Dice Tzipras che l'Ue non puntava tanto all'accordo quanto ad avvicinarli alle loro posizioni. Ma no, ma che scoperta. L'Ue è un apparato piuttosto organizzato, non considera nemmeno lontanamente l'eventualità di essere dalla parte del torto, il governo greco, al confronto, una masnada di disperati, e cosa possono fare i disperati giunti all'ultimo stadio della loro disperazione se non fare leva sul vittimismo e sperare di intenerire qualcuno? Per tanto che presti soldi ai greci, loro non te li restituiscono, perché hanno da colmare una voragine. Allora si fa come con i bambini: se fai i compiti poi ti compro le figurine, prima i compiti però. Ma quelli al posto dei compiti ti presentano le fotocopie degli appunti, è normale che alla maestrina girino le palle. Vuoi mettere in dubbio l'autorità scolastica? Prego, si accomodi, ma allora ti serve una rivoluzione culturale, e la questione dei compiti a casa si trasforma di colpo in questione filosofica. Del resto, va da sé, sono greci. La questione è interessante perché qui i nodi vengono al pettine: o scegli di seguire il piano didattico ufficiale oppure lo fai decidere all'assemblea studentesca. Si ripropone però fastidiosa la solita domanda: e i soldi chi ce li mette? Per pagare i bidelli, la pulizia delle scale, il riscaldamento e tutto. Ce li prestate (di nuovo) e questa volta avete la nostra parola che li useremo meglio. Va be', compagni, fate un po' come vi pare però non lamentatevi se poi nessuno vi scuce più un euro.
(Auguri, guaglio')
RispondiEliminaD.
L'unico che si è ricordato
Elimina