Così come nel medioevo la nevrosi dominante era la ricerca della salvezza dell’anima e la vita terrena solo una dolorosa condizione di passaggio, la nevrosi dominante dei tempi moderni è la ricerca di una felicità solo terrena, l’unica e la sola praticabile, con conseguente ansia da prestazione e sincope dell’eterna giovinezza, più l’immancabile e schiacciante senso di colpa quando non si riesce proprio di sentirsi felici così com’è previsto dal senso comune. Follie. L’uomo moderno, il contemporaneo, non ha più intelligenza dei propri scopi di quello medievale, la scienza è una vicenda che non consola, non più di un pellegrinaggio in terra santa, per chi ci crede.
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