In poche parole, Nietzsche idealizzava un uomo di superiore levatura spirituale, un uomo aristocratico che non si vergognava dei propri istinti (l’uomo “sano e forte” della classicità greco-romana), che non è mai esistito se non nella sua morbosa fantasia di filologo infatuato giovanilmente di Wagner (vedi La nascita della tragedia dallo spirito della musica). Quando poi Wagner lo “tradì” convertendosi al cristianesimo, Nietzsche imbastì tutta una sua polemica sulla genealogia della morale e sul disprezzo dello spirito giudaico-cristiano che può essere rivista nell’ottica del risentimento dell’allievo deluso dal Maestro, reo di tradimento nei confronti degli spiriti guerrieri del Valhalla (vedi Nietzsche contra Wagner).
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