Probabilmente sarà lo stress o un certo disturbo mentale che mi trascino da un po' di tempo ma continuo ad avere questa strana sensazione di muovermi come immerso in una rappresentazione e di essere sempre lì lì per sfondare la quarta parete. Sarà perché sono modesto, così modesto che nemmeno sono convinto di vivere. Né per una fortuita combinazione d'atomi, né perché così ha voluto il Signore. Continuo a vedere solo questo gran balletto di forme che sempre cangiano e sempre si rinnovano in un moto browniano, vivere, morire, quello nasce senza encefalo, l'altro con una testa che se la porta in giro quando c'è tempesta (vecchio detto mantovano). Non ci trovo niente di particolarmente attraente, solo dell'inutilità, sarà per questo che mi rifugio nell'irrealtà, è un meccanismo di difesa che però si attiva da solo, c'è un ghost nella machine (fra l'altro oggi non si può nemmeno consultare la Treccani on line, ché ti ingiungono di leggere un libro vista la giornata mondiale. Io ai libri ho dato la vista, a me dovrebbero farmi socio onorario dell'ordine dell'incunabolo, altroché).
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