E che sarà mai? E' andato in America per sfoggiare i progressi del suo inglese e per discutere di certi affari di stato che competono al capo del governo. Ci crede davvero a quello che dice, solo che ha un'idea vaga del contenuto. Lui è il condottiero, il grande motivatore, poi il compito di sistemare la squadra in campo e di portare a casa il risultato spetta ai commissari tecnici, mica s'è laureato a Coverciano. L'archistar indica il progetto e i capimastro ci sbattono le corna (l'archistar non è tenuta a conoscere la posizione di tutti i bulloni). Poi tu ci puoi mettere chi vuoi e cambiare staff, catering e perfino capo chef, tanto l'Italia non riparte perché quando il mondo s'è allargato, invece di allargarsi anche lei, di fatto s'è ritirata, come a suo tempo la Serenissima. Occorre prenderne atto, occorre comprendere che non c'è alcuna possibilità di ripartire (poi, vai a sapere, i miracoli, i cinesi che prendono la difterite...), che la selezione naturale ha fatto il suo corso e assieme alla tigre siberiana ormai siamo a minaccia di estinzione, l'unica possibilità che abbiamo di sopravvivere è di riconvertirci a museo vivente (qui al nord c'è ancora giusto un lumicino di speranza, ma la miccia è corta e lo stoppino squaglia): ormai solo un dio ci può salvare, e quindi stiamo freschi.
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