Perché si sta in vita? Non credo sia un dono del Signore. Se infatti la nostra vita appartiene a Dio, il quale ce la può togliere e donare a suo piacimento secondo il suo insondabile volere, non si capisce come invece ci possa appartenere il libero arbitrio se con la morte dobbiamo restituire pure quello, è un Dio da banco dei pegni. Non è che i non credenti non credono perché sono cattivi, al contrario, i non credenti sono così puri di cuore che non possono concepire un simile Dio. L'uomo che per primo vide il mare vi si buttò dentro e annegò, il secondo capì l'antifona per cui fu per lui strumento della provvidenza, ma con il primo come la mettiamo? Il non credente di nuovo si mette in agitazione: non sarebbe stato meglio metterlo in guardia, fornirgli un libretto d'istruzioni? Se si è davvero così buoni non si crea l'uomo per metterlo davanti a un rebus a rischio della sua stessa vita. Di paradosso in paradosso, si potrebbe continuare all'infinito. Suggerirei dunque ai cristiani a caccia di proseliti di fare leva su questa purezza di spirito del non credente, la quale certo esige una maggiore attenzione, però vuoi mettere la qualità, tanto poi per fare numero passa papa Francesco con la sua pesca a strascico e amen.
Nessun commento:
Posta un commento