Non si tratta di semplice rigurgito reazionario o di istinto di conservazione, c'è di più. C'è un papa latouchiano in tutto e per tutto con i suoi edificanti inviti alla decrescita e al rispetto della Natura (qui intesa nel senso più ampio), c'è che «l'ideologia del genere è funzionale alla globalizzazione, i diritti degli omosessuali sono un'arma di distrazione di massa» (del resto, non è proprio l'Europa delle banche e dei banchieri a votare a favore del riconoscimento delle unioni civili e del matrimonio tra persone dello stesso sesso? Tutto torna). La lunga marcia della liberazione omosessuale fa perno sulle libertà individuali, si nutre di liberalismo, ma forte soffia il vento dell'egualitarismo di ritorno. Si accusano gli omosessuali di essere funzionali all'ideologia capitalista, di fare mercimonio della famiglia e dei valori etici e morali, di comprarsi i figli come al supermercato, di ridurre la famiglia a capriccio da soddisfare come si trattasse di comprare una birra per calmare la sete (o l'hamburger per calmare la fame). Io non sono il più indicato a dare un giudizio equilibrato sulla questione, io la penso quasi come certi giovani socialisti svizzeri, e cioè che il matrimonio è una costruzione obsoleta, almeno nell'ambito dell'occidente più avanzato. Il matrimonio perde forza non già a causa della volontà annichilente degli omosessuali, casomai sono gli omosessuali che traggono beneficio dall'indebolimento dell'istituto matrimoniale, ma lasciamo perdere che è come pretendere di far volare gli asini. La questione è presto detta: o accetti la liberazione omosessuale in toto e come un dato di fatto, oppure inutile pretendere di rispettarli ma a patto che se ne stiano al loro posto e non si facciano troppo notare (tanto è inutile, finché si continuerà a pensare che l'omosessualità sia un carattere appreso e trasmissibile per contagio non se ne verrà mai a capo; secoli e secoli di civilissima educazione cattolica non hanno potuto ugualmente estirpare il demone della frociaggine, anzi, da quella stessa cultura talvolta cullato e tollerato, se non proprio nutrito, e allora, che ci veniamo a raccontare?). (per intenderci, Le fate ignoranti in quanto a pericolosità è paragonabile alla peste bubbonica, qui c'è in ballo la sopravvivenza della civiltà cristiana e occidentale).
Nessun commento:
Posta un commento