Per esempio, per fare un discorso filosofico non astratto, a me appare chiaro come la forma più evidente e universale di totalitarismo light sia oggi quella del mercato (intesa proprio come Weltanschauung dominante, idea e intuizione del mondo che esclude le altre). Ne prendo atto, non la giustifico né la avverso in senso assoluto, dico solo che come ogni cosa porta dei vantaggi e degli svantaggi. "Totalitarismo" qui è inteso come idea e organizzazione dell'esistente alla quale tutti devono adeguarsi volenti o nolenti, "light" perché raggiunge i suoi scopi per vie traverse, impiegando una persuasione più o meno diretta. Questa forma di totalitarismo (light) è oggi la sovrastruttura di tutte le sottostrutture. Sottostruttura è dunque anche Renzi che vuole snellire parlamento e iter legislativo non solo in nome dell'interesse personale (come dicono i maligni) ma anche di quello economico nazionale (giusto per necessità). Che ci riesca o meno è da dimostrare, se non ci riuscirà pagherà il suo prezzo (a proposito di logica di mercato). In fondo la tragedia italiana è quella di non riuscire a venire a capo del rompicapo globalizzazione che esige competitività, essendo quello che siamo (qualcuno direbbe "cattolici"), della ricchezza abbiamo un'idea ossequiosa o spregevole secondo i casi, comunque mai libera da sensi di colpa o da problemi di opportunità morale. Sacrificare il discussionimo democratico alle esigenze della governabilità è dunque il riflesso di questa pressione che il mercato economico globale esercita sulle fragili strutture di questa repubblica fondata sul lavoro (in questo senso il cattolico Renzi, il boy-scout della nazione, è molto più mercatista del papa e non potrebbe essere altrimenti, lo esige il mercato).
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