Orbene, puntuale come la carota che precede il bastone ritorna il grande classico della riapertura delle case chiuse. Del resto se torna l'orbace è più che legittimo che torni anche tutto il milieu conseguente del canapè di velluto e delle sottovesti color carne, io l'ho letto Piero Chiara, so di cosa si stratta. Solo che mi ha detto un amico, ve lo riporto per sentito dire, che le case di tolleranza odierne, quelle oltre confine, non hanno più niente a che spartire con l'atmosfera retrò dei leggendari bordelli di Parigi, anzi, sembrano piuttosto dei piano bar posticci montati la sera prima con certe luci fucsia molto tristi di una malinconia ultravioletta, cenoni di San Silvestro per avanzi di crociera. D'accordo, voi direte, noi non ci andiamo per l'arredamento, noi ci andiamo per la figa. Questo è vero, ma ricordatevi che l'estetica è madre dell'etica e verrà un tempo che sarete puniti per tutto questo cattivo gusto (il tempo è questo, la punizione è l'oggi, il presente, l'ora).
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