lunedì 19 febbraio 2024

Storia dell'arte: Keith Haring

Keith Haring col suo horror vacui pieno di omini del cazzo (letteralmente), confinato nella cultura pop degli anni '80 e rimasto lì, a farsi i seghini con gli omini nervosini. Che poi uno dice: be', Keith Haring pare niente, ma c'è tutto uno studio dietro, c'è Capogrossi dietro. Non scomodiamo Capogrossi e il primordialismo plastico, per carità, al massimo dietro Keith Haring ci sta La Linea della Lagostina (quanto mi irritava da piccolo, mi metteva una mestizia addosso, e un tale nervoso, che ancora adesso mi fa venir voglia di affondare gli incisivi dentro una gommina della Ständler). Intesi che la cultura pop è ormai un bagascione che si trascina stracco fra buste della spesa e rigurgito di trapper (trasü de ciòc), passa Banksy con uno stencil e ti nobilita il locale pompe. No io non la capisco più l'arte contemporanea, sto rivalutando Bouguereau perché sapeva disegnare i piedi (anche se devo dire, secondo me era un po' pervertito Bouguereau).

4 commenti:

  1. Bouguereau era normalissimo: siamo pervertiti noi.

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  2. "Chiare, fresche et dolci acque,
    ove le belle membra
    pose colei che sola a me par donna;
    gentil ramo ove piacque
    (con sospir’ mi rimembra)
    a lei di fare al bel fiancho colonna;
    herba et fior’ che la gonna
    leggiadra ricoverse
    co l’angelico seno...."

    E' la stessa visione di Bouguereau. Se questa è perversione...è anche la mia.

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  3. io il "pompiere" l'ho messo in esergo al mio blog
    l'arte contemporanea non esiste:
    https://diciottobrumaio.blogspot.com/search?q=guggenheim

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