Inviterei tutti ad aderire a un'etica dei fatti piuttosto che delle intenzioni e cioè ad essere giudicati per ciò che si fa e non per ciò che si pensa o si dice, sgombrerebbe il campo da ogni possibile equivoco (e di equivoci vive la politica). Che significa, infatti, "faremo una legge sul matrimonio gay"? Quando, come e con quale maggioranza? D'accordo che con i soli proclami si può imbastire un'identità politica e con questa andare alla guerra, ma proclami del genere sono equivalenti a un "sbloccheremo l'Italia!" o a un "più lavoro ai giovani!", alla lunga il bluff non regge e non basterà lo storytelling a puntellare il carisma ma soprattutto il consenso.
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