Come ragiona Schopenhauer: dice che sentiamo davvero quello che ci ostacola, che ci è sgradevole. Non avvertiamo la buona salute ma solo la scarpa che ci fa male. Per quello, scrive, reputa come incapaci quei filosofi che pensano che il male sia negativo, al contrario, il male è il positivo perché ci fa sentire le cose, casomai è il bene ad essere il negativo, l’annullamento del desiderio, la fine di una pena.
Che mondo sarebbe, dice, senza il dolore? Se vivessimo in un mondo dove tutto cresce dando frutto, dove i piccioni volano già arrosto e le donne della nostra vita pronte a volerci? Gli uomini morirebbero ben presto di noia, si impiccherebbero agli alberi e si scannerebbero a vicenda pur di darsi quel po’ di dolore. E conclude: all’umanità non è congeniale altra vita che questa.
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