giovedì 18 aprile 2024

Sono una vittoria di Franco Basaglia, dovevo stare dentro e invece sono fuori, fingo molto bene di essere sano, mano a mano sto raggiungendo livelli sempre più alti di sanificazione, poi, sono sicuro, un bel giorno basterà un dettaglio, una pagliuzza infilata precisamente in mezzo all'ingranaggio giusto e ritornerò pazzo da legare. Mi guardo da fuori e mi giudico: questo va bene, questo non va bene, dove bene e male sono qualcosa di puramente strumentale alla capacità di sembrare sano agli occhi degli altri. Certo misurare la propria salute mentale nel giudizio degli altri è qualcosa da pazzi, ma è la pazzia che va per la maggiore, e quando tutti sono pazzi nessuno alla fine lo è. Bye. 

martedì 9 aprile 2024

Bisogna arrivare a cinquant'anni per scoprire che perfino il pomodoro fa i fiori, e persino il prezzemolo, nozioni che in città non servono affatto essendo che i fiori crescono in certi luoghi specifici chiamati "fioristi", contesti urbani e oserei dire anche civili in cui la frutta non si spicca volgarmente dall'albero ma si trova già signorilmente imballata dei reparti ortofrutta. Venire a contatto con una lumachina è qualcosa di sconcertante, la natura offende profondamente la nostra dignità, e tuttavia sono sulla buona strada per diventare un contadino provetto, come Poirot in pensione che tirava giù i santi perché non gli crescevano abbastanza grosse le zucchine (c'entra Freud, presumo). Le angiosperme, per esempio, voi non sapete cosa sono: sono tutte le piante in cui i semi sono avvolti nei frutti, cioè che hanno dei semi ben costuditi, secondo etimo (angio-, "ricettacolo" in botanica, "vaso sanguigno" in anatomia). Tutte le comuni piante che fanno i fiori sono delle angiosperme e questa scoperta in qualche modo mi ripaga di tanto lavoro e tanto sacrificio. Offro questo fiore di zucchina a tutte le signore lettrici, come tutti sanno, sono fiori edibili, soprattutto in pastella.

lunedì 8 aprile 2024

I miei cognati nordamericani sono tutti presi dall'eclissi totale, in Canada hanno chiuso perfino le scuole per evitare che i più piccoli ne abbiano un danno permanente alla vista, come ne Il giorno dei Trifidi, l'umanità accecata da una pioggia di meteore verdi, tutti col naso all'insù ad osservare il fantasmagorico spettacolo pirotecnico e l'indomani ciechi e alla mercé di deambulanti piante carnivore, meglio non rischiare. Io ricordo probabilmente l'eclissi parziale del 1980, Gianni con la maschera da saldatore e gli occhialini con il filtro rosso e blu, quelli per vedere l'albo di Topolino in 3D che tutt'ora conservo come una reliquia, e la carta dei Boeri, i Ray-ban a specchio e un'altra caterva di vetrini fumé, sul telescopio avevo invece montato uno schermo bianco su cui si posava, assorbita, la luce del sole, smanettavo sulle manopole per inseguirne il disco, lo sfuggente dio Ra. Il sole ha tante piccole macchioline che vagano sulla sua superficie come i moschini davanti agli occhi, ma guai ad osservarle direttamente, si rischiano guai seri (le macchie solari sono zone della superfice in cui la temperatura è più bassa). Dell'eclissi parziale del 1999, a Como, in via Milano alta, ricordo solo la sensazione repentina di freddo e la luce crepuscolare, il dio Ra è il più figo di tutti.

domenica 7 aprile 2024

Stamattina pensavo all'idea romantica di Nietzsche che fosse più virile il tipo di uomo greco, presocratico, "romantico" nel senso del movimento culturale, ma anche nel senso sentimentale, l'iperboreo greco, insomma, il mortale che ha di fronte a sé la nuda verità della morte, il destino maschio da preferire a quello femmineo e mammollesco del rimedio teologico e filosofico, morali per rammolliti; da opporre al romanticismo e al sentimentalismo di Kierkegaard, il furore di Dio, lo scandalo della fede, scandalo perché la modernità già aveva cominciato a rosicchiare i talloni del Dio certissimo ed eterno, ontologicamente trascendente e tuttavia praticamente operante nella vita degli uomini attraverso le tradizioni religiose, il Dio poi decretato morto dal Nietzsche ma inseguito da Kierkeegard con lo stesso infoiamento con cui Nietzsche inseguiva zompettante come un fauno in redingote il suo Dioniso; questo è quello che pensavo stamattina.

sabato 6 aprile 2024

Siamo solo dei poveretti a cui il mezzo internet ha dato un'illusione d'importanza, potrei anche omettere il "noi" per passare a un più appropriato "io", ma il fatto di coinvolgervi, non abbiatene a male, mi allevia in parte le sofferenze. Soffro in buona sostanza di vergogna per avermi dato tutta questa importanza, per essermi illuso di fare dei grandi discorsi di principio, cancello tutto e ripartiamo, senza più princìpi e senza più importanza. Il sistema, che sia democratico o meno, ci sovrasta, i diritti umani sono dei dell'Olimpo che olimpicamente se ne fregano di noi, facciamo allora che ce li concederemo uno per uno, individualmente, quando ci incontreremo per fare amicizia come atto di cortesia, e finita lì. Grazie per la cortese attenzione e a risentirci.

sabato 30 marzo 2024

Ieri in città sono rimasto imbambolato a guardare tre gatti che facevano la posta ai bidoni del macellaio, giornata estiva, luce calda, arancione, tre gattoni randagi, i jazzisti degli aristogatti, due bianchi e uno bianco e grigio; il più intraprendente era quello pezzato, faceva la spola dentro e fuori il bidone dell'umido, agile come un gatto, saltava sul bordo e poi giù a capofitto nell'abisso, ne riusciva ogni volta con un bonbon, con un bocconcino prelibato che si pappava lappando il suo musetto felino con eleganza felina. Gli altri lo guardavano da sotto aspettandosi che cadesse un po' di manna anche per loro, ma quello era troppo preciso nel suo lavoro, non c'era trippa per gatti, così alla fine si era deciso di saltare su anche quello bianco con la rogna dietro le orecchie, aveva guardato incerto dentro il bidone, occupato, così si era risolto a camminare sul bordo degli altri due, ma dentro doveva esserci il vetro o la carta, niente di edibile, sicché rimaneva in bilico come un equilibrista, con quella nonchalance tipicamente gattina, e invero anche un poco esitante e incerto sul da farsi, con un'espressione scema sul muso, da gatto bastonato. L'altro nel frattempo continuava esatto il suo lavoro, se li pappava tutti lui, che si mettessero a lavorare anche loro se volevano mangiare invece di starsi a leccare per il lungo le zampe sotto un suv, che vita da gatti.

giovedì 28 marzo 2024

A casa del mio amico, alle medie, in adorazione davanti al suo impianto stereo, bello, imponente, illuminato come una centrale elettrica, le casse due torri gemelle, discorsi da grandi: ma fin dove si sente? Cun li fnestri verti as sent fin a Felonica! Diobò s'al stusa! Per sentirci Nik Kershaw e i Duran Duran, la synthwave quando non era ancora synthwave. Io canottiera e pantaloncini incastrati nel culo, con lo spacchetto, le gambe più lunghe del tronco, capelli gonfi, occhiali a goccia come Sylvester Stallone in Cobra, Giovannino Coscialunga. Lui aveva fatto l'appendicite e lo aiutavo a recuperare i compiti, ripasso di storia: Giuseppe Mazzini e la Giovine Italia, merenda con il KitKat. Prima o dopo di Chernobyl, non mi ricordo. Avevo capito solo che non si poteva mangiare l'insalata, respiravo piano, per non inalare, questo prima o dopo il mio amico, non mi ricordo. Aveva una bella casa, a due passi dalla mia. E un altro compagno di classe meridionale, figlio di gente che era venuta su a costruire la centrale elettrica, che mi aveva portato a vedere E.T. con suo padre sulla 131 Mirafiori con il cockpit pieno di spie (questo lo possiamo datare con certezza: dicembre 1982). Gli ero saltato sopra il letto a castello, era caduto il letto di sopra su quello di sotto, sotto ci era rimasto un micronauta, me lo aveva riportato il giorno dopo. Che tempi. Erano usciti New Gold Dream, Avalon, Rio, Thriller di Michael Jackson. Gli anni '80 in provincia, a succhiarci il futuro in un piedone dell'Algida, il Simon, il Mastermind. Gennaio: durante il Consumer Electronics Show viene presentato l'home computer Commodore 64. Febbraio: nasce Radio Deejay. Le forze armate israeliane invadono il Libano meridionale, Roberto Calvi viene trovato impiccato sotto un ponte del Tamigi. 30 giugno: undicesima applicazione del minuto di 61 secondi, si sciolgono gli ABBA (era ora). Ci ritroviamo nella curiosa situazione di dover andare avanti per poter tornare indietro, ritorneremo, prima o poi.

martedì 26 marzo 2024

Ho sempre meno l'ambizione di scrivere, se non mi sentite per lunghi periodi non allarmatevi, sono certo che sopravviverete.

mercoledì 20 marzo 2024

Vite dei santi: San Francesco di Paola

Qui in Calabria sono molti i Francesco per via della devozione a San Francesco di Paola, santo eremita e fondatore dell'Ordine dei Minimi di ispirazione francescana (il suo stesso nome gli fu dato in onore del santo di Assisi). È rappresentato col volto bonario e barbuto, in età avanzata, eremita nell'aspetto, presso di lui, si narra, chiedeva intercessione la povera gente per le questioni ordinarie e per le riconciliazioni. Fece sgorgare una fonte semplicemente battendola col bastone, la fonte della Cucchiarella che ho personalmente visitato quest'estate, fermò delle pietre che minacciavano di cadere sul suo convento apostrofandole bonariamente con un "fermatevi, per carità!", e quelle, sentendosi esortate in quel modo così gentile a trattenersi, gentilmente si trattennero, e poi il miracolo della fornace: San Francesco era molto affezionato a un agnellino di nome Martinello, un giorno, sentendosi affamati, alcuni operai intenti alla costruzione del convento lo cucinarono e se lo mangiarono, il santo andava così cercando il suo agnellino e gli operai negavano di averlo visto, finché, richiamato per nome, l'agnellino emerse per intero e non masticato dalla fornace ardente in cui i colpevoli manducatori avevano precedentemente gettato le ossa (gli avanzi della "carne minuta"): grande fu lo stupore, e grande fu la commozione. Il suo ordine seguiva le canoniche regole francescane votate all'umiltà e alla carità con l'aggiunta di un'ulteriore regola quaresimale, quella dell'astensione dalle carni e dai suoi derivati, latte, uova e formaggio, sicché si può dire che l'Ordine dei Minimi seguiva una vera e propria dieta vegana, dieta della longevità che permise al santo di raggiungere la veneranda età di 91 anni. La sua fama di guaritore raggiunse anche la Francia: nel 1482, Luigi XI, detto il Prudente, lo mandò a chiamare per guarirlo da un grave malanno, il santo, a malincuore, acconsentì di lasciare la sua terra anche su pressione di Papa Sisto IV e del Re di Napoli, che intravidero la possibilità di una favorevole ambasceria presso la potente corte francese, il santo dunque partì e raggiunse Luigi giusto in tempo per vederlo aggravarsi e di lì a poco morire, ma la santità di Francesco era tale che il popolo lo prese comunque in simpatia. Morì dunque in Francia senza rivedere più la Calabria, assecondando un destino che egli aveva già iscritto nel nome. In Francia gli appartenenti all'ordine sono chiamati Bons-hommes, brav'uomini, in Spagna sono detti "padri della Vittoria", perché Francesco aveva predetto a Ferdinando II la vittoria contro i Mori, in Germania sono invece chiamati "paolani", o paulaner, da cui la celebre birra prodotta dai frati. Fra gli appartenenti celebri all'ordine figurano Gaspare Ricciulli del Fosso, arcivescovo di Reggio Calabria e teologo, che tenne il discorso di apertura del concilio di Trento, e vari studiosi e matematici di fama oltre al ritrattista di scuola bergamasca Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario. Le sue spoglie riposano presso la chiesa dei Minimi di Plessis-lez-Tours, oggi La Riche.

lunedì 18 marzo 2024

Fino a quarantacinque anni ero contro la guerra, adesso che non mi possono più chiamare, nemmeno come riservista, sono più possibilista, armiamoci e partite, tocca a voi giovani adesso, noi adulti abbiamo già fatto la nostra parte. Quanti ricordi: le corvée sotto il sole ad aprire e a richiudere buche nelle strade, a posare la fibra, le condutture dell'acqua, è per questo che non arriva mai l'acqua da certe parti, e nemmeno la fibra, chi ci capiva niente, mica eravamo idraulici, ed elettricisti, e poi le marce forzate col moschetto, il fulminato di mercurio che ci permetteva di ridurre i tempi di ricarica (la tempistica è tutto quando c'è da accoppar cristiani), bei tempi, c'era molto cameratismo. Putin va fermato: ha vinto grazie al campo largo, gli mandiamo Renzi e Calenda allora, guastatori del genio civile, dove passano loro sboccia la democrazia, ma è difficile, Putin è al corrente della loro pericolosità e non li fa entrare. Questo post è stato scritto da un'intelligenza artificiale.

venerdì 15 marzo 2024

Sto indagando le possibilità dell'AI dal punto di vista delle immagini, come primo impatto è uno sbalordito ooooh, il giorno dopo è già un sì, ma però... qualcosa di buono, dai e dai, ci si può pure cavare, soprattutto come modello di partenza, ma la sensazione è che si tratti di cose molto "aesthetic" come le chiamano qui su internet, cioè fatte con un gusto sempre piuttosto convenzionale e buone per un tumblr di gaming o di ragazzine gattini e cuoricini. Ecco, per ritornare al post di prima, Licorice Pizza sembrava fatto con l'AI inserendo il prompt "film anni settanta adolescenti capelli lunghi pantaloni a zampa ragazza in minigonna materasso ad acqua", e la stessa cosa valga per i disegni. Come primo impatto, l'AI mi sembra più uno strumento di omologazione che di creatività, di omologazione della creatività, e infatti ho già visto su twitter un'immagine da mille e una notte che intendeva illustrare un articolo su Ramadan che manco Alì Babà e i quaranta ladroni... ecco, l'AI è perfetta per i giornalisti, i veri analfabeti funzionali dei nostri tempi, perfetto per i loro cervelli di gallina, e infatti, come già detto, un articolo scritto dall'AI non si distingue da uno scritto da un cronista in carne ed ossa, e per i pubblicitari anche: le goccioline d'acqua sulla foglia di lattuga per farla sembrare più fresca, il cioccolato che fa cranc e tutti i trucchetti psicologici imparati ai corsi serali dell'università per fregare la gente. È un mondo di mediocri: sia fatta la loro mediocrità.

mercoledì 13 marzo 2024

Tempo fa abbiamo visto Licorice Pizza, uno di quei film che dopo dieci minuti ci guardiamo negli occhi e ci diciamo con quell'espressione un po' così: bah. Io coi film non ho pazienza, se dopo dieci minuti non mi dicono niente prendo il computer e mi dedico ad altro. Possiamo prendere Licorice Pizza a paradigma dello stato dell'arte del cinema attuale: meri esercizi di stile per bamboccioni moderni netflixdipendenti senza alcun peso specifico. In Licorice Pizza in particolare assistiamo a una rivisitazione molto trendy degli anni '70, gli anni '70 visti dai millenials, con le sue belle carte da parati arancioni, i pantaloni a zampa, il ragazzone capellone, il sandalo tacco grosso, l'occhialone oversize, tutta roba che puoi trovare su Vinted. Possiamo paragonare Licorice Pizza a Lost in Translation, al posto degli anni '70 metti gli anni '90 a Tokyo visti da una sciacquetta che si fotografa i piedi e il gioco è fatto. L'ultimo film che mi è piaciuto per davvero in tutte le sue parti, un film che posso dire che mi ha soddisfatto appieno, è Barry Lyndon, ma mica perché è di Kubrick, perché è un bel film (poi sul fatto che sia un bel film proprio perché è di Kubrick non mi pronuncio). (e mi ricordo per esempio anche Memories of Murder, e La Terrazza).

martedì 12 marzo 2024

Si parla di Shakespeare nel nono episodio dell'Ulisse, Scilla e Cariddi, è complicato tradurlo ma stilisticamente omogeneo, mi sto divertendo. Qui di seguito un passo che fa il verso, nella forma, ai drammi di Shakespeare, si parla appunto di Shakespeare, fra teorie eterodosse sulla vita del bardo e suggestioni letterarie:

STEPHEN

(Stringendo.) Egli ha nascosto il suo stesso nome, un bel nome, William, nei drammi, qua una comparsa, là un giullare, come un antico pittore italiano infilava il suo volto in un oscuro angolino della tela. L'ha rivelato nei sonetti dove c'è una sovrabbondanza di Will. Come a John O'Gaunt il suo nome gli è caro, caro quanto il blasone che si è guadagnato a forza di piaggerie, una lancia oro e argento placcato su banda nera, honorificabilitudinitatibus, più caro della sua fama di maggior shakera-scene della nazione. Cosa c'è in un nome? È quello che ci chiediamo da fanciulli quando scriviamo il nome che ci han detto essere il nostro. Una stella, una stella diurna, una meteora, spuntò alla sua nascita. Brillò di giorno sola nel cielo, più brillante di Venere la notte, e la notte brillava sopra il delta di Cassiopea, la reclinata costellazione che è il segno della sua iniziale fra le stelle. I suoi occhi la osservavano, bassa sull'orizzonte, a oriente dell'orsa, mentre egli attraversava a mezzanotte i sonnolenti campi estivi, di ritorno da Shottery e dalle braccia di lei.

lunedì 11 marzo 2024

E così tocca pure lavarsi ogni tanto, per intero, ma non troppo, per conservare il naturale ph della pelle. Ferdinand Céline smetteva di lavarsi a fine agosto e riattaccava a inizio giugno, nulla da ridire, a maggior ragione a un uomo la cui tesi di laurea verteva sul dottor Semmelweis. Corpo stupendo: greco. Mens sana in corpore circiter sano. Niente male per un cinquantenne. Infinitamente più pulito di Hegel e di Schopenhauer. Una volta era peggio: anno 1858, Londra, l'estate della Grande Puzza (The Great Stink): il gran caldo diminuisce notevolmente la portata del Tamigi e dei suoi affluenti, il fiume trasporta lentamente "escrementi umani ed animali, cadaveri di animali, visceri provenienti dai macelli, alimenti avariati e scarti industriali." Il cancelliere dello Scacchiere Benjamin Disraeli descrive il fiume come «una puzzolente pozza stigiana di ineffabile ed insopportabile orrore» ("a Stygian pool reeking with ineffable and unbearable horror"). Oggi Milano odora di violetta. Il particolato, al confronto, un'acqua di colonia. Decisamente più pulite le nostre città da quando hanno chiuso tutte le fabbriche: poveri ma puliti. Vi lascio con questa allegra canzoncina:

R. Crumb & His Cheap Suit Serenaders, Singing in the bathtub.

Il coordinatore del movimento cinque stelle, da sconfitto, che si dice deluso per l'affluenza flop, che recrimina per la scarsa partecipazione alle urne in Abruzzo (52,2%), quando non mi pare che avesse molto recriminato, da vittorioso, per la scarsa affluenza in Sardegna (52,4%). Una metà del popolo sovrano ha capito l'antifona, non gli va più di partecipare, rimarranno solo i più pedanti a occuparsi di politica e la qualità della democrazia risentirà sempre più di questa pedanteria.

domenica 10 marzo 2024

Quand'ero a scuola facevo i riassuntini di storia per i miei compagni, li vendevo a venti centesimi l'uno, alla fine della settimana tiravo su dei bei soldini, li investivo tutti in beni durevoli, tipo Mars e KitKat, i più pregiati erano i Bounty per via del cioccolato bianco e del ripieno al cocco. Le maestre mi avevano detto che potevo raggiungere grandi traguardi, non tendendo in considerazione che per raggiungerli bisogna essere portati, e io non ero portato, non avevo neanche una famiglia importante alle spalle, insomma, non era il mio karma. Ho tentato la carriera filosofica su internet ma insomma, poca roba, diciamo che non mi sento di avere raggiunto i miei obiettivi, senza un valore commerciale del titolo di studio, per giunta, non si va da nessuna parte. I miei compagni di classe erano mediamente scemi e intelligenti, come tutti, la maggior parte sapeva truccare i motorini, io invece già passavo per genio incompreso, me ne stavo per conto mio, guardingo e in disparte, le attività ludico-ricreative mi mettevano addosso una tristezza che non so dire, ero intelligente, sì, ma non mi serviva a niente. Ho bisogno di tenerla impegnata questa grande intelligenza, sennò mi annoio, mi inventerò qualcosa, se potessero darmi un qualsiasi lavoro intellettuale sarebbe la morte mia.

Finalmente ce lo abbiamo anche noi il controverso Banksy filorusso, il grande artista, il writer fumettista, orpello necessario di ogni democrazia occidentale che si rispetti, imbianchini qualificati, in un paio di giorni ti riqualificano ogni condominio della ALER. E abbiamo anche le due passionarie, madre e figlia, che si spendono per la causa, scendono in pigiama per le scale per aiutare i prigionieri. A contorno della tragedia, che come al solito sdilinquisce in farsa, ci tocca anche la scempiaggine dei personaggi ausiliari e delle propagande rivali, adesso che anche papa Francesco è diventato un po' filorusso, gli americani continuano a chiedere la tregua per Gaza e più missili per Kiev: c'è del metodo in queste follia.

venerdì 8 marzo 2024

Mi sarebbe piaciuto vivere una vita alla Georges Bataille, con la scusa di Nietzsche, Freud e De Sade campare di porcate e di esistenzialismo, e post-strutturalismo, e post-surrealismo, post-qualsiasicosismo purché si mangi, studiati alla Sorbona, riposti in astucci di velluto come l'argenteria di pregio, ci fu un tempo che si campava magnificamente a fare gli intellettuali, ne ha miracolati un bel po' il post-modernismo, post-modernismo meglio dell'Inps. Gli hanno conferito anche la Legion D'Onore a Bataille, lui che non aveva neanche fatto il servizio militare per via del torace, non poteva marciare perché aveva l'insufficienza polmonare ma si vede che per copulare il fiato gli bastava, chi non è buono per il re è buono per la regina. Come se li coccolava la République i suoi intellò, e come se li coccola tutt'ora anche se non dicono più niente.

giovedì 7 marzo 2024

Il campo largo è dove ci entrano tutti, quattro o cinque alla volta, lo allargano finché ci stanno tutti assieme, belli comodi, ho visto dei campi larghi su internet che al confronto le porte di Tannhäuser erano crune di un'ago, facevano a gara per entrarci, guidati dall'agape, dall'amore per il prossimo. Ma di cosa stiamo parlando?

lunedì 4 marzo 2024

Leggendo l'Antico Testamento sorprende che non vi siano descritti l'Inferno, il Paradiso e il Purgatorio così come li conosciamo, cioè proprio quell'architettura dell'aldilà, molto medievaleggiante, che io, nella mia ignoranza, sarei a questo punto tentato proprio di collocare nel medioevo. Non si fa diretta menzione della tripartizione Inferno/Purgatorio/Paradiso nel Vecchio Testamento, tutt'al più l'inferno viene citato en passant come Geenna, che indica la valle in cui i cananei sacrificavano gli infanti al dio Moloc. Qualcuno di voi sa qualcosa di questa invenzione dell'aldilà? I dogmi del Purgatorio furono per esempio fissati nel medioevo, per Martin Lutero un'invenzione dei papisti. Non è che poi ci mettiamo a credere a cose che non sono vere?

La storia di come il Caio Duilio, sparando sei colpi con il cannone di prora a dritta, ha abbattuto il drone Houthi. La storia del capitano della nave che ha dato l'ordine di abbattimento, chi è, dov'è nato, a chi appartiene, come scriveva il suo cognome alle elementari. Un'ordinaria azione di autodifesa che diventa un atto di eroismo, tutto eroico per i nostri giornali, dobbiamo essere orgogliosi della nostra Marina, e dietro quell'orgoglio sempre orgogliosamente sbandierato il solito complesso di inferiorità: visto che siamo capaci anche noi di fare la guerra? Anche noi abbiamo le navi di ultima generazione, come gli americani! Non il Caio Duilio e il suo comandante che ha fatto il suo dovere, ma la nostra nazione è macchiettistica, e macchiettistici i nostri giornali. Se fossi stato nel comandante non avrei dato troppa confidenza ai giornalisti, ma temo che vi siano stati ordini precisi: captatio benevolentiae, l'esercito buono, che combatte i terroristi per la libertà. Prove tecniche di bollettini di guerra prossima ventura.

I nonni avevano ancora vivido il ricordo della guerra e dell'occupazione tedesca, d'altronde erano passati solo una trentina d'anni, era come per noi avere il ricordo degli anni novanta, il muro di Berlino, Mani Pulite, Eltsin e Clinton. Avevano ancora forte il terrore del soldato tedesco in ritirata, e la paura dei bombardamenti, c'era un ricognitore che di notte passava sopra la casa, ronzava come un calabrone, lo chiamavano beffardamente Pippo, Pippo portava le bombe (alleate). (sulla leggenda di Pippo, da wikipedia). Nonna raccontava che finché sentivi il fischio della bomba voleva dire che era lontana, quando ce l'avevi proprio perpendicolare sopra la testa la bomba ti uccideva in silenzio, senza preavviso. Bombardavano a casaccio, dicevano, di notte, al solo chiaror d'un lumicino. Una bomba era caduta in campagna distruggendo il rustico, l'avevano scampata bella, ancora qualche metro e oggi non sarei qui a raccontarvelo. La zona era strategica, a ridosso del Po, a pochi chilometri dal Garda. I tedeschi in ritirata sparavano alla gente, erano incattiviti, affamati, cercavano qualsiasi cosa per attraversare il fiume con i ponti distrutti, ci davano dei traditori. Il racconto epico della traversata del Po, nelle tinozze, a nuoto, i soldati tedeschi affogavano, accompagnati dalle grida di esultanza degli italiani. Arenato in una secca, ancora negli anni ottanta, spuntò un carrarmato tedesco con dentro i resti dei soldati (leggenda o verità? Chi lo sa). Sembra niente la guerra quando la vedi in televisione, un buco nel soffitto, tutto il terrore sterilizzato, solo delle immagini lontane fra un piatto di pasta e una scaglia di formaggio. Niente di meglio che farsela raccontare la guerra, con tutti i suoi terrori ingigantiti nella memoria, fissati nelle leggende, per averne un orrore vivo, per fuggirla con tutte le tue forze.

sabato 2 marzo 2024

Amarcord mocassini

Quando nonno mi costrinse a far la scuola di ballo mi prese per le lezioni due mocassini neri in vacchetta con le suole di cuoio, leggeri, morbidi, calzavano come un guanto, "così li porti anche a scuola", sì, col ca. Te lo immagini tu Simon Le Bon a scuola coi mocassini del nonno? Via via. Passi i mocassini, li mettevo i mocassini, ma erano scamosciati tipo Timberland, due croste che non avrebbero portato nemmeno i Piedi Neri, con le suole di caucciù che quando pioveva diventavano due skateboard (il caucciù, contrariamente al ca, col freddo si indurisce, diventa marmo). Nella lingua Algonquan, il termine calzature viene tradotto proprio con il termine mocassini. Figuratevi il vostro formamentis coi mocassini di cuoio, alla scuola di ballo, a ballare il liscio e la mazurka, la polka, coi piedi che dovevano toccare il sedere, tutto documentato, ci sono le foto, non le vedrete mai. Il maestro urlava: scalciate, scalciate! dai, sul sedere! West Point, Full Metal Jacket. Platone faceva il pancrazio, io il liscio, che credibilità volete che abbia un filosofo che ha fatto il liscio? Nulla, zero. È anche per questo che ho abbandonato ogni prospettiva di gloria, sono ricattabile, ho un passato da nascondere. I mocassini di cuoio, che vergogna. Meglio mettere tutto nero su bianco prima di presentarsi allo Strega.

Storia dell'arte: Basquiat, Lichtenstein, Rothko, Pollock

Vidi una mostra di Basquiat a Lugano, ci andai con le cugine, mi aggiravo per le stanze del museo, immerso in quella sacralità tipica di chiesa laica con la speranza che finissero tutti quegli scarabocchi e di ritornare alla luce del sole, a rivedere il lago. Basquiat assomiglia a quelle operazioni che spiegano i complottisti su internet, un'operazione psicologica dei servizi segreti volta a distruggere i valori della civiltà ed elevare il vandalismo ad arte inclusiva. Il capitalismo che trova il modo di fatturare sulle sue stesse rovine, cannibale che si rosicchia i calcagni. Come Roy Lichtenstein: un giorno ha appoggiato il bicchiere su un fumetto e dal fondo mistico di Glen Grant un retino offset gli ha sussurrato all'orecchio: con me ci farai i soldi. Diverso il caso di Rothko, dipingeva figure all'inizio, Hopper depresso, ma non se lo filava nessuno, sicché, dai e dai, al culmine dell'esasperazione, anche lui ha la sua illuminazione e ti riempie il mondo di "color fields", poi si suicida: qualis artifex pereo. E quell'altro imbianchino ubriaco di Pollock: "Pollock trae le proprie immagini direttamente dall'inconscio", Gesù Cristo nelle uova strapazzate. Miti che la cultura americana si è creata ad arte per accreditarsi nel mondo dell'arte, per farci il business, un grande impero deve diffondere il suo gusto imperiale, Carhenge nel deserto del Nebraska. Nebraska: "acqua cheta" in lingua chiwere.

giovedì 29 febbraio 2024

Zaia Mosè ha fatto le casse di espansione e ha salvato il popolo veneto diretto alla terra promessa, io non voglio dire, ma quando ero ragazzo c'erano le golene che sono la stessa cosa delle casse di espansione, le golene venivano allagate per fare sfogare il fiume quando Zaia frequentava ancora la scuole enologica a Conegliano e io davo l'esame di terza alla scuola media di Sermide, perché adesso pare che Zaia abbia inventato tutto lui, l'ornitottero, il paracadute, le porte vinciane ancor prima di Leonardo da Vinci, la vite di Archimede Pitagorico, il codice atlantico per l'occasione ribattezzato codice zaiatico, quando in televisione attaccano con una narrativa non la smettono più finché non ti esce dalle orecchie. C'erano dei posti vicino all'argine del Po che sembravano la Contea degli Hobbit, dimora degli iperborei, non per nulla da alcuni situata proprio presso l'Eridano, il fiume che scorreva nella Pianura Padana e in cui precipitò Fetonte, il dio dei fetenti. Fetonte precipitò in una cassa di espansione voluta da Zaia, lare, nume tutelare del focolare, magistrato delle acque, protettore dei commerci e dei mobilifici di Cerea: troppo scortese chiedere un terzo mandato?

Cadono le arance di fronte a casa, ieri le abbiamo raccolte, poi stanotte è venuto giù il finimondo e stamattina da capo, queste ormai se ne staranno lì come monito per le altre, e ciao. Le vai per spiccare e sembrano aggrappate all'albero come naufraghe all'ultima scialuppa, non c'è torsione che tenga, arriva una botta di vento e plop, cadono a terra come pere (cioè come arance). Io poi non le posso mangiare, mi viene un'acidità che mi si propaga per tutto lo sterno come un'angina. Fosse per me le lascerei lì come nature morte finché muoiono per conto loro, finché ritornano alla terra, polvere sei e polvere ritornerai, memento mori. A me piace il colore, globi di sole in mezzo alle foglie verdi, qualcosa di antico, di omerico, le vacche del sole, mi è sempre piaciuto l'arancione, me lo dicevano sempre i miei capi, che facevo tutte le cravatte gialle, tutti i vestiti gialli, tutte le sfumature di arancio. Qui, nel nostro ideale giardino epicureo, le arance rappresentano la vita, e anche la gastrite.

Rientrato un attimo su twitter per seguire il calcio me lo ritrovo come lo avevo lasciato, anzi peggiorato, disabituato come sono al cronico scacazzamento di sentenze geopolitiche e disvelamento di segreti taciuti al genere umano, mi risulta tollerabile solo lo streaming di videocazzate, e anche quello a piccole dosi, la cura Ludovico, i gattini, i cagnolini, quelli che cadono e si fanno male, le comiche di Stanlio e Olio attualizzate al gusto di Tik Tok. Ci sono delle posizioni da assumere su tutti i fatti del mondo, dal femminicidio alla guerra in Ucraina, ci sono dei libri che nessuno conosce che dicono tutta la verità, non hanno interesse a renderli noti, la cricca liberal che detiene il potere mondiale, ci vogliono convincere che l'elettrico è il futuro dell'umanità, che il clima sta cambiando, che è giusto mangiare i grilli che guarda caso sono kosher, Navalny come Assange, anzi no, anzi sì, anzi nì, gli atlantisti, l'Eurasia, davvero un bel consiglio di amministrazione di laureati in scienze politiche mi sono trovato, non li sopporto più, i libertari e i democratici di sinistra. Avere delle opinioni è da cafoni.

martedì 27 febbraio 2024

L'ho già detto, come epica preferisco L'Odissea al Vecchio Testamento, l'Odissea è di una bellezza già compiuta in sé, che trascende il tempo, e parliamo degli stessi uomini, Abramo e Odisseo, proprietari di greggi, allevatori, ma con una allure completamente diversa. Com'è possibile che gli stessi olocausti, le stesse guerre, lo stesso mare, gli stessi ulivi, possano generare due narrazioni così qualitativamente distanti tra di loro non si sa, un'ipotesi è che si tratti di scrittori di levature diverse, ma qui più che di singoli scribi si tratterebbe di intere culture orali fissate su papiro, letteratura espressione di un'intera stirpe, ed entreremo fatalmente in un ginepraio dal sapore nietzschiano, romanticheggiante nella sua nostalgia dei classici, che ci porterebbe forse troppo lontano e in territori non sempre limpidi. Sicché, converrete anche voi, forse se oggi celebrassimo Giove invece del Dio abramitico ci porterebbe più benefici, stilisticamente parlando.

lunedì 26 febbraio 2024

Leggevo la storia della fondazione del moderno stato di Israele e vedevo come tutte le cose siano state fatte nel modo più storto possibile, sì da ingenerare scientemente il più grande casino mondiale possibile. Ai tempi del protettorato inglese già le due fazioni si erano organizzate per aversi in odio nel modo più accurato e preciso: popolo arabo e popolo ebraico, fondazione teologica del diritto: questioni di sangue, figlio prediletto e figlio di schiava: Isacco e Ismaele. Irredentisti sionisti mettono una bomba al quartier generale britannico: 91 morti, 41 feriti: a morte l'occupante. L'Onu interviene col suo accuratissimo piano di pace: versata una tazza di caffè sulla mappa, le chiazze scure agli israeliani, quelle chiare ai palestinesi. 14 maggio 1948: dichiarazione unilaterale della nascita dello Stato di Israele: c ripigliamm chell ch'è o nuost. Gli inglesi levano le tende (Ponzio Pilato). Egitto, Siria, Libano e Giordania attaccano il neonato stato israeliano: a morte Israele! Davide contro Golia: le forze arabe arretrano, Israele si prende la Galilea: 711,000 profughi palestinesi. Fin dall'antichità gli Ebrei della Giudea nutrivano disprezzo per gli abitanti della Galilea, galilei terroni: confondevano le lettere ajin e aleph, per questo ai Galilei non era permesso leggere le preghiere pubbliche in Giudea (fonte). Passione per lo sbudellamento così ben testimoniata dai testi sacri, a brigante, brigante e mezzo: occhio per occhio dente per dente fino all'ultimo pelo del naso, regolamento di conti di conti che non tornano mai.

Libertà significa essere felici nella necessità in cui si viene trascinati, questo lo aveva capito bene Spinoza, finché questo non diventa un sentire comune non si può dire di vivere nella verità, ammesso e non concesso che vivere nella verità sia di qualche beneficio. Per cui quando sento tutti i discorsi sulla liberazione dell'uomo, che sia per via di comunismo o di capitalismo, mi dico semplicemente: va bene, ma stai calmo, quel che può essere libertà per te può non esserlo per l'altro. Chi si trova bene nel capitalismo ne celebrerà le magnifiche sorti e progressive, l'escluso, l'emarginato dai magnifici benefici del libero mercato, attribuirà all'anticapitalismo il più alto valore morale, ma entrambe le posizioni sono vere quanto una piantina di plastica, vera, lei, nel suo essere plastica, ma non la clorofilla che si spaccia di essere. E in tutto questo, mi direte, dov'è la giustizia? La giustizia è un'invenzione umana, come il dio di Feuerbach.

venerdì 23 febbraio 2024

Sono arrivato al Levitico e la Bibbia si è fatta elenco ossessivo-compulsivo di riti e di protocolli religiosi.

1 Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione, se offre un capo di bestiame grosso, maschio o femmina, lo presenterà senza difetto davanti al Signore, 2 poserà la sua mano sulla testa della vittima e la scannerà all'ingresso della tenda del convegno, e i figli di Aronne, i sacerdoti, spargeranno il sangue attorno all'altare. 3 Di questo sacrificio di comunione offrirà, come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sia il grasso che avvolge le viscere sia tutto quello che vi è sopra, 4 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 5 I figli di Aronne faranno bruciare tutto questo sull'altare, in aggiunta all'olocausto, posto sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore. (Levitico, 3, 1)

I leviti, casta sacerdotale della tribù dei Levi, furono gli unici a non ricevere una terra perché la loro ricompensa era servire il Signore. Sacerdoti e beccai, allo stesso tempo chierici e macellatori, esperti nel distinguere gli animali dall'unghia del piede:

1 Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse loro: 2 "Parlate agli Israeliti dicendo: "Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. 3 Potrete mangiare di ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. 4 Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete impuro; 5 l'iràce, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete impuro; 6 la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete impura; 7 il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete impuro. 8 Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete impuri. (Levitico, 11, 1)

La fortuna del porco è che non rumina; diversamente l'iràce rumina, ma ha le zampine pucciose, salvo anche lui. Ciononostante il porco non si può mangiare, ma si possono mangiare le cavallette:

20 Sarà per voi obbrobrioso anche ogni insetto alato che cammina su quattro piedi. 21 Però fra tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi, potrete mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare sulla terra. 22 Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo. (Levitico, 11, 20)

Se lo sa Fabristol, il mio amico libertarian, che gli insetti sono kosher...

Ricette per cucinare l'iràce?

Dopo il covid non credo più nell'umanità, dev'essere intervenuta una strana sostituzione, una notte in cui eravamo tutti impegnati in visioni apocalittiche, dell'intero genere umano. Io mi sento sempre lo stesso, ma chissà che anch'io non sia stato sostituito nel sonno, impiantato l'intero mio io su un cervello positronico; un domani mi troverò anch'io uno sportellino nel braccio, come in quel racconto di Philip Dick che lessi da ragazzo, La formica elettrica, un cilindro traforato, come quelli dei carillon, che mi fa pensare di vedere certe anatre dove invece non ci sono. Ma insomma, tutto questo lungo giro di parole per dire che prima del covid pensavo anch'io a una possibile soluzione, dopo ho smesso: non ci sono soluzioni, formule teosofiche o filosofiche, niente di niente, l'unica salvezza è evitare il genere umano, eccitarlo il meno possibile, non fissarlo mai negli occhi, non fargli capire che hai paura, altrimenti sei fritto.

giovedì 22 febbraio 2024

Questi librettisti, dicono "barocchi", come Giovanni Francesco Busenello per l'Incoronazione di Poppea, ma anche Striggio figlio per l'Orfeo o Da Ponte per Mozart, erano come in stato di grazia, non una parola fuori posto, eleganti, sfavillanti, connubio perfetto tra forma e sostanza, grazia che evidentemente si è persa nei librettisti ottocenteschi, così pompieri e pretenziosi nell'imitare i classici, per esempio nel buon Francesco Maria Piave (l'intelligenza della stupidità, cit. Savinio) o nello scapigliato Arrigo Boito (la stupidità dell'intelligenza, idem). 

A documentare la stupidità di Piave si cita «Il balen del tuo sorriso», «Raggiante di pallor», «Sento l’orma dei passi spietati», «Il raggio lunare del miele». E pensare che se un giorno vorremo trovare un equivalente di Rimbaud, di Hölderlin, di Nietzsche poeta, ci toccherà tirare fuori il povero Piave! (Savinio, Alberto. Narrate, uomini, la vostra storia)

Mentre Striggio figlio:

Io la Musica son, ch'ai dolci accenti.
Sò far tranquillo ogni turbato core,
Et hor di nobil ira, et hor d'Amore
Poss'infiammar le più gelate menti 

Insomma, il verso è peggiorato notevolmente, un filo marrone unisce Francesco Maria Piave a Mahmood (Cinque cellulari nella tuta gold/Baby, non richiamerò).

("barocco", si sa, fu in origine termine spregiativo per designare la bizzarria, l'eccesso, il kitsch, senonché le parti col tempo si sono invertite e il rigorosissimo ottocento è diventato alla fine più kitsch dell'impeccabile barocco).

mercoledì 21 febbraio 2024


Amici, è giunta l'ora
Di praticare in fatti
Quella virtù che tanto celebrai.
Breve angoscia è la morte;
Un sospir peregrino esce dal core,
Ov'è stato molt'anni,
Quasi in ospizio, come forestiero,
E se ne vola all'Olimpo,
Della felicità soggiorno vero.

Itene tutti, a prepararmi il bagno,
Che se la vita corre
Come il rivo fluente,
In un tepido rivo
Questo sangue innocente io vo' che vada
A imporporarmi del morir la strada

A forza di leggere l’Antico Testamento m’è venuta l’ispirazione per una cosmogonia personale:

“Dapprima il Principio creò l’ordine del cosmo così come lo conosciamo, con i suoi grandi spazi, le galassie, le stelle, lo creò come palcoscenico vivente di tutti i fenomeni. Poi il Principio scelse i pianeti come luoghi deputati alla vita, fece emergere dalla terra come cuspidi sporgenti da un piano le piante, gli animali e gli uomini, e sistemò le cose in modo che fossero una volta irradiati dalla luce delle stelle vicine e una volta avvolti dalle tenebre dello spazio interstellare, perché la notte porti consiglio, più tutta la varietà dei fenomeni atmosferici: pioggia, neve, grandine, nebbia umida e calura estiva, perché così come ci vuole l’asciutto ci vuole anche il bagnato.
Il Principio non ha forma, non è nessuna delle cose che esistono ma è in tutte le cose che esistono, è la loro stessa ragione, la norma entro cui assumono il loro particolare aspetto. Il Principio è muto, non giudica, non agisce secondo volontà, è come un ingranaggio che trasmette un movimento, ma oltre al movimento non trasmette nient’altro.”

In ogni cosmogonia che si rispetti c’è sempre una divinità: la mia è il Principio, ma più che una divinità vuole essere, per l’appunto, un principio. Il Principio è il Logos, il Logos oggi ha assunto la forma delle Leggi della Fisica. Gli uomini, per tanto che appiano progrediti, pensano per categorie antiche, più o meno sempre le stesse: ci sono delle leggi che governano il mondo, o esse gli vengono comunicate dagli dei, o sono essi stessi gli dei incaricati di portarle alla luce: l’uomo, il prometeo moderno, è il dio incaricato di portare alla luce le Leggi della Natura, comunicate ai leviti della scienza moderna per illuminazioni successive sui tanti monti Sinai sparsi sulla terra: i laboratori scientifici. 

Io mi sento un uomo antico, la spiegazione scientifica non mi basta, quella religiosa non mi affascina, ho bisogno di un sapere più prezioso, indi, in assenza di altro, creo da me la mia cosmogonia: chi fa da sé fa per tre.

lunedì 19 febbraio 2024

Vedi, a me non piace la frutta, soprattutto quella che viene dagli alberi, a me piace la frutta che si trova negli yogurt, quella nelle vaschette di polistirolo, quella sottovuoto nel cellophane, a me piace il sapore industriale dei frollini cotti nel forno ad arco, quello della pizza surgelata scongelata, gli aromi artificiali dei crackers, la confetture di fragole al sapore di cingomma, le caramelline all'arancia senza zucchero perché mi parlano di progresso, di avanzamento civile, la natura appartiene al passato, il presente è pavimento in gres porcellanato, scopa a vapore, piano cottura con aspiratore, forni a microonde dove scaldare pietanze già preparate in ambiente sterile. Io le arance spiccate dall'albero non le mangio perché sono state impollinate dagli insetti, io preferisco quelle del supermercato che le hanno impollinate gli scienziati: un bel giorno produrremo così tanta amuchina da disinfettarci tutta la foresta sbergine, ma fino a quel giorno io la frutta cresciuta sulle pianta non la mangio. (scherzo, ho appena raccolto le arance dall'albero, non mi era mai capitato, fino a qualche anno fa pensavo che le arance crescessero sottoterra come le patate o sopra piantine simili ai pomodori).

Storia dell'arte: Keith Haring

Keith Haring col suo horror vacui pieno di omini del cazzo (letteralmente), confinato nella cultura pop degli anni '80 e rimasto lì, a farsi i seghini con gli omini nervosini. Che poi uno dice: be', Keith Haring pare niente, ma c'è tutto uno studio dietro, c'è Capogrossi dietro. Non scomodiamo Capogrossi e il primordialismo plastico, per carità, al massimo dietro Keith Haring ci sta La Linea della Lagostina (quanto mi irritava da piccolo, mi metteva una mestizia addosso, e un tale nervoso, che ancora adesso mi fa venir voglia di affondare gli incisivi dentro una gommina della Ständler). Intesi che la cultura pop è ormai un bagascione che si trascina stracco fra buste della spesa e rigurgito di trapper (trasü de ciòc), passa Banksy con uno stencil e ti nobilita il locale pompe. No io non la capisco più l'arte contemporanea, sto rivalutando Bouguereau perché sapeva disegnare i piedi (anche se devo dire, secondo me era un po' pervertito Bouguereau).

domenica 18 febbraio 2024

Ho sempre meno l'ambizione di dire la mia sui fatti del mondo e dunque mi si pone il dilemma: di che cosa scrivo io su questo blog? Torto o ragione sono irrilevanti, è più esatto avere torto, la concordia è una forma di disciplina. Alla fin fine mi risultano sempre più odiosi gli esseri umani e la beata solitudine di un mondo in cui l'umano genere sia dissipato una volta e per sempre mi appare come l'unica isola benedetta, D. H. G.: unica monarchia la precisa concatenazione delle leggi dell'universo: amen.

martedì 13 febbraio 2024

È carnevale, non ho niente da mettermi, il vestito da Zorro ormai mi va stretto, interpretare se stessi allora, che noia, d'altronde ogni sette anni le molecole del nostro corpo si rigenerano completamente, navi di Teseo, ogni sette anni non siamo più noi, nemmeno a sforzarci di interpretarci. È la memoria che ci tiene uniti: ho memoria del mio costume da Zorro e di uno da pirata dei Caraibi, invero inturbantato come un pascià di Persia, un po' di confusione, e poi un ultimo e vergognosissimo costume da ufficiale di marina. Ogni sette anni non siamo più noi, potremmo risparmiare sui costumi, ogni sette anni. Sono io ma non sono più io: chi sono? L'incredibile Hulk, l'uomo ragno, il blogger noto come formamentis. 

mercoledì 7 febbraio 2024

Il direttore "artistico". Arte, da ars, abilità, capacità. Arte circense, arte amatoria, ars oratoria, l'arte di insultare. Anche noi, nel nostro piccolo, siamo tutti artisti: il modo in cui artisticamente sollevo i piatti sullo scolapiatti dopo anni di esperienza e di pratica: practice makes perfect. Eppure da quel "artistico" il mio palato raffinato si aspetterebbe qualcosa di più: bella musica, per esempio. Ma forse l'abilità a cui fa riferimento quell'arte così sapientemente diretta dal conduttore Amadeus è l'arte di vendere i barattoli sugli scaffali della grande distribuzione. Tutto è arte, anche la cacca: l'orinatoio di Duchamp era un "sottofondo simbolico", non andava preso alla lettera. Amadeus: il Mozart del preserale. Kermesse, dal neerlandese kerkmisse, "messa di chiesa" e cioè "festa del patrono", Sanremo come la festa del santo patrono, tutto si tiene, il cerchio si chiude.

La Traction Avant della polizia giudiziaria che si vede dentro il Maigret con Bruno Cremer, filologicamente corretta: del 1949. Datemi una fotografia e vi disegnerò il mondo. I due grandi baffi della Citroën sulla griglia ispirati alla dentellatura degli ingranaggi a cuspide, primo prodotto della futura casa automobilistica. Una preminenza industriale, quella della vecchia Europa, dove un ingegnere poteva un tempo permettersi di produrre ingranaggi di un particolare tipo e fondarci sopra un'industria di automobili. Non è più così, perduto quel capitalismo delle origini anche semplice nel suo funzionamento, come un ingranaggio meccanico, ora invece proteiforme, come le nuvolette elettroniche dei cloud. Sarebbe piaciuta anche a Marx.

sabato 3 febbraio 2024

Uova strapazzate

Per godere la nostra pax occidentalis altri popoli soffrono la guerra, pazienza: per fare una frittata bisogna rompere le uova. A tal proposito ho trovato traccia di un saggio di Hannah Arendt, Le uova alzano la voce (una critica del totalitarismo comunista). In un altro suo saggio, Gli ex comunisti, Hannah Arendt conclude laconicamente: “Nell’azione, rompere le uova non porta mai a nulla di più interessante che al semplice rompere le uova. Il risultato è identico all’attività stessa: uova rotte, non una frittata.” Io, nel mio piccolo, vedo la storia come un intreccio organico di fatti imprescindibili, vedo il grande mollusco occidentale che si agita e muta forma per rispondere al suo istinto di conservazione, e chi ne sta al di fuori lotta da par suo per lo stesso principio. È pur vero che il grande mollusco occidentale si presenta più o meno candidamente al mondo come soluzione universale e non come semplice tentativo di dominio di una cultura sulle altre. Tant'è: tutti lottano e per lottare rompono le loro uova, pensando che dalle uova ne uscirà un'omeletta, cioè una struttura ordinata, con una sua logica formale. Qualcosa pure ne esce sempre, ma forse aveva ragione Arendt: non è una frittata, sono uova strapazzate.

Non ho la pazienza di dedicarmi al mondo attuale, leggo per curiosità la Bibbia e mi sono tuffato nella traduzione dell'Ulisse, un libro mondo, l'universo monade, ho trovato un mio metodo di lavoro: prima traduco alla bruta, poi rileggo e correggo la musica e le frasi idiomatiche (ogni testo ha una sua musica che deve essere suonata). È tutto un flusso di frasi idiomatiche la traduzione dei libri, soprattutto per libri così ricchi e complessi come l'Ulisse. Sono arrivato alla fine dell'episodio otto, Lestrigoni, i cannibali mangiatori di uomini, ed è tutto un parallelo con i mangiatori che Bloom osserva schifato nel locale dove era entrato per mangiare, poi ripiegando sul baretto di Davy Byrne, tutt'ora esistente. Storia, politica, filosofia, teologia, letteratura, racconto erotico, tutto si tiene in questa monade delle monadi che è l'Ulisse, aiuta a capire anche l'attuale, e il cerchio si chiude. Posto che dobbiamo per forza capire l'attuale. L'Ulisse, per esempio, con il suo flusso di coscienza, è un'istantanea formidabile di un luogo e un periodo storico, un attuale eterno. I testi di storia non riescono a rendere l'attualità della coscienza degli uomini in un dato momento, riassumono, si compiacciono delle teorie, inquinano, intrisi di sentimento moderno, la storia passata: dunque storia ancella della letteratura, quando la letterature però è alta.

venerdì 2 febbraio 2024

Giuda e Tamar

Genesi 38, 6, storia vera: Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, dà in sposa la bella Tamar a suo figlio Er, ma Er si rende odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fa morire. A questo punto, per la legge del levirato (levirato tutto attaccato), la consegna al figlio successivo, Onan, affinché ella abbia un figlio legittimo che verrà considerato figlio di Er, in contumacia (giumente e stalloni, leggi patriarcali, il patriarca Abramo, il patriarca Giuda, allevamenti intensivi).

Allora Giuda disse a Onan: "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello".

Ma a Onan, sapendo che ogni volta che si unisce a Tamar ("ogni volta") la prole non sarebbe stata sua, disperde per terra il seme interrotto alla fine del rapporto.

Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello

Ciò che egli fa è male per il Signore e il Signore lo fa morire (sentenza di morte per non aver inseminato la cognata).

Giuda a questo punto si fa due conti: avanti così e non mi restano più figli, meglio far ritornare la plurivedovella da suo padre, a Tinma, così, giusto per precauzione.

Passa il tempo e, dopo un grave lutto in famiglia, Giuda si reca a Timna per far tosare le pecore. Tamar viene avvertita: sta arrivando tuo suocero (per far tosare le pecore). A questo punto Tamar, visto che il figlio superstite di Giuda, pur se cresciuto, non l'è stato messo a disposizione, s'inventa uno stratagemma:

Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna.

Giuda la vede e la prende per una prostituta (il mestiere più vecchio, il mestiere più vecchio del mond):

Quando Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia che io venga con te!". Non sapeva infatti che era sua nuora.

Tamar dice: ok, ma che mi dai in cambio? Un capretto, dice Giuda. Ok, dice Tamar, ma lasciami una caparra. Ok, dice Giuda, cosa vuoi per caparra? Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano, dice Tamar. Detto fatto, Giuda le consegna carta d'identità e codice fiscale e si unisce senza saperlo alla nuora, ella rimane incinta.

Quando Giuda le fa consegnare il capretto della bella prostituta non c'è più traccia, domanda in giro: avete visto quella prostituta? Quale prostituta? Gli rispondono indignati gli abitanti del posto, qui da noi non ci sono prostitute. Giuda torna a casa perplesso, senza documenti.

Passano tre mesi e qualcuno viene a dire a Giuda che sua nuora si è prostituita ed è rimasta incinta. Indignato, Giuda tuona: sia tratta fuori dalla città e bruciata! (proprio lui, il puttaniere). Allora Tamar mentre viene condotta fuori dice:

"Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti". E aggiunse: "Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone".

Giuda li vede ed esclama: porco Giuda! Giusto così, giusto così: non le ho dato il mio figlio superstite e lei si è servita di me.

Tamar diede alla luce due gemelli: Zerach e Peres, antenato di Gesù, nato da truffaldina copula.

E questa storia da Mille e un notte solo per ribadire il rispetto del levirato, unione di riparazione tra cognata e cognato.

giovedì 1 febbraio 2024

Genesi/3

Ho finito la Genesi, sono sazio di progenie, copule, gelosie, accoppamenti, fratelli coltelli, un libro che inizia con "Sia la luce. E la luce fu" e prosegue con "Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quell'uomo aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico". Nervo sciatico non kosher, però è permesso comunque curarselo, se si infiamma. Chissà, magari ad averla fatta scrivere a Omero e al suo collettivo acheo, epi oinopa ponton... Nella Bibbia tutto è più ferino: stirpi di uomini ridotte a mandrie di bestiame, sposta qui, porta là, su e giù per la Palestina, roba mia, roba tua, attento a te, don't mess with the people of God. Non lo so, mi sembra tutto piuttosto primitivo, e mi fermo qui per rispetto del popolo ebraico. 

martedì 30 gennaio 2024

Genesi/2

"Non mi era piaciuta l'ultima parte della Bibbia perché è quasi tutta predica e non c'è vera lotta e non c'è più tanto su e giù. A me piacciono le parti in cui quei vecchi ebrei si picchiano di santa ragione e poi sturano alcune bottiglie di israeliano e si infilano a letto con le damigelle delle mogli. Io ci campavo su quel libro." (Alex, Arancia Meccanica)

Inutile ricordarlo, la Genesi è tutta un gran giacere e fornicare, e non può essere altrimenti, c'era da riempire un pianeta, a maggior ragione dopo il grande reset del diluvio universale, tutti a copulare. Ora, giacere è l'atto lecito e anzi doveroso, fornicare è invece l'atto sessuale proibito. Prendiamo per esempio l'episodio delle figlie di Lot. Già offerte vergini ai sodomiti in cambio dell'incolumità degli ospiti, a Sodoma distrutta si trovano prive di uomini con cui "coricarsi", per cui pensano bene di:

33 Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando lei si coricò né quando lei si alzò. 34 All'indomani la maggiore disse alla più piccola: "Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e va' tu a coricarti con lui; così daremo vita a una discendenza da nostro padre". 35 Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando lei si coricò né quando lei si alzò. 36 Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. (Genesi 19, 33-36)

Secondo l'esegesi biblica questo episodio è un modo per mettere in cattiva luce i popoli dei moabiti e degli ammoniti, attuali giordani, generati da quella immorale copula: e non bastava scrivere "stronzi" sopra un muro? "Romani ite domum". Il Vecchio Testamento è testamento di popoli ferini e brutali, adusi ai costumi più abietti. Vanno contestualizzati.

lunedì 29 gennaio 2024

Genesi/1

Parte solenne la Genesi: sia la luce, e la luce fu. Poi lentamente lo spirito di Dio cala sempre più dentro cose umane, troppo umane: gelosie, maledizioni, predilezioni di popoli su altri popoli, solenni promesse di abbondanti discendenze, entrano cioè in gioco lo spirito dell'allevatore e le vicissitudini della sua roba, la quantificazione della ricchezza segno del favore di Dio, una gran tratta di schiave e di mogli, di figli, di pozzi, di bestiame, un vademecum di crematistica (si veda il complicato metodo adottato da Giacobbe per moltiplicare la sua ricchezza a scapito del suocero Làbano, Genesi 30). Ogni apologo, anche il più apparentemente meschino, va letto fra le righe, dicono che contenga una morale. E tuttavia, il più delle volte, anche a leggere fra le righe, la morale che emerge non sembra essere nulla di trascendentale, quanto piuttosto un compendio di astuzie  e di furberie: Rachele, che ha rubato gli idoli al padre, li nasconde nella sella del cammello e ci si siede sopra: 

35 Ella parlò al padre: "Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne". Làbano cercò, ma non trovò gli idoli. (Genesi 31, 35).

Salvata dalle mestruazioni.

Làbano e Giacobbe, dopo essersene fatti di tutti i colori, decidono di metterci una pietra sopra: erigono un mucchio di pietre e giurano solennemente:

51 Soggiunse Làbano a Giacobbe: "Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretto tra me e te. 52 Questo mucchio è testimone e questa stele è testimone che io giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte, per fare il male. 53 Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi". Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo padre. (Genesi 31, 51-53)

Il cananeo Giacobbe e l'arameo Làbano vengono a patti, decidono un confine, due popoli in due stati (gli aramiti abitavano quelle che oggi si chiamano alture del Golan). La Bibbia suggerisce, i moderni non colgono.

domenica 28 gennaio 2024

Berkeley in Dedalus

Il buon vescovo di Cloyne estrasse il velo del tempio dal suo cappello a saturno: velo dello spazio con emblemi colorati tracciati sulla sua superficie. Resisti, tieni duro. Colorati su una superficie piana: sì, giusto. Piatto io vedo, poi penso la distanza, vicino, lontano, piatto io vedo, est, dietro. Ecco, la vedo! Si ritrae istantaneamente, bloccata in stereoscopia. Detto fatto. Voi troverete le mie parole oscure. Ma l'oscurità giace nel fondo delle nostre anime, non trovate? 

(Ulisse, episodio tre, Proteo)

Il buon vescovo di Cloyne è George Barkeley, che dal suo cappello a saturno estrasse il coniglio dell'immaterialismo. La realtà che percepiamo, secondo Berkeley, prima ancora di essere vista è pensata. Quel che tocchiamo è la sensazione immateriale degli oggetti, quel che vediamo sono dei segni colorati su una superficie piana, al pari di una trasmissione "televisiva". "Piatto io vedo", la stessa profondità è una sensazione immateriale, un pensato, prima ancora che un percepito (perché noi percepiamo sempre nella mente, e la mente elabora la nozione della distanza prima ancora della distanza in sé). Poi Stephen Dedalus ha la sua epifania: Ecco, la vedo! Si ritrae istantaneamente, bloccata in stereoscopia, con riferimento alla realtà. 

Io non so come sia stato possibile per molti leggere l'Ulisse senza i più elementari riferimenti filosofici: impossibile. Voi troverete le mie parole oscure, dice Stephen Dedalus, nomen omen, guazzabuglio di astruserie medievaleggianti (ha studiato teologia dai gesuiti il povero Dedalus/Joyce). In realtà le sue parole sono chiarissime, basterebbe solo una spolveratina di filosofia. Detto fatto, che ci vuole?

sabato 27 gennaio 2024

Oltre a lavorare alla traduzione dell'Ulisse sto leggendo anche la Bibbia, ma nella versione CEI. A casa ho una Bibbia avventista, curiosa perché il nome Dio non vi è proferito, sostituito da Geova, YHWH. Si cita sempre la Bibbia ma non la si conosce affatto. Per esempio la si cita in continuazione in uno dei miei libri preferiti, il Moby Dick, che è impastato di Bibbia da capo a piedi. Chissà se qualcuno di voi ha da indicarmi una traduzione della Bibbia che non sia riveduta e corretta dal Vaticano, oppure quella Bibbia che ho a casa, avventista, è già il massimo che si può avere. Peccato non aver studiato il greco o ancora meglio l'ebraico, che altrimenti, folle come sono, me la sarei ritradotta io: se vuoi fare le cose per bene falle da solo, fuori dal controllo della lunga mano episcopale.

Anche la scuola, pubblica o privata che sia, è una costante educazione alla mediocrità. Si può mai "insegnare" a scuola un libro come l'Ulisse? Non sia mai, già ci hanno rovinato Manzoni e Leopardi, confinati nei loro luoghi comuni (il "pessimista" Leopardi), non ci rovinassero pure Joyce. Anche questo verbo, "insegnare", tradisce una gran vanagloria. Di Joyce sull'antologia delle superiori c'era un pezzo ovviamente edulcorato dai riferimenti sessuali. Imbarazzo dei professori chiamati a spiegare, eventualmente, le inclinazioni masochiste di Mr Bloom, le mammelle di capra di Molly. Funzionari della mediocrità, i professori di scuola sono costretti a diffonderla in tutte le sue forme, annoiando, ammazzando meticolosamente la curiosità, ogni possibile sprazzo di qualità, anche negli studenti più promettenti. Schopenhauer e Nietzsche se la prendevano con le scuole, non invece Hegel, che nella scuola aveva intravisto qualche sua incarnazione dello Spirito Assoluto, Dio, nientemeno, fatto carne, fatto lavagna, fatto cancellino, bacchettata sulle dita, dibattito sul femminicidio (non me ne vogliano, il tema in sé è funesto, è la risposta "culturale" che è ridicola). La scuola è magister taedium vitae (non so se si dice così, non ho fatto il classico, ma sono ugualmente alla ricerca costante della qualità).

Diceva Mr Bloom seduto beatamente sul cesso come il re nella sua tesoreria (allusione a una canzoncina dell'epoca che faceva "The king was in the counting-house/Counting out his money/The queen was in the parlour/Eating bread and honey"): pubblicano tutto oggigiorno, epoca cretina, silly season. Ebbene, dopo un secolo e più dove siamo arrivati, noi, con tutto il nostro portato di progresso? Stessa epoca cretina, stessa fuffa editoriale, impossibile leggere un nuovo Ulisse, non ce n'è. Epoca senza qualità. La placida civiltà occidentale si coccola la mediocrità come un prodotto da vendere. No, non è la guerra igiene del mondo che rinnoverà la civiltà spossata dalla c(u)ltura intensiva, è proprio il destino: siamo sempre gli stessi e medesimi cretini, mediocri, meschini, sdentati, per tante commodities, per tanti iPhone, AI, giornate della memoria che ci possono rifilare.

venerdì 26 gennaio 2024

Curiosità scientifica da mostrare: eseguita in Alabama la prima condanna a morte con l'azoto. Dettagliata ricostruzione della procedura: il condannato viene legato al lettino, il funzionario incaricato attende l'esito dell'ultimo appello (respinto), concesse molto magnanimamente le ultime parole al condannato (l'Alabama, ricordiamo, è uno stato di diritto), gli viene applicata una maschera sigillata sul volto, la maschera viene collegata a una bombola di azoto, dopodiché il funzionario incaricato aziona la valvola da remoto e i polmoni del condannato vengono saturati di azoto privandoli dell'ossigeno. Con l'azoto si sopprimevano i maiali. Se non eseguita correttamente la procedura potrebbe portare allo stato vegetativo del condannato. Inconvenienti del mestiere: non si può fare una frittata senza rompere le uova. A chi abbia un po' di sale in zucca tutto il meticoloso apparato tecnico di soppressione potrebbe ricordare la fredda e impersonale lucidità dei funzionari dei campi di sterminio, ma il sale in zucca ormai è merce rara, per cui tranquilli: Caino è morto, ucciso da un Caino più grande di lui, il popolo sovrano.

martedì 23 gennaio 2024

Quando facevo i disegni per abbigliamento c'era il genere sciura ("A Sciura is an elderly lady from the city center of Milan, who is essentially rich, elegantly dressed and often easily recognizable by her careless attitude", wikipedia), era il più divertente da fare, un mimmorotellesco patchwork di animalier (zebra, leopardo, gattopardo, leopardo nebuloso, zibellino delle nevi), optical, motivi classici e barocchi, cravatterie, effetti graffiati, luoghi romantici (in genere Venezia e Tour Eiffel) e chi più ne ha, più ne metta. Era come la ribollita, serviva a riutilizzare gli avanzi. Erano i motivi destinati alle signore di una certa età che si sentono ancora delle pantere, come diceva un mio principale con piglio da motivatore da marketing piramidale: dai, robe esagerate per signore tettone! Le nostre sciure non erano precisamente di Milano e non erano né ricche né particolarmente eleganti, erano delle signore abbondanti vestite in modo sgargiante. I disegni dovevano attirare l'occhio della sciura in cerca di cose allegre: bei colori sfacciati, optical sfarzosi, una bella spataffiata di animalier piazzata nel punto giusto all'altezza delle tette. Seno numero uno: animalier. Seno numero due: motivi pieni per fare da contrasto. Tettone dentro reggipetti plus size sottoseno 115 giroseno 140. Optical che si allargavano come lenti gravitazionali, Tour Eiffel che raddoppiavano la loro altezza sulla trama incurvata della coppa spaziotemporale. Sottogenere: il genere sciura tedesca. Stesso concetto per i motivi, ma colori più spenti. La sciura tedesca è ugualmente maggiorata ma maggiormente votata all'understatement: ecrù, ecrù chiaro, ecrù scuro, mauve. Ton sur ton. Grigio. Smorto. Soprattutto. Smorto. La produzione tessile tedesca in mano ai turchi: si andava in Turchia per vendere i disegni da piazzare sul mercato tedesco. Base a Istanbul, hotel Pera Palace, dove alloggiò Agatha Christie. Un giorno a Bursa, battello per il Bosforo, tornare indietro in giornata. Grandi mangiate di pesce del Bosforo. Turchi simpatici come i napoletani, ammesso che il napoletani siano simpatici. Le stamperie turco-tedesche stampavano motivi per le tettone di mezza Europa, dalla Germania verso il mercato dell'est fino in Russia. Coppe C ed etica di mercato, sulle generose zinne delle sciure appoggiava il mercato tessile europeo.

sabato 20 gennaio 2024

Figging

Avete notato che infilano lo zenzero dappertutto? In tutte le ricette pronte, sughi, zuppe, dolci, salati, patatine fritte, analcolici biondi, manca solo che te lo infilano nel, la potente lobby dei produttori di zenzero. Distratti dal cambiamento climatico, zitte zitte le multinazionali dello zenzero ci gingerizzano il menù nazionale, manie esotiche: sushi, wasabi, kasundi, basmati, quando abbiamo il nostro pesto alla genovese e il nostro ragù alla bolonnese e il Vialone Nano e i nostri profumi mediterranei che ce li invidiano in tutto il mondo, tenui, delicati, equilibrati, noi sì gli unici legittimati a contaminare la cucine degli altri, per migliorarle, per coprire l'odore d'ascella della cucina indiana e neutralizzare gli effetti difterici del curry color Vov.

Dal 2010 la produzione mondiale di zenzero è più che raddoppiata passando da 1,72 milioni di tonnellate a 4,33 milioni di tonnellate del 2020.

La Cina è il più grande produttore di zenzero al mondo e ha notato un aumento della domanda di questo prodotto a causa della pandemia.

Hanno scatenato una pandemia di covid solo per venderci più zenzero, quando vi domandate il perché delle cose non avete che da rivolgervi a me, la verità, vi spiego, sullo zenzero.

giovedì 18 gennaio 2024

Beatus homo qui invenit sapientiam

Un filosofo, è il suo mestiere, deve essere saggio, sono saggio io? Sapimu. Io sono come Socrate che più avanza negli anni e più sa di non sapere, ignoti sauton, tanti saluti. Certo è che saggezza e conoscenza non sono esattamente la stessa cosa, uno può essere saggio senza sapere molte cose, ma le cose importanti, quelle le sa. Io ho ripreso a studiare da Cartesio, lo scetticismo iperbolico di mettere in dubbio perfino la realtà: che non sia tutta sognata? Così come nel sogno tutto ci appare solido, e afferriamo gli oggetti e attraversiamo lo spazio, così potremmo essere noi, sonnambuli nel mondo, sognatori che non sanno di sognare. Però io sogno: sogno dunque sono. Era partito bene Cartesio, poi, com'è noto, il suo progetto di ripartire dalle idee chiare e distinte si arenò subito al secondo ostacolo, un centometrista che inciampa dopo lo sparo. La realtà del pensiero è certissima e vera, io la penso, dunque c'è, sulla realtà materiale occorre fidarsi del buon cuore di Nostro Signore. Però grande merito va a Cartesio: quello di aver pensato la realtà come problematica, separando la percezione del reale dal reale in se stesso. Gli antichi perlopiù pensavano il problema in termini fisici:

"Per Aristotele la visione di un oggetto avviene mediante un corpo trasparente (diafano) come l'aria o l'acqua che fa da mezzo tra l'oggetto e l'osservatore. Se in questo corpo c'è presenza di luce, l'oggetto trasmette all'occhio dell'osservatore la figura e il colore."

Con la filosofia moderna l'occhio che vede, la mano che tocca, vede e tocca solo all'interno del proprio sensorio, e fuori rimane una realtà ulteriore, ora irraggiungibile (Kant) ora del tutto irrazionale (Schopenhauer), ora bisognosa dell'imprimatur divino per esistere (Cartesio).

È dunque saggio il filosofo? Mah, sapimu.

mercoledì 17 gennaio 2024

Quello che scrivo non ha valore veritativo, è soltanto un gran liberazione, un passatempo per dare corso al flusso di incoscienza che costantemente mi affligge e che deve uscire come materiale espettorato, pena una gran costipazione delle cervella e il conseguente formarsi di immagini ipnagogiche che mi scombinano la percezione della realtà. Io devo scrivere, devo in qualche modo espettorare, è una terapia che quest'anno compie giusto i suoi vent'anni, visto che il mio primo blog risale al 2004. Vent'anni di espettorato: sono bei traguardi.

Amor est titillatio, concomitante idea vaginae externae

C'è tante famiglie rovinate dal sesso senza amore, fa bene Francesco a stigmatizzarlo, se ne vanno in giro a infilare gli uccelli in cose che non sono loro, la cosificazione della ficazione, non va bene, non va bene per niente.

Era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo. Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna ci deve essere un vincolo di amore. D'altra parte la donna «non deve dominare sull'uomo», e per questo non fu formata dalla testa. Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava: perciò non fu formata dai piedi. (San Tommaso, Summa Theologiae)

Tra i valori della destra ci sono gli Hobbit, non si capisce da dove viene 'sta fissa per gli Hobbit, una roba equivalente alla fissa della sinistra per Corto Maltese. Non sono tutti raccomandabili gli Hobbit, prendi i Sackville-Baggins, per esempio, c'è un detto del Decumano Ovest che recita: meglio un Nazgûl in casa che un Sackville-Baggins all'uscio. Eppure devono avere qualche qualità intrinseca questi Hobbit, i probiviri del movimento sociale all'epoca devono averci visto dentro qualcosa: forse i piedi pelosi? Gli Hobbit nelle intenzioni di Tolkien dovevano essere una bonaria parodia degli inglesi di campagna, quelli che si vedono dentro L'Ispettore Barnaby, mangioni, crapuloni, pettegoli, salopette e cappello di paglia. Non avrebbero fatto prima a prendersi direttamente i cotter per modello invece degli Hobbit che francamente non c'entrano una sega? Il cotter, l'abitante del cottage, "residente semi-indipendente di un maniero che aveva certi diritti di residenza dal signore, e che nella gerarchia sociale era un grado al di sopra dello schiavo, che non aveva diritto di possesso e lavorava a tempo pieno agli ordini del signore." È forse l'ammirazione per gli Hobbit un'ammirazione per la servitù della gleba? La società pacificamente organizzata, stai nel tuo e accontentati di mangiar patate. Ham Gangee, comunemente noto come il Gaffiere, grande esperto di patate, si rivolge così ai suoi interlocutori al Cespuglio d'Edera:

Elfi e Draghi! Gli ho detto. Cavoli e patate si addicono meglio alla gente come noi. Non ti immischiare nelle faccende delle persone importanti, o finirai in guai più grossi di te!, gli ho detto. E potrei dirlo anche a certi altri,

O forse quella per gli Hobbit è l'ammirazione per i comuni cittadini che si sobbarcano l'onere di salvare il mondo? Da chi? Dai comunisti? Perché invece i fascisti erano buoni, te li raccomando. La critica di Tolkien in realtà sembra rivolta molto pre-raffaellisticamente alla modernità e all'industrializzazione che devasta la natura e i verdi praticelli dell'Oxfordshire, erano forse i missini dei pre-raffaeliti? C'è poco da sperare da un pre-raffaelita, addio Ponte sullo Stretto. Grande è la confusione sotto il cielo, scambio un Aragorn con un Lancillotto e Gandalf con Mago Merlino.

martedì 16 gennaio 2024

"Croste di vario aspetto"

La più grande democrazia del mondo, almeno così dicono loro per autocelebrarsi, non riesce a esprimere candidati nuovi e anzi rimane bloccata da una decina d'anni in uno scontro tra ottuagenari ormai portatori di tutti i sintomi della degenerazione democratica, almeno per come concepivano la democrazia gli antichi greci. La democrazia in purezza è un miraggio, d'accordo, ma anche queste democrazie molto tarde, molto invecchiate, ritualmente stantie, e in special modo autocelebrantisi, esprimono sempre meno l'idea di una vera scelta in mano agli elettori. Ritorna Trump e vince il cous cous, pardon, il cucai, pardon, il caucus, dello Iowa con distacchi abissali sugli altri due, DeSantis (non ti sputo sennò ti profumo) e Nikki Benz, pardon, Cox, pardon, Haley, sosia ufficiale di Jane Rizzoli, che è sostenuta dal Post (non il Washington, il nostro Post, il faro della verità, l'eticamente ineffabile Post). Ora si dirà che Trump è pericoloso, sì sì, sono d'accordo, solo che io lo vedo pericoloso esattamente come gli altri, che non si tenga fuori da questo schifo il poro Biden, come se avesse una coscienza, lui, il poro Biden, una coscienza addirittura "progressista". Diffido di questi paroloni che ci rendono così tristi (Stephen Dedalus, episodio due). Insomma, non mi si venga a celebrare la più grande democrazia del mondo, sfatta e impomatata come il ciuffo muffito di Trump.


(come escono dai colletti immacolati, inamidati, i colli incartapecoriti di tartaruga, più in Trump, Biden invece stoccafisso, sembra tenuto insieme dal natron, "carbonato di sodio idrato, Na2CO3•10H2O, monoclino. Si rinviene in natura in croste di vario aspetto, come rivestimento o in effluorescenze nei depositi lacustri dell’Egitto, del Nevada, della California, dell’Ungheria, associato a terminatrite, trona, gaylussite e calcite." Giacche e cravatte potrebbero benissimo essere vuote e concorrere autonomamente alla presidenza senza che questo infici la correttezza delle elezioni: 48° presidente degli Stati Uniti Completo Classic Fit da Uomo taglia XL in flanella pettinata. Gli occhi a zampette di gallina, fessurine blefaroplasticate vaginoplasticate, tarda malattia gerontologica degli uomini di Stato.)

Affascinato dai grandi velieri, da L'Isola del tesoro, da Moby Dick, dalle storie di mare di Patrick O'Brian, oggi finalmente posso disegnarmeli, almeno disegnarmeli, io che sono così scarso a fantasia e che non riesco a scrivere niente che non sia autobiografico o che tragga solo spunto dalla realtà. Scricchiolare di legni e di sartiame, il vento nei capelli, ottoni lucidi, la razione di grog (acqua allungata col rum per non farla imputridire), ticchettanti cabine foderate di mogano, se ne avessi come Elon Musk non butterei i soldi nei social ma mi ci comprerei un veliero per viverci dentro, ancorato stabilmente in qualche porto riparato dalla procella, a guardarmi il mare dal cassero di poppa in vestaglia di lana. (qui l'Amerigo Vespucci con il suo caratteristico rostro/bompresso e le murate a strisce bianche e nere). ("t-" è la firma del mio blog di disegni, t-skizzenbuch)

lunedì 15 gennaio 2024

Mi sembrano tutti matti, e non che io sia normale, au contraire, plutôt l'inverse, ma io ne sono consapevole e quindi mi defilo, per pudore, e invece i matti che dico io sono matti ma si reputano perfettamente normali, e ti fanno la morale, a te che te ne stai in disparte consapevole delle tue tare, loro no, normalissimi si sentono, sani come pesci (eppure ne muoiono di pesci, di malattia, tutti i giorni). I matti che dico io non fingono nemmeno di essere sani, questo almeno implicherebbe una consapevolezza, no, questi qui sono sicuri di esserlo e sono questi matti che comandano, in tutte le posizioni apicali, perché è una follia molto richiesta nel mondo della produttività organizzata, anzi fa curriculum. Brrr. 

mercoledì 10 gennaio 2024

Non solo tutto è ormai capitalismo, ma siamo anche immersi in rapporti necessari di condizionamento che vanno ben al di là del condizionamento ormai pervasivo del mercato. Possiamo ben pensare di vincere il capitalismo, solo che anche qualora lo si riesca a vincere nessuna libertà verrà ristabilita, perché la libertà, semplicemente, non esiste. La libertà è un volere, per dirla cartesianamente, che conduce all'errore: 

"Quando il pensiero è evidente, chiaro e distinto, è talmente vero che non può sbagliare; ma se c'è un errore, ciò dipende dalla volontà, un elemento estraneo al pensiero, che ci ha spinto a dare il nostro assenso ad un'idea che non era evidente ma confusa."

Non c'è idea più confusa della libertà, eppure tutti vogliono che esista, ma non c'è cosa più chiara, distinta ed evidente di questa verità: che la libertà non esiste. 

Tutti i giorni dopocena in televisione trasmettono l'antifascismo, e pare che ne avremo ancora per molto, almeno finché dura in carica questo governo fascista, anche se occorre precisare fascista moderno, filoatlantista, filoisraeliano, in altri termini, antifascista. Anche il postprandiale è territorio antifascista, la grande storia in chroma key, Paolo Mieli immerso dentro grandi tesseratti e ipercubi quadridimensionali che ci spiega il fascismo con l'aiuto dei filmati di techetechetè. A forza di farne intrattenimento, tutti i santi giorni mattina e sera, in assenza del fiato sul collo del fascismo vero, l'antifascismo si sterilizza, non riesce più a fare quel che dovrebbe fare. Senza dimenticare, di passaggio, che anche all'antifascista preserale e postprandiale gli esce tutto l'ur-fascismo che gli cova dentro se posto di fronte a un'emergenza planetaria (pandemie, riscaldamenti globali, bombe atomiche, ultimi giorni dell'umanità).

lunedì 8 gennaio 2024

"Negli anni ’20, quando la radio cominciò a diffondersi negli Stati Uniti, era considerato inopportuno mandare in onda annunci pubblicitari: sarebbero stati trasmessi nelle case dei cittadini, che erano considerate uno spazio privato. Poi un programma di successo, Amos ‘n’ Andy, infranse il muro della correttezza e cominciò a trasmettere interruzioni pubblicitarie."

Dove tutto ebbe inizio: sarebbe bastato metterci una pecetta quella prima volta, tappare quella singola falla da dove è passata poi tutta la fiumana della reclame che ormai ci telefona anche a casa a tutte le ore, e invece non è stato fatto ed eccoci qua, con gli articoli di giornale che si sono ridotti a opuscoli pubblicitari con la notizia per corredo.