Il guaio delle religioni sta nel considerare come innate e naturali circostanze puramente accidentali come il luogo di nascita, la foggia degli abiti e dei costumi, le tradizioni gastronomiche. Dissi a un ebreo: «ma non hai freddo con quel coppolino in testa, non sarebbe meglio un berretto?», mi guardò stupito ma la cosa finì lì perché per lo più gli ebrei si sono inciviliti (dicono abbiano pure il senso dell'umorismo, ma è un po' come i negri che hanno il ritmo nel sangue). Stessa cosa coi cattolici se gli fai notare che a te l'ostia rimane un po' insipida, meglio quella del torrone. Prudenza invece con gli islamici se invece del ramadan consigli la dieta a zona (dovrò giusto addentrarmi nel quartiere mussulmano, oggi, metterò il giubbotto). E così ci si ammazza per le kippah, le hanukkah e un sacco di altre cose che finiscono per "ah", litigano sui felafel, quelli che girano in caftano e gli altri coi payot (le tre monoteiste sono una jattura, non mi stancherò mai di ripeterlo: la prima tende il filo, la seconda lo avvolge, la terza lo recide).
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