Senonché, anche la volontà di
superare tutte le ideologie si costituisce essa stessa come
ideologia. Pare che Jean-François Lyotard
fosse rimasto molto deluso dal pensiero marxista e che effettivamente
attraversò un periodo di profonda crisi personale che lo portò a
partorire quella sua idea di crisi permanente di tutte le ideologie
la quale, stando così le cose, assumerebbe i connotati di una vera
e propria ideologia del disincanto. Dunque da stato emotivo e da
vicenda personale a costruzione meta-sistemica (“meta-” lo
aggiungiamo come omaggio) e pubblica narrazione. Sarebbe dunque
questo il motivo per cui anche il postmodernismo e il pensiero debole
sembrano passare di moda proprio come ogni altra ideologia? Può
essere un indizio. D'altra parte il pragmatismo economico e
tecnico-scientifico, che dalla morte delle altre ideologie ha tratto
sicuro profitto, è oramai la narrazione dominante, a rimarcare il
fatto che senza una qualsiasi ideologia pare proprio impossibile
vivere. Anche l'ultimo dei Renzi non può che adeguarsi all'idea che
è buono e giusto solo ciò che tende ad aumentare l'efficienza,
poiché almeno ad una idea occorre far riferimento. Per cui ecco
servita questa fase in cui sembra assumere valore il metodo in sé
più che i contenuti. Quando poi si verrà ad avvertire anche
l'insufficienza della sola efficienza come categoria dello spirito,
da un altro incanto passeremo tosto ad un ulteriore disincanto, con
conseguente ritorno in auge dell'ideologia più funzionale al momento
storico. La penso così.
Grazie per il "meta".
RispondiEliminaSe usi ancora una volta "narrazione", ti tolgo il saluto. :)
Baci
Allora userò meta-"meta-racconto"
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