Psicodramma: l'Italia sull'orlo della crisi (n'ata vota), ovvero, cambiando l'ordine delle proteine la sbobba non cambia. Quando gli ingredienti sono quelli che sono tu li puoi combinare come vuoi, aggiustarli di sale, coprire il sapore, convincerti che la sbobba l'è buona ma tanto è inutile, quella è. Come può il pensiero trascendentale scaturire dalla materia inerte? E infatti non scaturisce. Per cui adesso ricominciamo con un'altra campagna elettorale, rimuginando gli stessi argomenti di sempre, affiggendo gli stessi manifesti di sempre, bisticciando con gli stessi personaggi di sempre. E' l'eterno ritorno, e poi dicono che la filosofia è una favoletta. E' la qualità del materiale umano che deficita, non sono i valori, non sono i significati. Ecco, il prof. Garelli diceva che non è che si sono persi i significati, si sono, direi, abbassate le attese. Per cui il nichilismo, se volete vederla così, è un problema di attese tradite, perché abbiamo sempre un certo "potenziale idealistico" intatto dentro di noi e pronto a scattare sull'attenti, ci crediamo davvero ai valori, o meglio, ci vorremmo credere. E' come il gol che non entra in porta, a noi italiani ci rimane sempre l'urlo strozzato. E' proprio in ragione di questo "potenziale idealistico", conservato intimamente dentro di noi come l'Es freudiano, che al primo volpone che ci fa gli occhi dolci e parla una nuova lingua, magari più fresca, più giovane, più nuova, ecco che abbiamo la tendenza a ricascarci (Berlusconi ci ha fondato sopra un impero). E' la voglia di credere in qualcosa aldilà della crisi di tutti i valori, un riempitivo, che sia l'Inter, il Napoli o Forza Italia. Per cui: forza, Italia!, ricominciamo da capo.
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