Poi ovviamente c'è il tipo umano che si sente più esposto alla minaccia della modernità, che ha timore di non essere all'altezza, che si sente travolto dalla velocità del cambiamento, che teme di essere ridotto a semplice numero fra i numeri e giudicato secondo il principio della mera utilità, e qui sta il punto. Capisco benissimo, anch'io ho di queste ubbìe che in parte non sono nemmeno ingiustificate, solo che ha un certo punto occorre anche comprendere che con questa realtà bisogna pur fare i conti, mettersi nelle condizioni di dialogare, non serve a nulla fare i rancorosi e frapporre un atteggiamento di chiusura, alla ricerca di una purezza tutta ideale e di una supposta perduta età dell'innocenza, tanto l'apparato, la megamacchina, procede anche senza di noi. Il tipo umano che non vuole dialogare con lo stato di cose ma solamente abbatterlo e fa dell'essere un dissidente motivo di eroismo, tenderà più facilmente di altri ad abbracciare correnti filosofiche quali l'heideggerismo, il marxismo o qualsiasi altro movimento di destra, di centro o di sinistra che guarda al passato come all'età dell'oro e considera il presente né più e né meno come l'epoca della "compiuta peccaminosità". Un po' di psicologia aiuta a comprendere i motivi di certe scelte di campo.
E' vero al cento per cento ... resta da vedere cosa si intenda per dialogare con lo stato delle cose. Il più delle volte equivale a farsene una ragione. E' difficile definirlo un dialogo.
RispondiEliminaForse l'unica differenza è tra chi si è completamente arreso all'esistente e chi continua ad agitarsi come un pesce preso nella rete. Entrambi i tipi sono destinati a soccombere, ma almeno gli ultimi hanno un'illusione di vitalità. Crepitano e sfavillano prima di svanire.
Per quel che serve.
Per l'appunto a ciascuno il suo destino secondo il proprio carattere. Io per esempio prima di darmi alle idee rivoluzionarie gradirei avere prima una visione certa dell'alternativa, non sono il tipo che scuote l'albero tanto per scuoterlo e poi vediamo cosa cade, tanto più che l'umanità ha vissuto giorni ben peggiori di questi.
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