Cosa ce ne facciamo dell'opinione? Del "ma lei, dico, lei, cosa ne pensa?", come se l'opinione di questo o di quello potesse fare la differenza o essere decisiva sulla base di argomentazioni inoppugnabili. Ascoltando le repliche de La Zanzara fatalmente si finisce per prediligere Borghezio alla Kyenge, tutto finisce nel calderone, una ribollita di cazzate, il circo Barnum. Cruciani il cinico, Parenzo il paladino dell'intellettualismo di sinistra, al centesimo "ma almeno io dico quello che penso!" la mente si arrende e vaga in uno spazio vuoto, come se la sola franchezza bastasse ad elevare l'argomento ad asserzione degna di nota. Il canovaccio si regge su due personaggi ben definiti, sempre gli stessi: il libertario amico dei gay che però inneggia all'introduzione del reato di clandestinità e di accattonaggio, conseguente crisi isterica dell'intellettuale di sinistra. Ti serve un giudizio tranchant sul crocefisso nelle scuole? Chiedilo a Toscani. Te ne serve uno su Floris il comunista che passa a La7 per soldi? Chiedilo alla moglie di Ferrara, la spietata fustigatrice della sinistra al caviale, ma poi non lamentarti se il veleno è nella coda. Dai e dai, anche l'anticonformismo si conforma al conformismo.
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