giovedì 31 ottobre 2013

Al contrario, ci vuole più avalutatività nel considerare le questioni politiche, per non cadere nel solito teatrino, per non lasciarsi trasportare da quel caratteristico eccesso di pathos così intrinseco ai popoli meridionali (da quando sono più avalutativo ho smesso di mangiarmi le unghie). C'è ancora qualche nostalgico del marxismo che si domanda: perché gli italiani non fanno la rivoluzione? Buon Dio, e per cosa? Il declino dell'Italia è irreversibile, come lo è in generale quello dell'occidente. Ma guardiamoci, siamo una squadra che ha vinto tutto, è il turno degli altri di credere di poter essere felici, di credere di essere "occidente" (e lasciamoglielo credere!). Ma anche un'etica del katà métron, di un ritorno dell'occidente a un piacere più misurato, di una serena accettazione dei propri limiti, se mai sarà possibile lo sarà non già per via di volontà, ma per via di necessità (nel qual caso, si farà di necessità virtù). Per abbandonarsi a un piacere smisurato, oltre alla disponibilità dei mezzi, occorrerebbe avere anche la disponibilità dei fini: ne disponiamo? 

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