Produce crisi anche il cambiamento di paradigma tecnologico, ad esempio il mio settore, quello tessile-manifatturiero, sta mutando così rapidamente che l'esperienza che ho accumulato in quindici anni di lavoro presto non servirà più, cadrà in obsolescenza. Occorre in definitiva imparare il lavoro continuamente da capo, ma ho già quarant'anni e a fronte della difficoltà sempre più crescente di farmi assumere mi vedo alzare di continuo l'età pensionabile. A cosa conduce questo? Conduce a un'impossibilità di vivere. E' un arretramento dell'uomo di fronte a quell'apparato tecnologico che egli stesso ha approntato per migliorare il suo tenore di vita, senonché l'apparato ha preso il sopravvento e le sue logiche, improntate all'aumento indefinito della potenza, esige dall'uomo la stessa efficienza delle macchine. Temi già abbondantemente trattati, masticati e digeriti dal pensiero filosofico e non. Si sentono inadeguati i vecchi come i giovani, l'apparato tecnologico esige la trasformazione dell'uomo in qualcosa che umano non è e non credo vi sia possibilità di scelta (ma comunque lasceremo che gli idealisti ci sbattano le corna, non sia mai che per caso trovino la soluzione).
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