martedì 29 dicembre 2015

Fenomenologia

Dice un amico: hai visto Kate Upton? E lì per lì mi prende alla sprovvista. Si tratta di fare commenti fra maschi sulle donne, sono fuori allenamento. Questa Kate Upton la trovo sulla Gazzetta dello Sport, in bikini, equipaggiata di regolari poponi* della quarta o della quinta misura, bionda, tratti caucasici di una bellezza standard modello unificato, non si può dire sia brutta. Non si sa bene se per meriti sportivi o che altro, la ragazzona campeggia sulle pagine della rosa, forse frequenta un terzino, forse un ballerino, comunque sempre di attività agonistica si tratta. Ora, a questo punto dovrei inserire una massima di Kant o una supercazzola di Hegel, ma, giuro, non mi viene (il primo, fra l'altro, noto asessuale, il secondo già più interessato ad assecondare la natura). Alas**, temo di aver perso per strada parecchia della metafisica sessuale che ancora mi rintronava giusto qualche anno fa. Comunque sia, fingo di stare al gioco e mi lancio in commenti grossolani sulla dimensione dei respingenti***, ma a giudicare dalla reazione temo di non essere stato molto convincente: cos'è che non va in me?

* Meloni (termine mutuato da Gadda).
** Ahimè.
*** Sì, insomma, le tette.

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