“Antoine! Antoine! non ne posso più!… Ti supplico, lasciami, tesoro mio!… Fa attenzione!… Non farmi un marmocchio!… Sono tutta fradicia!…” Lei protestava, ma era tutta una commedia!… “E va be’! E va be’! carognaccia! chiudi il becco! Apri il culo!…” Lui manco l’ascoltava, la confortava, a corto d’amarena, con tre belle pacche nel credenzone della pancia… Che rimbombava sordamente… A lei toglieva il fiato, alla troia… Soffiava come un mantice… Mi chiesi se per caso non l’avrebbe accoppata… finita lì sul posto… Le stava rifilando una di quelle scariche mentre l’impalava. Tutti e due ruggivano come bestie feroci… Lei prendeva la sua parte. Robert stava sudando freddo. Scendemmo dal nostro trampolino. Ce ne tornammo al bancone. Facemmo i finti tonti… Avevamo voluto un po’ di spettacolo… Eravamo stati serviti!… Soltanto, era pericoloso… Quelli stavan continuando la corrida. Scendemmo in cortile… a cercare il secchio e la scopa, diciamo così per scopare la stanza… Entrammo dalla portinaia, preferivamo non esserci, lì, nel caso l’avesse strozzata…"
- Céline, Morte a credito
(e io che mi facevo problemi quando scrivevo di quella che nei momenti di malinconia ci infilava dentro le cucuzze, continuerò a scriverne di ben peggiori, la vita va onorata con il grottesco)
(sto preparando un blog di soli racconti sporcaccioni, un giorno vi darò l'indirizzo)
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