Da uno che si laurea in filosofia ci si aspetterebbe un concetto un po' elaborato, non troppo perché poi va in fumo il cervello, per carità, giusto un minimo. Se poi questo laureato è il papa, voi capirete, raddoppia l'aspettativa. Il concetto partorito dal papa sarebbe il seguente: la guerra è follia perché distrugge ciò che Dio ha creato di più bello: l'essere umano (pensavo l'ulcera duodenale). Be', qui siamo al minimo indispensabile, "guerra cacca!", un po' come si dice ai bambini. Essere ostaggio di una teologia da Facebook con i concetti ridotti all'osso per essere recepiti anche dai più sprovveduti non fa onore alla millenaria tradizione della chiesa cattolica (che pur non ha esitato in ogni epoca ad adattare il suo messaggio al fine che via via si prefiggeva), ma il punto è che da un po' s'è deciso di incanalarsi nel correntone del pacifismo politicamente corretto e progressista, tanto che non si distingue più un papa da uno Scalfari. Se penso al povero Giuliano Ferrara che continuamente tenta di gettare benzina sul fuoco mentre quello prontamente glielo spegne come fosse un Canadair... ci vorrebbe un Goffredo di Buglione, un Pietro l'Eremita (Deus lo volt!), una lega di cattolici, ortodossi e protestanti col sangue agli occhi sotto la guida illuminata dello Zar Putin e invece qui giocano a fare i Gandhi, manco fosse l'ultima incarnazione di Gesù Cristo (farsi prestare i santi dalle altre confessioni, è tutto sottosopra).
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