martedì 24 novembre 2015

Guarire si può

Arrivi a un punto che prendi congedo pure dal conformismo di sinistra, con la sua pretesa di essere sempre dalla parte giusta della storia (ci siamo passati). Il fatto è che a sinistra si sta comodi, è come stare alla Società del Whist, ti vengono gentilmente offerte le pantofole e tutta una serie di coordinate che nella maggior parte dei casi bastano ad attribuirti il titolo di intellettuale (rigorosamente engagé) e a sublimare qualche frustrazione personale mascherandola da solidarietà verso i più deboli. In pratica si passa il tempo a sentirsi incommensurabilmente migliori di Gasparri (ma il fatto che ci si debba sentire incommensurabilmente migliori di Gasparri non costituisce in sé motivo di distinzione, anzi). Poi arriva il momento della liberazione, in cui non devi più rendere conto di quello che pensi e che dici e nemmeno del tuo atteggiamento verso i migranti (cioè verso le persone diversamente stanziali). Coraggio, c'è vita là fuori, non abbiate paura, si può avere qualcosa da dire anche senza celebrare Pasolini e Berlinguer, provateci.

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