domenica 27 ottobre 2013

Sto progressivamente perdendo la fiducia nella capacità della politica di incidere sul destino civile di un paese. Non ritengo, allo stato attuale delle cose, che sia lo scontro fra questa o quella fazione che possa cambiare le sorti di una nazione. Prendete la Germania: che siano la CDU, l'SPD, l'FDP o i Grünen a governare, rimarrà sempre un paese serio. Prendete l'Italia: che siano il PD, Forza Italia, Il Grande Centro o chicchessia a comandare, rimarremmo sempre il solito paese del menga. Perché il destino di un paese, a mio parere, è iscritto principalmente nel suo carattere nazionale. Del resto questa non è una legge immutabile, di fronte al levarsi di un'Alba Dorata l'indifferenza fra questa o quella proposta politica verrebbe meno, ma l'argomento regge in caso di normale amministrazione. Questa mia indolenza sarà forse un riflesso del governo delle grandi intese? E' questo generale clima di confusione fra mozioni di destra e di sinistra a rendermi più scettico di prima? Bah. Sta di fatto che implicitamente ho sempre dato precedenza al carattere nazionale rispetto alle sue individuazioni politiche particolari, diciamo che il carattere nazionale è quell'albero da cui si diramano le singole proposte politiche, e nulla mi vieta di pensare che il pesce puzza dalla testa, o che l'albero stia ben piantato solo se ha buone radici. Il giorno che noterò un certo cambiamento nel carattere nazionale, vuoi perché suscitato ermeneuticamente o serendipicamente da un partito politico, vuoi per via di un miracolo, automaticamente riacquisterò fiducia nella politica, ma non c'è da sperarci.

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