Siamo nel periodo ellenistico della nostra civiltà, immersi nel lungo sogno dell'universalità dei nostri principi, con la minaccia incombente dei barbari alle porte e i segni premonitori di un nuovo medioevo.
"Ellenismo è circondare appositamente l'uomo di suppellettili invece che di oggetti qualsiasi, trasformare questi ultimi in arredo, umanizzare il mondo circostante, infondergli un sottile tepore teleologico. Ellenismo è la stufa accanto alla quale un uomo sta seduto e gode del caldo che emana, così affine al calore che ha dentro." (Osip Ėmil'evič Mandel'štam)
Sul rassicurante calore delle stufe ci è già stato dato l'avviso, ci portiamo ancora appresso le nostre suppellettili giusto perché sono gli ultimi feticci di una fede ormai delusa nel progresso, resilienti per non dire sconfitti. Non è necessario che sopravviva un certo ordine mondiale, come le banche, le civiltà, anche le più progredite, sono progettate per fallire. Dire addio alla democrazia non sarà così duro visto che abbiamo già cominciato a farne a meno, dico la democrazia come sogno di un coinvolgimento universale del popolo, il cui parere è sempre più eterodiretto o addirittura scavalcato quando si trova in conflitto con le improrogabili necessità del patto contabile che lega i cittadini. Ci troviamo immersi in una rete di improrogabili necessità, l'illusione di essere liberi ormai inculcataci per persuasione, ma dice che bisogna accontentarsi, che il nostro è il migliore dei mondi possibili, più di questo non si può avere, altrimenti arriva l'uomo nero. Come sempre sarà la storia a svegliarci dal nostro sogno mesto e bagnato.
Nessun commento:
Posta un commento