L'equivoco fondamentale rimane sempre lo stesso e cioè considerare il lavoro come un diritto, ma, intendiamoci, non è che il lavoro si crea dal nulla e soprattutto a comando (se non ci sono pesci nel mare puoi sgolarti finché vuoi per far valere i tuoi diritti di pescatore, resta il dato empirico dell'indisponibilità di pesci). Burocratizzare ogni aspetto della vita pubblica, assumere addette alle fotocopiatrici, edilizia popolare a Casal Palocco, questo sarebbe il piano del sindacato per creare occupazione? Fosse così avrebbe tutto l'interesse ad alimentare al massimo quelle spinte capitalistiche che nella sua logica sarebbero la cagione stessa della rovina di tutte le cose: può Marx insegnare a Smith come far fruttare al meglio la ricchezza delle nazioni per il bene dei lavoratori? E' tutta una contraddizione, nato per difendere i lavoratori dalle storture del capitalismo si trova oggi costretto a suggerirgli come creare posti di lavoro in nome del 'sacrosanto' diritto, la mano invisibile conduce le danze.
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