Un extrasistole che ti mozza il respiro e per un attimo pare proprio che sia giunta la tua ora, l'essere fin lì assopito si ridesta in una frazione di secondo e urla al mondo tutta la sua volontà di vivere. Non siamo nemmeno padroni dei nostri processi fisiologici, dal battito delle ciglia a quello del cuore, ma una volta fatta l'abitudine a simili automatismi pensiamo di fare cosa buona e giusta nel cogliere in quelli i segni di una naturale predestinazione alla vita e più in generale alla longevità. I sensi ci conducono, il sensorium ci domina come adolescenti in balia della foia chimica, è così forte l'abitudine a vivere che ci si dimentica volentieri di morire, una trappola quasi perfetta.
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