Sono contrario all'eterologa, come del resto sono contrario alle nascite in generale, mettere al mondo qualcuno è in pratica condannarlo a morte raccontandogli la favola che l'hanno fatto per il suo bene. Da libro Cuore le palle che ti raccontano: il dono della vita, l'amore di mamma, la ricerca della felicità, soluzioni velatamente teologiche o al minimo teleologiche. La mia anafettività mi porta ad escludere la dimensione delle relazioni umane dal computo delle cose da salvare, per cui in genere non mi viene in soccorso l'incanto degli affetti o delle amicizie o la conformità ai modelli sociali, in genere vedo le ossa laddove gli altri vedono la carne, la vita mi appare nuda e cruda nella sua più muta mancanza di senso, the 21st century schizoid man. Ma anche ammesso che la mia malattia sia curabile o che la personalità schizoide sia quell'occhiale kantiano attraverso il quale la vita appare più vuota e tetra rispetto all'adulto di sana e robusta costituzione psichica e morale, mi domando: all'uomo sano sta bene così, l'uomo sano sarebbe quello che al senso non ci pensa e casomai, o al limite, spera che ci metta una pezza il buon Dio in zona Cesarini? O quello che popola il mondo di figli suoi perché così fan tutti o in conformità a una legge di natura? Lo schizoide non capisce ma è in buona compagnia.
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