Quando si viene al mondo ci si crea uno spazio che in qualche modo limita quello degli altri. È Anassimandro a dirlo per primo, Anassimandro che fu il secondo fra i filosofi in accordo con la classificazione aristotelica. Uscendo da uno stato senza forma (l'apeiron, il "privo di perimetro"), l'uomo viene al mondo, una cosa fra le cose, compiendo un'ingiustizia: prendendo forma, impone alle altre forme la sua presenza, impone loro di fargli spazio. Le altre forme gli si oppongono e in questo opporsi a loro volta compiono ingiustizia su tutte le altre. Ritornare nell'indefinito, annullarsi come forme, è dunque un pagare la colpa, il peccato originale dell'essere venuti al mondo. Non già un diritto inalienabile alla vita, una volontà di dominio, quanto una colpa da espiare con la morte affinché il proprio spazio possa venire occupato da altri usurpatori. Un pensiero troppo pesante da portare per l'uomo moderno tutto proiettato ad esigere i propri diritti, sugli altri uomini e sulla realtà. Ma ahimé anche l'uomo moderno soggiace sempre e tuttavia alla legge di Anassimandro: ricordati che ogni cosa ha diritto di esistere quanto te e che il tuo essere al mondo è l'occupazione temporanea dello spazio di qualcun altro. Dite che lo abbiamo convinto l'uomo moderno a darsi una calmata? Io non credo.
Non mi convince: è solo una questione di spazio disponibile. Questione che, al tempo di Anassimandro. non credo fosse urgente. E sappiamo a cosa ha portato il concetto di Lebensraum. Quando sono venuto al mondo ero solo una cellula fecondata. E quando mi sono raddoppiato in due prendendo forma non ho tolto spazio a nessuno: dentro mia madre non c'era altro spazio disponibile. La vita non è solo competizione ma può essere cooperazione. Un albero da solo è già una meraviglia ma un milione di alberi, se lo spazio è sufficiente, fanno una foresta, che è una struttura vitale di ordine superiore. E per quanto riguarda il Lebensraum: nella nostra galassia ci sono almeno cento miliardi di stelle e di galassie ce ne sono almeno cento miliardi. E lo spazio disponibile è infinito, perchè è lo stesso spazio che cresce. Insomma Anassimandro mi pare un pessimista cosmico ante litteram.
RispondiEliminaSei un ottimista cosmico.
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