Può
essere riduttivo intendere Dio come una semplice proiezione di
desideri inconsci e frustrazioni originarie dei mortali che
proiettano l'impossibile fuori da sé (desiderio di immortalità, di
onnipotenza, di giustizia, ecc.), però funziona e funziona
soprattutto se si vuole contestualizzare storicamente l'idea che ci
siamo fatti e ce ne facciamo tutt'ora. Ad esempio, calati nel
contesto prestigioso della canonizzazione di Roncalli e Wojtyla fra re e regine, principi e velette di un'epoca che fu, nell'incanto del
momento, ad alcuni - tra cui anche al Renzi che è facilmente
impressionabile - potrebbe venire il dubbio che esista veramente il
Dio della tradizione, quel Dio che infondeva un poco del suo potere
nelle monarchie ereditarie e si incarnava nell'ordine stesso del
mondo. Metti poi che una folata di vento sollevi qualche pagina
significativa di un passo del Nuovo Testamento e che la richiuda a
comando nei tempi e nei modi di una coreografia ben studiata... be',
il gioco è fatto. Non torneranno i bei vecchi tempi ma almeno se n'è
fatta una bella rievocazione, come per Austerlitz
o
la battaglia di Gettysburg, della quale anche quest'anno ricorre
l'anniversario.
prestigióso
agg. Farsi prendere dall'incanto, dal gioco di prestigio, cedere alla
fascinazione, con riferimento al viluppo dei sensi e al loro insieme
intricato.
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