Perché il credente non riesce più a opporre al laico l'argomento dell'ordine naturale delle cose che non deve essere travalicato? Perché il laico ora è in grado di mostrare che in effetti non lo travalica ma semplicemente se ne serve libero da ostacoli etici e morali. I bambini non nascono da uomini privi di utero, il principio naturale è salvo e non può essere altrimenti. Da quando l'atteggiamento scientifico ha cominciato a farsi largo fra le maglie oramai fruste di quello religioso l'eticità suprema non risiede più nella maggiore adesione all'ordine naturale delle cose (tutti noi aderiamo nel modo più esatto alle leggi della natura) ma nella maggiore capacità di manipolare le sue leggi per piegarle ai propri scopi (e cioè lo scopo di diventare sempre più capace di manipolarle, di piegarle alla sua volontà). Detto questo, che a noi così impregnati di modernità sembra quasi una banalità, si finisce per indicare come "naturale" non solo la dimensione biologica, ma pure quella artificiale perché se la natura è il dominio degli atomi allora tutto è Natura. E' proprio questo fondamento scientifico, a cui nessuno oggi può opporre alcunché, nemmeno i credenti, a far cadere qualsiasi ostacolo e non c'è umanesimo, nemmeno laico, che possa impedirlo.
Quando la fede in Dio arretra, quando rimane solo l'uomo, è chiaro che il fine è quello di godere quanto più possibile qui e ora e questa urgenza travolge qualsiasi impedimento. L'urgenza ha a tal punto conquistato i cuori e le menti che ci si è inventati pure un Dio progressista, il Dio che vuole vederci felici sulla terra, un Dio più conforme alla modernità, altro che lavorerai con sudore e partorirai con dolore! Questa figura del Padre buono e comprensivo che ci lascia liberi di essere felici viene a sostituire l'idea del terribile Dio veterotestamentario, una nuova specie di Dio che si confà anche a Vattimo. Penso invece che se si volesse essere coerenti al sommo grado con tutto quello che si è detto occorrerebbe far cadere anche questa ultima ed estrema necessità di patrocinio, ma non sarà così perché il "Dio progressista" va a riempire proprio quel vuoto di senso che ci lascerebbe in balia delle mute leggi del cosmo, vero deus ex machina che per risolvere il guaio in cui ci siamo cacciati deve incredibilmente andare contro la stessa Weltanschauung in cui ci siamo immersi. La modernità è un affare complicato ma in fondo anche un po' comico.
Quando la fede in Dio arretra, quando rimane solo l'uomo, è chiaro che il fine è quello di godere quanto più possibile qui e ora e questa urgenza travolge qualsiasi impedimento. L'urgenza ha a tal punto conquistato i cuori e le menti che ci si è inventati pure un Dio progressista, il Dio che vuole vederci felici sulla terra, un Dio più conforme alla modernità, altro che lavorerai con sudore e partorirai con dolore! Questa figura del Padre buono e comprensivo che ci lascia liberi di essere felici viene a sostituire l'idea del terribile Dio veterotestamentario, una nuova specie di Dio che si confà anche a Vattimo. Penso invece che se si volesse essere coerenti al sommo grado con tutto quello che si è detto occorrerebbe far cadere anche questa ultima ed estrema necessità di patrocinio, ma non sarà così perché il "Dio progressista" va a riempire proprio quel vuoto di senso che ci lascerebbe in balia delle mute leggi del cosmo, vero deus ex machina che per risolvere il guaio in cui ci siamo cacciati deve incredibilmente andare contro la stessa Weltanschauung in cui ci siamo immersi. La modernità è un affare complicato ma in fondo anche un po' comico.
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