieranno invece le forme, gli arabeschi di superficie, e abbacinati dalla sublime bellezza della catastrofe ci entusiasmeremo in atto per le novità in potenza e ripartiremo per un nuovo giro di speranza nel futuro: accade questo, periodicamente.

Il piacere del sublime è diverso da quello del bello; questo infatti produce direttamente un sentimento di esaltazione della vita; quello invece è un piacere che ha solo un'origine indiretta, giacché esso sorge dal sentimento di un momentaneo arresto delle energie vitali, seguito da una più intensa loro esaltazione. (Critica del Giudizio)

lunedì 10 ottobre 2016

Politica 4.0

A guardarla dalla prospettiva della direzione Pd la politica pare esserci ridotta a uno showcase di completi slim fit, la stessa componente rossa, un tempo maggioritaria, s'è ridotta a un'accozzaglia di personaggi risibili, divisa fra apocalittici e boccaloni, da vergognarsi di averli votati. Sono i tempi che corrono, di quella tradizione, semplicemente, non se ne sente più il bisogno, il residuo pensiero di sinistra, estenuato, si sta lentamente spegnendo nel gentismo grillino, questo è lo stato dell'arte e questi sono gli ingredienti con i quali ci toccherà cucinare il futuro (quel ramoscello d'ulivo incastrato fra "Partito" e "Democratico" ormai è puro folklore, tanto vale metterci una foglia di basilico).

domenica 9 ottobre 2016

Disperato erotico Trump

Io le donne le abbranco direttamente da dietro, senza chiedere il permesso, tanto ho il fascino dell'intellettuale e da me si fanno fare quello che voglio. Ivanka Trump è una figa pazzesca (tanto suo papà non s'incazza), ma avete visto che tette? Los dos cupulas de la catedral de Sevilla. Oh, intendiamoci, trentaquattro anni, ancora un anno e poi te la pigli tu la carne in scatola, che a noi ci piace il filetto (ameregano m'hai provocato? E mo' me te magno). (un blagueur del genere non si vedeva dai tempi di Cocco Bill).

Il caso delle missionarie

Si scoprì che c'era un cunicolo segreto con stanze e alcove e quant'altro che univa il convento dei frati a quello delle monache, e pare ci avessero trovato una gran quantità di cadaveri di neonati, questa storia si tramandava come una leggenda nera senza possibilità di riscontro, se non vera appariva verosimile, e c'era il caso del parroco del paese che aveva già avuto tre mogli e lui si giustificava col fatto che lo avevano costretto a farsi prete perché in casa non c'era di che mangiare, e questa non era una leggenda. Insomma, cose risapute dagli uomini di mondo, non invece dal Papa che è figura oltremondana e persona candida per antonomasia, cascante dal pero per definizione, se non per contratto. Speriamo solo che il filone possa mantenersi florido per il futuro, sarebbe un peccato rompere un giocattolo così ben congegnato (da quando si è perso l'uso della fustigazione, qui in occidente, anche i sagrestani possono convivere more uxorio e questo toglie la giusta tensione al rapporto).

sabato 8 ottobre 2016

Credere

E' difficile non credere a niente, anche quando non è tua intenzione credere in qualcosa ti rendi conto che credi che non credere a niente sia meglio che credere in qualcosa (potete prendere un cachet, non è mia intenzione farvi venire il mal di testa). Forse siamo destinati allo scacco ecc. ecc. Forse anche l'atto del credere appartiene alle categorie a priori, forse siamo programmati per credere e non possiamo esimerci dal farlo. Perché credere non significa solo avere fede in Dio (troppo facile), significa soprattutto abituarsi a una certa visione del mondo, per comodità e perché non si può vivere a lungo nell'incertezza senza piantare un chiodo, fisso, possibilmente. Non credi in Dio? E allora crederai negli atomi, sembrano mantenere quel che promettono, fosse anche la morte. Crepate pure se ci tenete tanto. Io per parte mia comincerò a credere che esista una qualche scappatoia connaturata alla logica dell'essere, se non altro mi servirà per dormire la notte e non avere più quegli incubi in cui mi assale la certezza dell'annientamento e tutta la vita mi pare spesa invano, dici poco.

Paradosso del pubblicitario

Per un adeguato compenso in denaro non solo sarebbe disposto a fare campagna per il Sì, ma sarebbe come vincolato al suo mandato, quello del rispetto verso il committente, rispetto che d'altronde si fonda su un reciproco interesse (per me la campagna, per te il denaro). Di questa logica del mercato io una volta ero l'acerrimo nemico, ora invece ci vedo solo una trasposizione esatta di quello che realmente siamo e quindi sono più disposto ad accettarla: l'etica dell'uomo è l'interesse e di conseguenza anche quella del mercato (il gioco si complica solo perché ciascuno ha una sua propria idea di ciò che è il suo interesse).

mercoledì 5 ottobre 2016

Don't feed the politicians

Non si è davvero capito perché dovrebbe sorprenderci il Sì al referendum di Benigni, così come non lo consideravamo un genio prima giusto perché pigliava per il culo Berlusconi (e capirai), ora non si capisce perché dovremmo considerarlo una canaglia, la sua opinione semplicemente vale meno di zero, ci penseranno quelli ne avevano alimentato il mito, io non c'entro. Non cascherà il mondo se vince il No, non ripartirà l'Italia se vince il Sì, tutto come prima: il politico va disinnescato con l'indifferenza, altrimenti si monta la testa.

martedì 4 ottobre 2016

Un buon analista

Noi pensiamo, plurale maiestatico, che le passioni politiche siano equiparabili nella forma e nella sostanza a quelle sportive, che la predilezione per una parte politica scaturisca per ragioni oscure dai più profondi recessi dell'anima, priva di qualsiasi ratio: credo ut intelligam, la fede precede la ragione (la politica è l'atto di fede per eccellenza essendo la via del buon governo la più lastricata di buone intenzioni). In sostanza il politico, analogamente alle squadre di calcio, è il collettore delle nostre frustrazioni e di tutte le ambizioni represse, trasferitele su di lui, ad ogni sua vittoria e un po' come se vincessimo anche noi, ci sentiamo riscattati, trepidiamo e lo difendiamo nelle dispute come se ne andasse di noi, la scelta originaria fu essenzialmente emotiva, solo dopo intervenne la ragione per difendere l'irragionevole, talvolta l'indifendibile, e giù di fiumi di inchiostro e di battere di tasti... un buon analista, ecco quel che ci vuole.

lunedì 3 ottobre 2016

In soccorso dell'oligarchia

Deh, occorre venire in soccorso dell'oligarchia. Mi pare, e ditemi se sbaglio, che vi sia in atto un tentativo nemmeno troppo velato da parte dei soliti disfattisti di dipingere l'oligarchia, concetto nobilissimo, come qualcosa di sporco e di cattivo, il governo dei pochi che esercitano il potere principalmente per tornaconto personale. Già quell'insopportabile moralista di Aristotele, quello scarso in astronomia, ebbe a dire la sua sull'oligarchia, ma io dico, con l'autorità che spetta ai moderni, che l'oligarchia è cosa buona, che per troppo tempo è stata vittima di un ingiusto pregiudizio e che ogni democrazia, a guardarla bene, non è che un'oligarchia rappresentativa, il governo dei pochi che ricevono mandato dai molti per fare l'interesse della comunità. Non lasciatevi traviare dunque dai rancorosi che vorrebbero mandare tutto in vacca, per loro tutto è male fuorché la democrazia, che intendono come il luogo in cui bisogna accontentare tutti, la greppia in cui più si mangia e più si è giusti, no, è ora di cambiare verso, l'eccellenza tornerà di moda, àristos cràtos, il governo dei migliori (un discorso degno di Gorgia, Mussolini queste cose già le scriveva sull'Avanti!).

domenica 2 ottobre 2016

Appunti inutili: la panciera dimagrante

Il solito faccino da americana, bionda, naso a patata e bazza d'ordinanza, il tutto affogato in un fondotinta color carota, di solito si chiamano Whitney, Britney o Wendy. Questa in particolare si chiama Cindy e pubblicizza una panciera dimagrante, di quelle che ti fanno sudare, le metti alla mattina e alla sera hai già la tartaruga. Ha il piglio da cheerleader, un entusiasmo trattenuto e molto professionale, è vestita come Olivia Newton-John nel video di Physical, sicuro si nutre di beveroni e di energy bars, l'attività fisica devono avergliela incistata nel chip fin dalla Preschool. Sono le tipiche ragazze che a dargliele a un David Lynch te le ritrovi dentro un sacco di plastica con il rossetto slabbrato, alla peggio inseguite da un velociraptor per Steven Spielberg. E' la fiera dello stereotipo: c'è il grassone svaccato sul couch che indossata la panciera si trasforma in un distinto signore in giacca e cravatta, pronto per piazzare una polizza (si vede che trattiene il fiato), c'è la signora latina un po' in carne, sul genere Milf, che si rimira allo specchio passandosi i palmi sui fianchi come a sottolineare un miglioramento che noi invece stentiamo a cogliere ma che concediamo per galanteria. E poi in regalo per lei un paio di leggings miracolosi che ti fanno le gambe alla Bella Hadid, per lui un manubrio speciale per tonificare i tricipiti nel sonno.

Decidere

I cittadini sono stanchi di essere chiamati alle urne ogni tre per due, lo dimostra il referendum in Ungheria, decidano gli eletti, sono lì per questo, troppo comodo far ricadere ogni volta la colpa sugli elettori. Si tengano pure queste elezioni, per carità, ma massimo una volta a lustro, che di questo passo si indirà una consultazione anche per andare alla toilette. Proposta: al podestà siano garantiti i pieni poteri per tutta la durata del suo mandato e ai cittadini la libertà di esprimere il loro biasimo mediante il lancio di ortaggi, superato un certo tonnellaggio al podestà sia tagliata la testa seduta stante e avanti il prossimo, una democrazia che non sa decidere è una democrazia vuota.

Decìdere v. tr. [lat. decīdĕre, comp. di de- e caedĕre «tagliare», propr. «tagliar via»].

Si può dare di più

Può dare di più Francesco (l'è tanto caruccio il Francesco con la sua barbogia), potrebbe per esempio insinuare in uno di quei suoi abituali sproloqui d'alta quota che al gender andrebbe accesa la miccia sotto il culo, e tutti giù a ridere (che sagoma). O per esempio che è colpa degli esorcisti, che non se ne trovano più come una volta, che prima di aprire chiedete che vi mostrino l'aspersorio, stronzate del genere, tanto le ha in canna, non crediate, quello vi piglia tutti per fessi (che volete farci, è rivoluzionario).

sabato 1 ottobre 2016

NO!

La democrazia in mano agli italiani è pericolosa, rendiamola ingestibile. La democrazia non sia decisione di una sola parte, la democrazia sia prassi dei veti incrociati, groviglio, garbuglio e gnommero inestricabile, solo così potremo scongiurare le derive autoritarie. Diciamo no a chi dietro la maschera della semplificazione procedurale vuole propinarci i grillini per cinque anni. Il parlamento, nella piena funzionalità delle sue camere, sia bivacco di corrotti, di traditori, di voltagabbana, nella corruzione dei costumi la salvezza della Repubblica Italiana. Il 4 dicembre nella solitudine della cabina elettorale vota NO, per difendere l'Italia, per difendere gli italiani.

Per un pugno di boria

Vista l'assenza del quorum la strategia migliore sul referendum sarebbe stata quella di parlarne il meno possibile, zitti e mosca, understatement e profilo basso, si sarebbero mosse le truppe cammellate, che all'italiano medio notoriamente poco gliene cale dei referendum, e tutto si sarebbe risolto come alle europee, affluenza scarsa e percentuale monstre. Ma Renzi no, lui vuole passare alla storia come il grande riformatore, la tentazione del ganassa era troppo forte e la spavalderia un obbligo morale, e così adesso sarebbe proprio un bello scherzetto se vincesse il no, perché anche ai gatti bisogna prima fargliela annusare bene perché imparino a farla nella sabbietta, sennò non capiscono (chissà gli accidenti che gli starà tirando il presidente emerito).