Per chi volesse leggere qualcosa di interessante attorno al problema della cosiddetta "realtà esterna alla mente", da un punto di vista scientifico e quindi implicitamente filosofico, consiglio vivamente un libro del sempre ottimo e compianto prof. Enrico Bellone*, storico della scienza e già titolare della cattedra galileiana all'Università di Padova: Qualcosa, là fuori. Come il cervello crea la realtà.
"Quando dico "Piove" o "Il Sole sorge" non sto usando il libero arbitrio: sto descrivendo fasci di sensazioni, e queste ultime non dipendono dalla mia volontà o dalle mie intenzioni. Ecco perché, se sono accanto a una persona e le dico "Piove" o "Sorge il Sole", è probabilissimo che quella persona sia d'accordo con me: i suoi organi di senso e il suo cervello assomigliano ai miei, e sentono come i miei. Ecco perché il consenso è grandioso attorno alle descrizioni regolate dal senso comune.
In secondo luogo, però, le norme basilari del senso comune sono continuamente contraddette da ciò che la scienza esprime con le leggi della natura. Come è possibile che ciò accada?"
Un tema che mi affascina sul quale leggevo ieri questo pezzo, che non risponde alla domanda e forse ne fa nascere altre...
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