Ai fatti storici che riposano ben ordinati nei libri manca tutto il climax degli umori della società che ha permesso a quei fatti di accadere, il sentimento in presa diretta dell'improrogabilità delle decisioni prese senza il senno del poi. La ricostruzione storica più precisa non può trasmettere quel certo sentimento vivo del presente privo allora della cognizione del futuro e la storia ne esce quindi come una successione di fatti legati fra di loro da un filo sì coerente, ma prodotto perlopiù a posteriori dal senno del poi degli storici. È un discorso affine all'ermeneutica di Gadamer: per tanto che si tenti di essere obiettivi, il giudizio sul passato è influenzato da tutta la struttura dei giudizi attuali, così ben interiorizzati da non essere avvertiti, per cui siamo fatalmente immersi in una nebbia che deforma sempre il nostro sguardo sul passato. Da tener presente quando si dovrà scrivere la storia del momento attuale, in cui sarà facile smarrire quel che in generale non si vuole mai sentirsi dire.
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