martedì 8 gennaio 2019

Libero arbitrio vol. 1

Premetto che io non credo nel libero arbitrio però la libertà mi piace pensarla e che mi piaccia pensarla dimostra proprio che non posso decidere altrimenti.

La libertà non è un’invenzione moderna, la libertà c’era anche ai tempi dell’Inquisizione. Nel medioevo cristiano la libertà di scegliere fra il bene e il male era il presupposto indispensabile per guadagnarsi la vita eterna, la responsabilità di fronte a Dio era individuale. Senonché il concetto entrava in contraddizione con quello di onnipotenza divina: se Dio è onnipotente non può essere limitato nel suo giudizio da quello delle sue creature mortali che agendo nel bene si guadagnano da sé la salvezza limitando di fatto l’onnipotenza del loro Creatore. Lascia stare che per ribattere i teologi rispondevano che Dio aveva scelto deliberatamente di donare il libero arbitrio alle sue creature, così da metterle deliberatamente in un mare di guai, la cosa era talmente poco convincente che i protestanti pensarono altrimenti: Dio, nella sua infinita onnipotenza e onniscienza, ha già deciso da sempre chi salvare e chi condannare, ognuno di noi è già predestinato dalla nascita.

Tuttavia un ulteriore problema limitava di fatto l’onnipotenza di Dio, l’esistenza del suo principale rivale: il Demonio. Il Demonio agisce nel mondo per rovinare i piani di Nostro Signore, il mondo diventa allora un agone di battaglia, e se esiste un potere in grado di contrastare anche solo temporaneamente quello dell’avversario, allora l’onnipotenza di Dio viene di fatto contraddetta e a voglia di riconquistare la fiducia in un potere che da onnipotente si riduce ad essere incerto.

Come vedete, dal libero arbitrio discendono solo grattacapi, ex falso quodlibet, da una premessa falsa seguono contraddizioni a piacere, per non dire proprio a valanga. 

Che poi noi atei moderni con la nostra scienza che va a ricreare in concreto quella potenza divina un tempo solamente sognata ci sentiamo veramente liberi e padroni del nostro destino è un’altra povera chimera che costituirà l’oggetto della prossima puntata. 

Arrivederci e grazie.

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