In questo clima di generale liberazione dal giogo di tutti i vincoli necessario ad affermare con forza la propria volontà e l'intenzione di possedere il proprio destino, chi può impedirci infine di pensare che anche questa pulsione alla libertà non sia che il fantasma di un'impossibile fuga da se stessi? Ci si aggrappa alla libertà come all'albero spezzato che galleggia dopo un naufragio. Ci si abbandona alla deriva con le spalle al muro, obbligati a liberarci secondo quel rimedio che sembra possedere la forza concettuale di respingere tutti gli altri. Fosse ancora vivo, Nietzsche probabilmente sarebbe preda dello stesso disincanto, fustigatore di questa libertà di qualità assai mediocre, vittima dei sistemi liberali e democratici, al giogo di un'economia di mercato che organizza per noi le modalità della nostra libertà e più che superuomini ci vuole superconsumatori. Avrebbe fatto faville, e giù di maglio e di martello a frantumare la falsa libertà in nome di quella vera! (Toni Negri e Nietzsche la stessa cosa).
Farebbe
dunque scandalo dubitare che la libertà esista? Intendo in quanto
completa capacità di determinarsi indipendentemente da agenti
esterni, i quali notoriamente mai possono essere completamente
isolati. La dialettica storica viaggia per conto proprio, dalle
connessioni fra i viventi emergono sentimenti comuni, Stimmung und
Zeitgeist, Samt und Stein. L'aspirazione alla libertà
procede per vampate di calore, non già per il prigioniero o per
l'ostaggio, la qual cosa sarebbe comprensibile, ma in generale per
tutti: chi può dire quanto sia indotta da fattori esterni oppure
prodotta indipendentemente dal soggetto? Troppo giovane per capirlo,
per timore di passare per reazionario o peggio per rinunciatario,
indifferente, fatalista, connivente di fatto con il nemico (per molto
meno un tempo privavano della libertà). Per non parlare dei sistemi
giuridici fondati sul concetto di piena capacità di intendere e di
volere, già la neuroscienza si scervella sulle implicazioni della
predisposizione genetica e dell'esperimento di Libet.
Quello che intendo è che
bisognerebbe fare attenzione a non caricare la libertà di troppe
aspettative e risvolti escatologici, che a una idea di libertà
occorrerà sempre adeguarsi e ogni senso ci determina, impensabile
quindi porre una libertà che sia assolutamente libera, isolata da
ogni contesto, ogni libertà è intessuta in una trama: chi dice
che la libertà è in Cristo, chi in Darwin, Nietzsche, Lenin o Mussolini,
quando se ne fa una merce della libertà rimane solo l'etichetta.
"Quindi non sono io il padrone della mia vita:
io sono un filo che dev’essere intessuto nella trama della vita!"
Søren Kierkegaard
io sono un filo che dev’essere intessuto nella trama della vita!"
Søren Kierkegaard
Nessun commento:
Posta un commento