sabato 5 gennaio 2019

La caccia al fagiano

Come detto, il nonno andava a caccia ma quando era in giro lui la selvaggina, chissà com'è, si faceva prendere dalla frenesia e non si faceva accoppare troppo volentieri, sicché i fagiani a casa nostra conservavano il loro status mitico di chimere, come l'unicorno o il leone con la coda di drago. Io stesso per farmene un'idea sfogliavo le enciclopedie dei ragazzi che tuttavia erano piene di mucche e di animali domestici e da compagnia, cosicché finii per domandare alla nonna che me ne rese però un'idea un po' sui generis, talché dapprima lo confusi con il pavone. In realtà qualche fagiano accoppato finì poi per trovare la via di casa ma eran fagiani fin troppo sani e pasciuti, come se fossero stati allattati col biberon, il che fece sorgere più di un dubbio riguardo alla loro estrazione sociale. L'unico che si divertiva come un matto era invece il nostro breton che almeno poteva approfittarne per scorrazzare libero per i campi e uscire dal metro quadrato in cui era stato sacrificato dall'infinita magnanimità del cacciatore. Al tintinnare del guinzaglio partiva sparato con le zampe didietro infilando la portiera della macchina, non prima di averci girato attorno due volte come un razzo che ha smarrito il suo giroscopio, il breton che aveva le frange sotto le zampe come un giubbotto di Little Tony, che sulla flora locale avevano l'effetto del velcro, cosicché tornava dalla caccia con certe pigne incastrate nel pelo che ogni volta bisognava tosarlo alla bene e meglio, e a lavoro finito sembrava scampato a un tosaerba. Ma il nostro breton non serbava rancore, manteneva il suo sguardo fiducioso sul mondo ansimando con la lingua di fuori, ottimista contro ogni evidenza e con una zampa più sforbiciata dell'altra. Son così belli quando fan così, gli manca solo la parola, e allora forse avrebbe tirato una madonna. Red, si chiamava, perché aveva il pelo rosso. A quel punto che il fagiano fosse di fosso o dall'allevamento poco importava, tenerlo in bocca per lui era stato il coronamento di un sogno, il compimento della sua vera natura. Aveva muso e testa quadrata e temperamento esuberante, per la verità un poco bambagione ma chi non ha testa abbia gambe. Gli piaceva la pasta col sugo di cui di solito rimaneva solo la pasta, sbiancata come fosse stata lavata in lavatrice, e le mele sbucciate. Il nonno intanto badava al suo sovrapposto smontandolo e ingrassando le canne con un olio speciale che all'averlo saputo i fagiani avrebbero fatto la fila per essere sparati da lui. Animale ingrato, il fagiano. 

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