martedì 30 aprile 2019

Faccio una fatica a scrivere in questo periodo, non sono ispirato, scrivo essenzialmente per non perdere la mano, come si fanno gli esercizi alla chitarra, sicché non mi esce niente di buono. I tipi umani attualmente presenti sul palcoscenico della politica non mi dicono un granché, nemmeno Salvini mi ispira cattiveria, una volta ero una vipera, adesso sono una pacifica lucertolina che se ne sta rintanata sotto la sua pietra e non chiede altro che essere lasciata in pace a leggere i suoi libri e ad ascoltarsi la sua musica. Vivo nascosto.

lunedì 29 aprile 2019

Allegoria

Massimiliano Allegri, plurititolato allenatore della Juventus, litiga in diretta con Daniele Adani, ex calciatore e commentatore di Sky: "Siete voi che siete teorici, anche te, sei il primo che leggi libri e di calcio non sa niente!". Offeso nell'onore Adani replica: "Ma che "leggi libri", non sono manco diplomato!". Bravo, diglielo che non sai neppure le tabelline. Anche l'incidente di Černobyl', a ben guardare, prese le mosse da un test condotto da un professorone che credeva di saperne di più degli addetti alle barre di controllo e abbiamo visto com'è andata a finire. 

Intervistato il giorno dopo da Fazio, Allegri rincara la dose: "Però, dio santo, che devo andare lì tutte le volte e mi devo sorbì la romanzina", che lì per lì potrà suonare sbagliato e invece per la Treccani trattasi di toscanismo filologicamente corretto: Ramanżina s. f. [da un anteriore romanzina (ancor oggi usato popolarmente)], e i saputelli se la piglino in saccoccia. (un detto popolare di queste parti recita: "Se sei così intelligente perché non hai fatto i soldi?", fine della questione).

venerdì 26 aprile 2019

Relativizzami questo

Il paragrafo 9 della prima dissertazione di Genealogia della morale come confermazione delle linee guida del famigerato piano Kalergi:

"Atteniamoci ai dati di fatto: il popolo ha vinto - ovvero "gli schiavi" o "la plebe" o "il gregge", chiamateli come vi piace - e se questo è avvenuto per mezzo degli Ebrei, ebbene mai un popolo ha avuto una missione più grande nella storia del mondo. "I signori" sono liquidati, la morale dell'uomo comune ha vinto. Si può considerare, al tempo stesso, questa vittoria come un avvelenamento del sangue (ha mescolato tra loro le razze) - nulla da eccepire; indubbiamente però questa intossicazione ha avuto buon esito. La "redenzione" del genere umano (dai "signori") è sulla migliore delle strade; tutto si giudaizza o si cristianizza o si plebeizza a vista d'occhio (che importano le parole!). Il progredire di questa intossicazione, attraverso l'intero corpo dell'umanità, sembra irresistibile [...]"

[a Mazzino Montinari, come d'uso, il compito di rendere commestibile per i tipi dell'Adelphi la polpetta avvelenata del pensiero nietzschiano]

giovedì 25 aprile 2019

Disperazione

Stavo leggendo in bagno La malattia mortale, l’unica opera integrale di Kierkegaard di cui attualmente dispongo nell’edizione economica Mondadori. Il libro tratta del tentativo, per il momento piuttosto tortuoso, di dimostrare come la disperazione sia quel tipo di malattia mortale che però non conduce alla morte, e che questa impossibilità sia proprio il segno indelebile della sua natura (mortale). Si tratta di considerare la disperazione come concetto in sé, com’è d’uso fra i filosofi, cioè sub specie aeternitatis, sotto l’aspetto dell’eternità e non sotto l’aspetto del caso particolare.

Ma un caso particolarmente disperato mi attendeva alla fine della sessione di lettura: la fine della carta igienica. La mano allungata verso il rocchetto di cartone, nudo come un uccellino spennato, la disperata ricerca di un ricambio che non c’era, in quell’attimo tutta la disperazione dell’essere mortale sgomento di fronte alla compiuta irraggiungibilità dell’eterno… usare le pagine del libro come surrogato dei fogli di carta softly, sì, va bene, e quali? Quelle che forse ho già letto, ma la cosa non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello, l’ho pagato ben 6 euro e 20 centesimi, sarebbe un rotolo piuttosto costoso…

Dura la vita del singolo, quel singolo, come dice il filosofo.
La vita è brutta, più interessanti sono le vicende del pensiero. Per vita intendo qui il lavoro a cui si è costretti, le relazioni umane che per forza ne conseguono, che di umano hanno solo il nome, essendo gli uomini che si incontrano sul lavoro perlopiù orrendi. Questo sforzo vano e miserabile finisce alla lunga per renderti vano e miserabile, chiamarsene fuori impossibile, ci vuole tutta la pazienza di buddha per praticare l'olimpico distacco, unica via di salvezza, escludendo vincita ed eredità.

giovedì 18 aprile 2019

Stamattina mi sono svegliato al suono commovente del martello pneumatico, ma era la mancanza di un altro suono ben più molesto a far nascere in me una vaga speranza, la mancanza di quel dannato ta-tank del tombino, alzo dunque la tapparella e vedo due addetti comunali in pettorina arancione indaffarati attorno al maledetto, visione celestiale, non ci potevo credere, per un attimo ho creduto di sognare... il dio della manutenzione delle strade ha finalmente accolto le nostre suppliche, ora speriamo che anche il dio dell'Inps, ma non vorrei esagerare con le speranze.
Non esiste la libertà in senso stretto, ontologico, esiste tuttavia un sentimento forte della libertà che riguarda tutti, anche i cosiddetti sovranisti, i quali non fanno altro che rivendicare il diritto di sentirsi liberi di rifiutare tutto l'apparato liberal-progressista dell'accoglienza, dei diritti universali, della contaminazione culturale, in un eroico tentativo di invertire il corso della storia, per salvaguardare l'identità nazionale e arrestare l'inesorabile avanzata del melting pot. Nei casi più patologici si credono degli eroi, in loro brucia un fuoco sacro alimentato dalla paura di scomparire come tipi culturali, di dissolversi come occidente e occidentali, e il guaio è che non hanno tutti i torti, perché un giorno potremmo davvero estinguerci al di là delle reali intenzioni dei cosiddetti "invasori".

martedì 16 aprile 2019

Stavamo commentando anche l'abissale ignoranza dei giornalisti, gente laureata, la cui conoscenza di Notre-Dame non andava oltre i dépliant della Pro Loco, l’unica cosa che sapevano è che ci avevano incoronato Napoleone, ma non sapevano specificare se da Quasimodo o da Richelieu.

Culti pagani, ovvero Quasimodo, Esmeralda, lo spirito del musical nei versi immortali del Cocciante

E' Victor Hugo che ha reso immortale Notre-Dame de Paris, e qui in Italia i versi immortali del Cocciante, altro che incoronazione di Napoleone, altro che Luigi XIV, ma chi se li incula? (scusate il francesismo). Io e il mio amico ieri eravamo disperati, già ci vedevamo al suo posto il centro commerciale Île de la Cité, è andata anche bene. Che poi, si sa, il vero simbolo di Parigi è la tour Eiffel, Notre-Dame era lì che rosicava: e che, mi devo dare fuoco per avere un po' di attenzione?
Sicché, in tutto questo trambusto legato a Notre-Dame de Paris, è passata completamente in secondo piano Atalanta-Empoli, passaggio fondamentale per le ambizioni europee degli orobici, tanto da intravedere, ad essere maliziosi, un complotto dei francesi per distogliere l'attenzione dal campionato più bello del mondo, ma non vogliamo fare dietrologie. 

domenica 14 aprile 2019

La domenica delle palme

E' passata la processione sotto casa, cinque minuti cinque, solo i preti e i figuranti, pochissimi i seguaci, che se ne vedono di più ai concerti di Achille Lauro, e di più giovani. E' passata e hanno chiuso la strada per cinque minuti, poi la modernità ha ripreso il suo corso. Una manifestazione contro i migranti avrebbe riempito le strade.

venerdì 12 aprile 2019

Un problema di tombini

Ora, non voglio essere di parte ma l'amministrazione precedente del PD, qui a Como, almeno riparava i tombini che facevano tump-tump, tu li segnalavi e loro arrivavano subito a metterci una pezza, durava quel mese o due dopodiché il ripetuto passaggio degli autobus sfasciava di nuovo tutto quanto, ma almeno ci mettevano una pezza. Questi qui di Forza Italia, invece, non hanno nemmeno assegnato l'appalto per la manutenzione delle strade. Certo, è vero, l'amministrazione PD non è stata abbastanza cattiva con i migranti e gli accattoni e per questo è stata punita, ma bisogna soppesare bene i pro e contro: o la sfacciataggine dei migranti o quella dei tombini... il fatto è che con questi chiari di luna prima di rivedere un'amministrazione PD che si occuperà dei tombini passeranno almeno 20 o 30 anni e nel frattempo il mio tombino farà in tempo ad uscire dalla sua sede e andare in giro di notte ad agitare il sonno degli onesti cittadini che pagano le tasse, che a quel punto si vedranno costretti a cambiare casa se non proprio paese di residenza. Quindi ricapitolando: votate PD perché ripara i tombini, è un dato di fatto.

giovedì 11 aprile 2019

Bill Gates per un governo tecnico (ovvero "Criceto Meccanico")

Stavo pensando che non c'è sistema operativo che ricalchi così profondamente lo spirito degli italiani come Windows. Prendi gli aggiornamenti: quelli di Windows sono "consigliati" ma di fatto obbligatori, "manuali" ma di fatto automatici. Ti sembra di essere riuscito a comandargli di avvertiti quando devono partire ma grazie a certe formule bizzantine di cui gli stregoni della Microsoft sono da sempre maestri capisci subito che ti hanno buggerato, di fatto gli aggiornamenti partiranno comunque a tua insaputa, come le case di Scajola (capita solo a pochi fortunati). Te ne accorgi perché tu puoi anche avere 32 tera di RAM installata sul tuo computer ma nonostante ciò le finestre si apriranno con una lentezza tale che ti sembrerà che te le stiano aprendo "a manovella". Poi, quando spegnerai il computer a notte fonda e pensi proprio che te ne andrai a dormire beato predisponendo il tuo bel cantuccio nel mondo dei sogni, ti si presenteranno le famose due alternative: "Arresta e aggiorna" o "Riavvia e Aggiorna". Mmm... fammi pensare... penso proprio che aggiornerò! Così finisci per addormentarti alle due di notte alla luce azzurrina di Windows come un astronauta inondato dal riverbero celeste dell'atmosfera terrestre mentre l'hard disk ronza e ticchetta come un criceto meccanico impazzito. Bill Gates per un governo tecnico.

sabato 6 aprile 2019

Il corso di nuoto

Mi è tornato in mente stamattina come un incubo proveniente dal passato la dolorosa vicenda del corso di nuoto che mi fecero fare da bambino. Ricordo che ci riunivano tutti sull’autobus il pomeriggio sul tardi e io mi mettevo di malumore fin dalla mattina, facevamo i chilometri per raggiungere la piscina, ricordo il senso di umiliazione di trovarmi lì in mezzo agli altri con il mio costumino striminzito e le mie gambette pallide. Disonore, vergogna, degradazione. E poi la tortura dell’acqua. Ci costringevano a tuffarci dal trampolino per prendere dimestichezza con l’elemento e io vivevo quei tuffi come piccoli suicidi, prove anticipate della morte. Gli altri si divertivano. Coglioni. Io nel frattempo proprio non imparavo a nuotare, sicché mi misero nel gruppo di quelli che provavano a stare a galla. Ci diedero una specie di galleggiante di polistirolo e così ci esercitavamo in disparte a non colare a picco. Con scarsi risultati. Quando finiva era un gran sollievo, ricordo il freddo mortale quando uscivo dall’acqua, ma c’era da fare ancora la doccia, proprio lì, in mezzo agli altri. Io mi nascondevo dietro alla nonna che mi assisteva in tutto quel trambusto porgendomi l’asciugamano. “Nonna, quando torniamo a casa!”, non ce la facevo più. Siano stramaledetti i corsi di nuoto e gli assembramenti coatti a scopo di socializzazione. “Proprio non vuole stare in mezzo altri!”, mi dicevano. E ti credo, ci avevo la mia dignità, io!

(la dignità ferita dall'umanità fessa e cretina era un dogma che mi era stato instillato nell'animo fin da piccino, quando parti così è chiaro che il cammino risulterà accidentato)

venerdì 5 aprile 2019

Il mio realismo mascherato da cinismo mi dice che la grande vicenda dell'elevazione dell'uomo a qualcosa di più di una scimmia è e resta soltanto un apostrofo rosa fra le parole "ti" e "ammazzo". Partiamo dal presupposto che l'uomo sia l'animale di sempre, quando non è minacciato passa per homo civilis, quando per qualsiasi motivo è la sua stessa sopravvivenza ad essere messa in discussione allora si mette a divorare i figli altrui con la stessa nonchalance di chi reclama un riparo per la notte. La civiltà può tornare indietro, non c'è dubbio.

mercoledì 3 aprile 2019

Essere reazionari di questi tempi ti dà un brivido, come mettere il farfallino a una festa di addio al celibato, essere reazionari ti fa dandy. Poi anche lì arriverà quel momento fatale in cui quello che era così bello e anticonformista si conformerà alle forme correnti dello Zeitgeist e tutto ricomincerà da capo. Citare De Maistre in risposta alla Boldrini, far finta di essere cattolici in un mondo di atei, verrà a stufo anche quello, l'importante è far passare il momento senza lasciarci le penne.
Il congresso si è tenuto a Verona ma i primi risultati concreti si sono visti in Brunei: pena di morte mediante lapidazione per gay e adulteri. Severo ma giusto. Coerenti, quantomeno. Forse siamo noi il problema, forse è la nostra società che non è ancora pronta. 

lunedì 1 aprile 2019

L'intelligenza ferita

La politica è per esempio il miglior banco di prova per la teoria della destinazione all'acefalità del genere umano. L'intelligenza in questo campo è messa principalmente al servizio della durabilità degli esecutivi, conta durare, come per le batterie dei cellulari. Durare per sé ma soprattutto per gli altri, che non l'abbiano vinta. Ora, piegare l'intelligenza a questi scopi è come possedere una spada invincibile e utilizzarla per tagliuzzare i pomodori. Ad offendere l'intelligenza in questo modo se ne pagheranno poi le conseguenze, si vendicherà di noi, come una dea ferita nell'orgoglio.
In questa cospirazione degli insulsi che fa da preambolo all'incremento inarrestabile del livello di mediocrità generale riecheggia un poco l'argomento nietzschiano della macchinazione dei deboli nei confronti dei forti, dove "debole" e "forte" sono in Nietzsche categorie fortemente idealizzate, deformate attraverso la lente del suo temperamento tragico (per non dir tragicomico), qui invece la questione è molto più semplice: gli insulsi non hanno nemmeno più bisogno di cospirare, che la cospirazione sottende anche una certa cognizione, no, la mediocrità procede ormai dagli insulsi come una necessità fisiologica, una funzione corporale che si espleta in modo del tutto naturale e non necessita di un particolare apprendimento. Per cui di nuovo: a fronte di un costante affinamento delle tecniche scientifiche non corrisponde un diametrale affinamento delle doti intellettive, l'acefalo è l'uomo dell'odierno e del dopodomani.