sabato 30 marzo 2024

Ieri in città sono rimasto imbambolato a guardare tre gatti che facevano la posta ai bidoni del macellaio, giornata estiva, luce calda, arancione, tre gattoni randagi, i jazzisti degli aristogatti, due bianchi e uno bianco e grigio; il più intraprendente era quello pezzato, faceva la spola dentro e fuori il bidone dell'umido, agile come un gatto, saltava sul bordo e poi giù a capofitto nell'abisso, ne riusciva ogni volta con un bonbon, con un bocconcino prelibato che si pappava lappando il suo musetto felino con eleganza felina. Gli altri lo guardavano da sotto aspettandosi che cadesse un po' di manna anche per loro, ma quello era troppo preciso nel suo lavoro, non c'era trippa per gatti, così alla fine si era deciso di saltare su anche quello bianco con la rogna dietro le orecchie, aveva guardato incerto dentro il bidone, occupato, così si era risolto a camminare sul bordo degli altri due, ma dentro doveva esserci il vetro o la carta, niente di edibile, sicché rimaneva in bilico come un equilibrista, con quella nonchalance tipicamente gattina, e invero anche un poco esitante e incerto sul da farsi, con un'espressione scema sul muso, da gatto bastonato. L'altro nel frattempo continuava esatto il suo lavoro, se li pappava tutti lui, che si mettessero a lavorare anche loro se volevano mangiare invece di starsi a leccare per il lungo le zampe sotto un suv, che vita da gatti.

1 commento:

  1. non invidio gatti, ma giornata estiva. qui il padreterno, schifoso, va al cesso in ogni momento da mesi e tira l'acqua a più non posso

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