Fra le cose che ci ha insegnato la sinistra: "direttiva europea" = "principio universale", che si può resistere a tutto, fuorché a una gara di virtue signalling e che l'esperienza del governo Draghi non solo è stata buona e giusta, ma quella ancora auspicabile e preferibile a un governo democraticamente eletto dagli elettori, a maggior ragione se di destra. Anzi, se di destra è auspicabile un governo d'emergenza nazionale ad interim, almeno finché il popolo non si convince che deve votare a sinistra (cosa che invariabilmente non accade, e forse proprio per questo). L'Europa non può sbagliare? Sì, ma le critiche possono essere sollevate solo da sinistra, diversamente si entra nel regno delle ombre dei populisti novax filo-puniniani. Una siffatta sinistra contraddice uno dei luoghi comuni più difficili da sfatare, che la sinistra sia la parte più aperta alla discussione democratica. Pianga del suo mal la sinistra, e invece tutto il contrario: com'è noto, il problema sono gli altri, tutta colpa dell'ignoranza. Quand'è successo che Mario Draghi è diventato amico degli operai, primo socialista nella lotta proletaria della conservazione del posto di lavoro? Giusto o sbagliato che sia, a chi perde il lavoro non gli si può dire colpa dei populisti e fare spallucce, non gli si può propugnare come soluzione il voto a quella nomenclatura europea che di fatto sceglie la crisi in nome di non si sa bene quale futuro vantaggio etico e morale. Le cose che ci ha insegnato la sinistra: da evitare accuratamente.
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