Sarà che non so quasi nulla di Barbara Spinelli e quindi mi sento immune da qualsiasi timore reverenziale che dovrei avere nei suoi confronti (del resto non mi sentirei di averne anche nei confronti di Ovadia, pur conoscendolo meglio), ma non ho capito perché si dovrebbe rispettare la sua scelta di essersi rimangiata la parola. Le si dice gentilmente ma fermamente che in politica la parola data è tutto (qualora si creda che sia così e mi pare che l'area politica a cui fa riferimento ci creda) e finita lì. Spinelli, Furfaro o Tafazzi è la stessa cosa o forse dovremmo rimpiangere anche la scelta di Ovadia di privarci del suo imprescindibile contributo? Aldilà di una giustissima lotta all'antisemitismo cosa avremmo potuto aspettarci da Ovadia, lo stanziamento di fondi europei per la sopravvivenza del teatro kasher? Ovadia almeno è stato coerente e questo gli fa onore all'interno di un'etica per cui l'onore è tutto e qualifica automaticamente anche il valore di una persona, punto.
Sì...be'...la cosa difficile per me è capire il sì, alla Spinelli.
RispondiEliminaLa servitù volontaria, Etienne de la Boetie docet, è categoria prepolitica... essere di destra o di sinistra è un dettagio di poco conto.
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