Perché non funziona più come una volta l'affabulazione del razionalismo illuminista, perché la ragione non illumina più le menti ma è il risentimento che le rabbuia? Per paura, è vero, ma bisogna capire da dove viene questa paura: la ragione, quella salvifica, è arrivata a un punto morto. Ha trovato il suo bel campo di applicazione nella tecnica ma è chiaro che da sola non costituisce un'occasione di riscatto per l'umanità. Tecnica o non tecnica l'umanità è quella di sempre, restano le sue magagne. Nessuna particolare felicità nel pensarsi individui mortali in balia delle leggi della natura, nessuna consolazione, nessuna mistica positivista e sol dell'avvenire. L'avvenire è che si scompare, comunque e per sempre. La ragione ti salva finché sei vivo. Sii felice, ti dicono, hai l'orologio, prodigio della tecnica, che ti avverte se avrai un infarto: sei salvo, per il momento. E allora la ragione conduce comunque al nichilismo, la nevrosi fondamentale dell'uomo moderno che si crede un niente e che reagisce ora tentando di protrarre la vita finché può, ora cercando tenacemente di dimenticare il suo destino mortale, ma l'ombra del nichilismo che ha evocato gli scava la fossa, non sa più che pesci pigliare, una sola cosa sa, che ha paura della morte, la sua è una ragione mortifera.
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